La riabilitazione può essere intesa come un processo di apprendimento e ri-apprendimento capace di stimolare e sostenere le risorse adattive in rapporto al processo di sviluppo. Al di là degli ambiti d’intervento legati alla disabilità, oggi si va sempre più delineando un’area di intervento riabilitativo riguardante il cosiddetto rischio psicosociale. La riabilitazione psicosociale si rivolge quindi a quelle condizioni familiari e sociali che, al di là dell’esistenza di una patologia psichica più o meno invalidante, configurano un rischio in grado di porre a repentaglio i potenziali evolutivi del bambino o dell’adolescente, compromettendo la sua salute mentale. In essa confluiscono i contributi della psicologia clinica e dello sviluppo, della neuropsichiatria infantile, della psicologia della famiglia, della psicologia sociale e giuridica, della psichiatria forense, designando un’area che risulta particolarmente feconda per le potenziali applicazioni operative. Le situazioni di rischio psicosociale sono innumerevoli: - bambini e adolescenti vittime di maltrattamento, abuso, violenza intrafamiliare, o in condizione di trascuratezza; - bambini e adolescenti cresciuti in famiglie con genitori affetti da disturbi mentali o da gravi sociopatie; - problemi connessi all’adozione o all’affidamento extrafamiliare; - bambini e adolescenti vittime di eventi traumatici di origine ambientale; - bambini e adolescenti portatori di disturbi mentali cronici e di condizioni di disabilità; - giovani e adolescenti devianti, autori di comportamenti aggressivi e violenti, individuali o di gruppo. Il volume si rivolge agli operatori che agiscono in questo settore (neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, educatori), offrendo, all’insegna di un approccio integrato e multidisciplinare, principi ed esperienze cliniche utili per valutare le situazioni a rischio e per programmare e monitorare gli interventi più efficaci.

Il trattamento precoce e la prevenzione dei disturbi depressivi in adolescenza.

BELAISE, CARLOTTA;FAVA, GIOVANNI ANDREA
2010

Abstract

La riabilitazione può essere intesa come un processo di apprendimento e ri-apprendimento capace di stimolare e sostenere le risorse adattive in rapporto al processo di sviluppo. Al di là degli ambiti d’intervento legati alla disabilità, oggi si va sempre più delineando un’area di intervento riabilitativo riguardante il cosiddetto rischio psicosociale. La riabilitazione psicosociale si rivolge quindi a quelle condizioni familiari e sociali che, al di là dell’esistenza di una patologia psichica più o meno invalidante, configurano un rischio in grado di porre a repentaglio i potenziali evolutivi del bambino o dell’adolescente, compromettendo la sua salute mentale. In essa confluiscono i contributi della psicologia clinica e dello sviluppo, della neuropsichiatria infantile, della psicologia della famiglia, della psicologia sociale e giuridica, della psichiatria forense, designando un’area che risulta particolarmente feconda per le potenziali applicazioni operative. Le situazioni di rischio psicosociale sono innumerevoli: - bambini e adolescenti vittime di maltrattamento, abuso, violenza intrafamiliare, o in condizione di trascuratezza; - bambini e adolescenti cresciuti in famiglie con genitori affetti da disturbi mentali o da gravi sociopatie; - problemi connessi all’adozione o all’affidamento extrafamiliare; - bambini e adolescenti vittime di eventi traumatici di origine ambientale; - bambini e adolescenti portatori di disturbi mentali cronici e di condizioni di disabilità; - giovani e adolescenti devianti, autori di comportamenti aggressivi e violenti, individuali o di gruppo. Il volume si rivolge agli operatori che agiscono in questo settore (neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, educatori), offrendo, all’insegna di un approccio integrato e multidisciplinare, principi ed esperienze cliniche utili per valutare le situazioni a rischio e per programmare e monitorare gli interventi più efficaci.
2010
Riabilitazione psicosociale nell’infanzia e nell’adolescenza. Principi ed esperienze.
431
442
Belaise C.; Fava G.A.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/111941
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