Lo studio si propone di documentare le reazioni che suscitarono il Italia le proposte di rinnovamento dell’architettura teatrale formulate dal neoclassicismo francese. Formalmente basato sul ritorno all’impianto palladiano, detto rinnovamento principalmente si ispirava a motivazioni di egualitarismo sociale, coinvolgenti sia la visuale che l’acustica. Nei §§ 1-2 vedremo che in Italia tali proposte furono parzialmente accolte solo da teorici dell’architettura quali Enea Arnaldi (1762) e Francesco Milizia (1772-94); furono invece respinte da tutti gli altri, Giordano Riccati compreso (1790). Le loro proposte verranno analizzate e confrontate con le valutazioni che vengono oggigiorno formulate in relazione alla progettazione acustica dei teatri ’opera. A differenza della Francia, nessuna sala fu inoltre realizzata sulla base di tali principi. Con la motivazione di svariate ragioni principalmente sociali, economiche, e acustiche) non trovarono quindi accoglienza la pianta circolare tronca della platea, le ‘democratiche’ balconate senza divisori (al posto degli aristocratici palchi), il recinto orchestrale incassato sotto il palcoscenico, i soffitti cupuliformi. Lo studio verra` inoltre corredato di una sintesi comparativa dei rilevamenti sperimentali effettuati in tempi recenti su teatri italiani del periodo in oggetto (§ 3) e di una ricostruzione digitale del ‘teatro ideale’ di Milizia, con relative simulazioni acustiche (§ 4).
P. BARBIERI, L. TRONCHIN (2012). L’acustica teatrale nel neoclassicismo italiano. Con una ricostruzione virtuale del “teatro ideale” di Francesco Milizia (1773). FIRENZE : OLSCHKI.
L’acustica teatrale nel neoclassicismo italiano. Con una ricostruzione virtuale del “teatro ideale” di Francesco Milizia (1773)
TRONCHIN, LAMBERTO
2012
Abstract
Lo studio si propone di documentare le reazioni che suscitarono il Italia le proposte di rinnovamento dell’architettura teatrale formulate dal neoclassicismo francese. Formalmente basato sul ritorno all’impianto palladiano, detto rinnovamento principalmente si ispirava a motivazioni di egualitarismo sociale, coinvolgenti sia la visuale che l’acustica. Nei §§ 1-2 vedremo che in Italia tali proposte furono parzialmente accolte solo da teorici dell’architettura quali Enea Arnaldi (1762) e Francesco Milizia (1772-94); furono invece respinte da tutti gli altri, Giordano Riccati compreso (1790). Le loro proposte verranno analizzate e confrontate con le valutazioni che vengono oggigiorno formulate in relazione alla progettazione acustica dei teatri ’opera. A differenza della Francia, nessuna sala fu inoltre realizzata sulla base di tali principi. Con la motivazione di svariate ragioni principalmente sociali, economiche, e acustiche) non trovarono quindi accoglienza la pianta circolare tronca della platea, le ‘democratiche’ balconate senza divisori (al posto degli aristocratici palchi), il recinto orchestrale incassato sotto il palcoscenico, i soffitti cupuliformi. Lo studio verra` inoltre corredato di una sintesi comparativa dei rilevamenti sperimentali effettuati in tempi recenti su teatri italiani del periodo in oggetto (§ 3) e di una ricostruzione digitale del ‘teatro ideale’ di Milizia, con relative simulazioni acustiche (§ 4).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.