Nel corso dell’ultimo ventennio la letteratura economico- strategica ha ampliamente riconosciuto il rilievo delle attività immateriali a livello economico e aziendale. Un’ampia letteratura economico-finanziaria ha altresì messo in luce come i criteri di rilevazione contabile siano inefficaci nel comunicare a pieno il valore economico degli intangibles [Amir e Lev 1996]. Crescenti asimmetrie informative [Aboody e Lev 2000] e progressiva perdita di value relevance delle informazioni contabili [Lev e Zarowin 1999] sono tra le principali deficienze informative indotte dai criteri di rilevazione contabile delle attività immateriali. Recentemente lo Iasb ha preso in considerazione possibili modifiche dei criteri di rilevazione contabile degli intangibles (Iasb meeting, 12/12/2007), affermando: ... intangible assets are an increasingly significant class of assets for a wide range of entities across many jurisdictions and [...] information about intangible assets is important to the needs of users. The issues are pervasive and, to the extent that the current requirements in Ias 38 are inadequate, the current accounting treatment will give rise to problems that are frequent and material unless resolved. Pur riconoscendo l’inadeguatezza dello Ias 38, lo Iasb non ha tuttavia avviato un progetto di revisione delle attività immateriali in quanto «properly addressing the accounting for intangible assets would impose a large demand on the Board’s limited resources». Pertanto, l’efficacia degli standard contabili nel fornire agli investitori 184 informazioni significative (relevant) sugli intangible assets rimane un tema aperto e non ancora esplorato empiricamente in modo compiuto. Obiettivo del presente articolo è analizzare se i principi contabili e conseguentemente i criteri di rilevazione contabile influenzano la value relevance degli intangible assets. A tal fine prendiamo in considerazione l’adozione obbligatoria dei principi contabili internazionali (Ifrs) in Italia, e confrontiamo la value relevance degli intangible assets contabilizzati rispettivamente secondo i principi contabili italiani e gli Ifrs. In particolare, intento della nostra analisi è analizzare se e quanto l’adozione degli Ifrs abbia inciso sulla value relevance di diverse categorie di intangibles quali avviamento, marchi e brevetti, licenze, computer software e costi di R&S. L’adozione italiana degli Ifrs rappresenta un set empirico unico per molteplici ragioni. Innanzitutto, il cambiamento di principi contabili è stato obbligatorio allo stesso momento per tutte le aziende quotate. La contemporaneità nell’adozione degli Ifrs rende il caso italiano esente dalle problematicità di self-selection bias indotte da un’adozione volontaria degli Ifrs. In secondo luogo, i principi contabili italiani e gli Ifrs rappresentano due opposti sistemi contabili, rispettivamente, stakeholder-oriented e shareholderoriented. Pertanto, diviene importante comprendere l’effetto dell’adozione di principi contabili shareholder-oriented in un paese caratterizzato da un sistema contabile stakeholder- oriented. Infine, per quanto attiene strettamente la valutazione contabile delle risorse immateriali, principi contabili italiani e Ifrs sono caratterizzati da criteri valutativi assai diversi. L’analisi di queste divergenze permette dunque di desumere l’influenza dei principi contabili sulla value relevance degli intangible assets.
Morricone S., Oriani R., Sobrero M. (2010). ATTIVITÀ IMMATERIALI E L’ADOZIONE OBBLIGATORIA DEGLI IFRS. BOLOGNA : Il Mulino.
ATTIVITÀ IMMATERIALI E L’ADOZIONE OBBLIGATORIA DEGLI IFRS
MORRICONE, SERENA;ORIANI, RAFFAELE;SOBRERO, MAURIZIO
2010
Abstract
Nel corso dell’ultimo ventennio la letteratura economico- strategica ha ampliamente riconosciuto il rilievo delle attività immateriali a livello economico e aziendale. Un’ampia letteratura economico-finanziaria ha altresì messo in luce come i criteri di rilevazione contabile siano inefficaci nel comunicare a pieno il valore economico degli intangibles [Amir e Lev 1996]. Crescenti asimmetrie informative [Aboody e Lev 2000] e progressiva perdita di value relevance delle informazioni contabili [Lev e Zarowin 1999] sono tra le principali deficienze informative indotte dai criteri di rilevazione contabile delle attività immateriali. Recentemente lo Iasb ha preso in considerazione possibili modifiche dei criteri di rilevazione contabile degli intangibles (Iasb meeting, 12/12/2007), affermando: ... intangible assets are an increasingly significant class of assets for a wide range of entities across many jurisdictions and [...] information about intangible assets is important to the needs of users. The issues are pervasive and, to the extent that the current requirements in Ias 38 are inadequate, the current accounting treatment will give rise to problems that are frequent and material unless resolved. Pur riconoscendo l’inadeguatezza dello Ias 38, lo Iasb non ha tuttavia avviato un progetto di revisione delle attività immateriali in quanto «properly addressing the accounting for intangible assets would impose a large demand on the Board’s limited resources». Pertanto, l’efficacia degli standard contabili nel fornire agli investitori 184 informazioni significative (relevant) sugli intangible assets rimane un tema aperto e non ancora esplorato empiricamente in modo compiuto. Obiettivo del presente articolo è analizzare se i principi contabili e conseguentemente i criteri di rilevazione contabile influenzano la value relevance degli intangible assets. A tal fine prendiamo in considerazione l’adozione obbligatoria dei principi contabili internazionali (Ifrs) in Italia, e confrontiamo la value relevance degli intangible assets contabilizzati rispettivamente secondo i principi contabili italiani e gli Ifrs. In particolare, intento della nostra analisi è analizzare se e quanto l’adozione degli Ifrs abbia inciso sulla value relevance di diverse categorie di intangibles quali avviamento, marchi e brevetti, licenze, computer software e costi di R&S. L’adozione italiana degli Ifrs rappresenta un set empirico unico per molteplici ragioni. Innanzitutto, il cambiamento di principi contabili è stato obbligatorio allo stesso momento per tutte le aziende quotate. La contemporaneità nell’adozione degli Ifrs rende il caso italiano esente dalle problematicità di self-selection bias indotte da un’adozione volontaria degli Ifrs. In secondo luogo, i principi contabili italiani e gli Ifrs rappresentano due opposti sistemi contabili, rispettivamente, stakeholder-oriented e shareholderoriented. Pertanto, diviene importante comprendere l’effetto dell’adozione di principi contabili shareholder-oriented in un paese caratterizzato da un sistema contabile stakeholder- oriented. Infine, per quanto attiene strettamente la valutazione contabile delle risorse immateriali, principi contabili italiani e Ifrs sono caratterizzati da criteri valutativi assai diversi. L’analisi di queste divergenze permette dunque di desumere l’influenza dei principi contabili sulla value relevance degli intangible assets.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.