Stampato a Roma per Antonio Blado nel 1532, il Commentario de le cose de' Turchi ha un insolito destino: non è il testo di un viaggiatore, eppure la sua fama è quella di un vero e proprio best seller. E' l'opera di chi sa costruire sapientemente un percorso conoscitivo nell'incontro tra oralità e scrittura, resoconti di viaggio e cultura umanistica, attraverso informazioni che derivano da interviste dirette in un vero e proprio reportage moderno. Così l'Altro appare come un nemico lucidamente inteso, lontano dai fantasmi dell'immaginazione popolare, restituito alla dimensione dell'ottimo guerriero, del feroce sultano o del protagonista colto.
L. Michelacci (2005). Commentario de le cose de' Turchi di Paolo Giovio. BOLOGNA : Clueb.
Commentario de le cose de' Turchi di Paolo Giovio
MICHELACCI, LARA
2005
Abstract
Stampato a Roma per Antonio Blado nel 1532, il Commentario de le cose de' Turchi ha un insolito destino: non è il testo di un viaggiatore, eppure la sua fama è quella di un vero e proprio best seller. E' l'opera di chi sa costruire sapientemente un percorso conoscitivo nell'incontro tra oralità e scrittura, resoconti di viaggio e cultura umanistica, attraverso informazioni che derivano da interviste dirette in un vero e proprio reportage moderno. Così l'Altro appare come un nemico lucidamente inteso, lontano dai fantasmi dell'immaginazione popolare, restituito alla dimensione dell'ottimo guerriero, del feroce sultano o del protagonista colto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.