Il saggio traccia un profilo dei processi economico-sociali che contraddistinguono il centro urbano più importante dell'area padana meridionale: il declino delle antiche produzioni protoindustriali del settore tessile (seta, lana, cotone); la valorizzazione del centro storico attraverso significativi interventi urbanistici e investimenti immobiliari all'insegna della modernizzazione ispirata al "decoro" borghese e della organizzazione di un moderno centro direzionale per banche, uffici, assicurazioni; la tenuta, al di là delle trasformazioni politiche, del potere economico-agrario tradizionale, i cui esponenti - l'antica aristocrazie terriera alla quale si affiancano i dinamici grandi affittuari "costruttori di terre" - restano a lungo al governo della città e delle sue scelte strategiche, sia sul terreno delle amministrazioni locali che su quello della gestione del credito. L'affermarsi di un ancora modesto patrimonio industriale, fra gli anni '80 dell'800 e la stagione che precede la prima guerra mondiale, incentrato sulla meccanica legata innanzitutto alla domanda dell'agricoltura locale, sulla piccola industria conserviera e su un moderno canapificio, non dà luogo a un reale processo di industrializzazione e di creazione di una base operaia nel tessuto sociale cittadino. L'università riprende ad essere - dopo la stasi, anche culturale, dell'ultima stagione dello Stato Pontificio - un vivace centro di fomazione e di ricerca, e un potente stimolo per la crescita urbana e per lo sviuluppo dei servizi pubblici.
A. Preti (2011). La vita economica bolognese nel cinquantennio post-unitario. BOLOGNA : Editrice Compositori.
La vita economica bolognese nel cinquantennio post-unitario
PRETI, ALBERTO
2011
Abstract
Il saggio traccia un profilo dei processi economico-sociali che contraddistinguono il centro urbano più importante dell'area padana meridionale: il declino delle antiche produzioni protoindustriali del settore tessile (seta, lana, cotone); la valorizzazione del centro storico attraverso significativi interventi urbanistici e investimenti immobiliari all'insegna della modernizzazione ispirata al "decoro" borghese e della organizzazione di un moderno centro direzionale per banche, uffici, assicurazioni; la tenuta, al di là delle trasformazioni politiche, del potere economico-agrario tradizionale, i cui esponenti - l'antica aristocrazie terriera alla quale si affiancano i dinamici grandi affittuari "costruttori di terre" - restano a lungo al governo della città e delle sue scelte strategiche, sia sul terreno delle amministrazioni locali che su quello della gestione del credito. L'affermarsi di un ancora modesto patrimonio industriale, fra gli anni '80 dell'800 e la stagione che precede la prima guerra mondiale, incentrato sulla meccanica legata innanzitutto alla domanda dell'agricoltura locale, sulla piccola industria conserviera e su un moderno canapificio, non dà luogo a un reale processo di industrializzazione e di creazione di una base operaia nel tessuto sociale cittadino. L'università riprende ad essere - dopo la stasi, anche culturale, dell'ultima stagione dello Stato Pontificio - un vivace centro di fomazione e di ricerca, e un potente stimolo per la crescita urbana e per lo sviuluppo dei servizi pubblici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.