L’idea che un determinato profilo di personalità corrispondesse ad uno specifico disturbo era diffusa nella prima fase di sviluppo della medicina psicosomatica tra il 1930-1960. Tale ipotesi è stata sostenuta da ricercatori ad orientamento psicoanalitico, ma la ricerca specifica successivamente non l'ha confermata. In particolare, sono stati studiati alcuni costrutti di personalità che possono influenzare la vulnerabilità generale alla malattia. Uno riguarda la correlazione tra malattie coronariche e il comportamento di tipo A (Type A coronary-prone behaviour) (Friedman e Rosenman, 1959). Questo pattern comportamentale è stato incluso nei DCPR. L’individuo di tipo A può presentare alcune o tutte delle seguenti caratteristiche: eccessivo coinvolgimento nel lavoro, sensazione dell’incalzare del tempo, ostilità e cinismo, umore irritabile, alta competitività, ambizione, stile espressivo enfatico, gesticolante, e un linguaggio rapido e incalzante. Le ricerche che si sono susseguite negli anni sull’associazione tra comportamento di tipo A e sviluppo di malattie cardiovascolari hanno dato risultati controversi. L’ostilità e la sensazione dell’incalzare del tempo sembrano essere le due componenti chiave. Il problema principale consiste nel fatto che la definizione di questo pattern comportamentale è un incrocio di caratteristiche di stato e di tratto, tali da non poter essere associate ad aspetti stabili della personalità (Fava et al. 1995). Tuttavia, la maggior parte della letteratura sembra essere concorde nell’indicarlo come un modello di comportamento associato alle malattie coronariche, anche se non applicabile a ogni caso clinico e non facilmente identificabile. Un altro costrutto di personalità è l’alessitimia, concetto introdotto da Sifneos per descrivere un impoverimento dei processi immaginativi che sfociano in una particolare incapacità di usare parole appropriate per descrivere le proprie emozioni (Sifneos, 1973). Anche questo costrutto è stato incluso nei DCPR. E’ stato riscontrato che l’inibizione dell’espressione emotiva, in particolare la tendenza a sopprimere la rabbia, comportano un aumento del rischio per una varietà di problemi di salute. Nonostante alcuni decenni di ricerca, l’alessitimia è ancora un concetto controverso, soprattutto per quanto riguarda la sua valutazione, i correlati psicofisiologici e le relazioni con altre componenti affettive. Di recente introduzione è il concetto di personalità di tipo D, o “personalità Stressata” (Distressed personality), originariamente sviluppato allo scopo di indagare il ruolo dei tratti di personalità sugli esiti delle patologie cardiovascolari. Denollet e collaboratori (1995) lo hanno definito un aspetto di vulnerabilità tipico dei pazienti cardiologici. Tale costrutto è basato su due ampi e stabili tratti di personalità quali l’affettività negativa e l’inibizione sociale.
Rafanelli C., Gostoli S. (2011). Ruolo della personalità. ROMA : Il Pensiero Scientifico Editore.
Ruolo della personalità
RAFANELLI, CHIARA;GOSTOLI, SARA
2011
Abstract
L’idea che un determinato profilo di personalità corrispondesse ad uno specifico disturbo era diffusa nella prima fase di sviluppo della medicina psicosomatica tra il 1930-1960. Tale ipotesi è stata sostenuta da ricercatori ad orientamento psicoanalitico, ma la ricerca specifica successivamente non l'ha confermata. In particolare, sono stati studiati alcuni costrutti di personalità che possono influenzare la vulnerabilità generale alla malattia. Uno riguarda la correlazione tra malattie coronariche e il comportamento di tipo A (Type A coronary-prone behaviour) (Friedman e Rosenman, 1959). Questo pattern comportamentale è stato incluso nei DCPR. L’individuo di tipo A può presentare alcune o tutte delle seguenti caratteristiche: eccessivo coinvolgimento nel lavoro, sensazione dell’incalzare del tempo, ostilità e cinismo, umore irritabile, alta competitività, ambizione, stile espressivo enfatico, gesticolante, e un linguaggio rapido e incalzante. Le ricerche che si sono susseguite negli anni sull’associazione tra comportamento di tipo A e sviluppo di malattie cardiovascolari hanno dato risultati controversi. L’ostilità e la sensazione dell’incalzare del tempo sembrano essere le due componenti chiave. Il problema principale consiste nel fatto che la definizione di questo pattern comportamentale è un incrocio di caratteristiche di stato e di tratto, tali da non poter essere associate ad aspetti stabili della personalità (Fava et al. 1995). Tuttavia, la maggior parte della letteratura sembra essere concorde nell’indicarlo come un modello di comportamento associato alle malattie coronariche, anche se non applicabile a ogni caso clinico e non facilmente identificabile. Un altro costrutto di personalità è l’alessitimia, concetto introdotto da Sifneos per descrivere un impoverimento dei processi immaginativi che sfociano in una particolare incapacità di usare parole appropriate per descrivere le proprie emozioni (Sifneos, 1973). Anche questo costrutto è stato incluso nei DCPR. E’ stato riscontrato che l’inibizione dell’espressione emotiva, in particolare la tendenza a sopprimere la rabbia, comportano un aumento del rischio per una varietà di problemi di salute. Nonostante alcuni decenni di ricerca, l’alessitimia è ancora un concetto controverso, soprattutto per quanto riguarda la sua valutazione, i correlati psicofisiologici e le relazioni con altre componenti affettive. Di recente introduzione è il concetto di personalità di tipo D, o “personalità Stressata” (Distressed personality), originariamente sviluppato allo scopo di indagare il ruolo dei tratti di personalità sugli esiti delle patologie cardiovascolari. Denollet e collaboratori (1995) lo hanno definito un aspetto di vulnerabilità tipico dei pazienti cardiologici. Tale costrutto è basato su due ampi e stabili tratti di personalità quali l’affettività negativa e l’inibizione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.