Il volume, che deve la sua genesi al convegno "Lo schermo Gigante. Giornate di studio in onore di Franco La Polla" tenutosi a Bologna il 5 e 6 marzo 2010, ricostruisce, attraverso i contributi di numerosi studiosi, il ritratto di uno studioso, americanista, critico cinematografico e insigne storico di Hollywood, giornalista, commissario culturale, amante della musica. La raccolta di saggi è motivo per ripercorrere una passione per la cultura che trova le sue coordinate nell’America e nel cinema. Si tratta di una curiosità per il mondo e il sapere con radici lontane. Per esempio in quelle pagine in cui Cesare Pavese, nel 1947, descrive il ruolo fondamentale svolto dalla letteratura del grande paese per un’intera generazione di intellettuali italiani, durante il fascismo e negli anni della Seconda Guerra Mondiale: “La cultura americana divenne per noi qualcosa di molto serio e prezioso, una sorta di grande laboratorio dove con altra libertà e altri mezzi si perseguiva lo stesso compito di creare un gusto uno stile un mondo moderni che, forse con minore immediatezza ma con altrettanta caparbia volontà, i migliori tra noi perseguivano”. In questo senso, l’America – aggiungeva il grande scrittore – era stata lo “schermo gigante”, l’orizzonte necessario su cui sfogare un’ansia di conoscenza, e il punto di origine di una certa tendenza della cultura italiana, nella seconda metà del Novecento. Di questa tradizione La Polla è stato uno degli ultimi legittimi eredi, seppure nella versione offerta dalla scuola di americanistica bolognese. Fautore di una visione insieme appassionata e critica dell’America, La Polla non ne inseguiva in maniera ingenua il mito. Semmai, anche con l’arma dell’ironia, ripercorreva la ricchezza di quello spazio immaginario secondo i dettami forniti a suo tempo da Mark Twain: con un’affabulazione contagiosa, un profondo senso dell’umanesimo, attraverso un viaggio mai destinato a fermarsi a un’unica meta, aperto alla casualità dell’incontro con l’altro e sempre disponibile all’incrocio tra le varie discipline. Per questo il cinema, non solo americano, assumeva una funzione centrale.

Lo schermo gigante. Scritti in onore di Franco La Polla

FADDA, MICHELE;PESCE, SARA
2011

Abstract

Il volume, che deve la sua genesi al convegno "Lo schermo Gigante. Giornate di studio in onore di Franco La Polla" tenutosi a Bologna il 5 e 6 marzo 2010, ricostruisce, attraverso i contributi di numerosi studiosi, il ritratto di uno studioso, americanista, critico cinematografico e insigne storico di Hollywood, giornalista, commissario culturale, amante della musica. La raccolta di saggi è motivo per ripercorrere una passione per la cultura che trova le sue coordinate nell’America e nel cinema. Si tratta di una curiosità per il mondo e il sapere con radici lontane. Per esempio in quelle pagine in cui Cesare Pavese, nel 1947, descrive il ruolo fondamentale svolto dalla letteratura del grande paese per un’intera generazione di intellettuali italiani, durante il fascismo e negli anni della Seconda Guerra Mondiale: “La cultura americana divenne per noi qualcosa di molto serio e prezioso, una sorta di grande laboratorio dove con altra libertà e altri mezzi si perseguiva lo stesso compito di creare un gusto uno stile un mondo moderni che, forse con minore immediatezza ma con altrettanta caparbia volontà, i migliori tra noi perseguivano”. In questo senso, l’America – aggiungeva il grande scrittore – era stata lo “schermo gigante”, l’orizzonte necessario su cui sfogare un’ansia di conoscenza, e il punto di origine di una certa tendenza della cultura italiana, nella seconda metà del Novecento. Di questa tradizione La Polla è stato uno degli ultimi legittimi eredi, seppure nella versione offerta dalla scuola di americanistica bolognese. Fautore di una visione insieme appassionata e critica dell’America, La Polla non ne inseguiva in maniera ingenua il mito. Semmai, anche con l’arma dell’ironia, ripercorreva la ricchezza di quello spazio immaginario secondo i dettami forniti a suo tempo da Mark Twain: con un’affabulazione contagiosa, un profondo senso dell’umanesimo, attraverso un viaggio mai destinato a fermarsi a un’unica meta, aperto alla casualità dell’incontro con l’altro e sempre disponibile all’incrocio tra le varie discipline. Per questo il cinema, non solo americano, assumeva una funzione centrale.
2011
279
9788895862583
M.Fadda; S.Pesce
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