L'università fascista, inaugurata da Giovanni Gentile nel 1925, fu per Bologna un importante centro culturale cittadino durante gli anni del regime. Il filosofo del fascismo scelse la città del più antico Ateneo del mondo per il ruolo esercitato dal ras locale Leandro Arpinati e fondò l’Università pochi mesi prima che a Bologna si tenesse il Congresso degli intellettuali fascisti. L’Università fascista, erede delle vecchie università popolari, divenne uno dei modelli per l’articolazione territoriale dell’Istituto nazionale fascista di Cultura. L’Università accolse molti docenti dell’Ateneo chiamati a tenere lezioni e cicli di conferenze su problemi di cultura e attualità politica poi ripresi in atti pubblicati a scadenza fissa, mentre il suo organo di stampa divenne il periodico mensile «Vita Nova», diretto da Giuseppe Saitta professore presso l’Ateneo bolognese di Storia della filosofia e allievo di Gentile. Sia l’Università che la rivista avevano la loro sede presso la Casa del Fascio di Bologna. Il contributo, attraverso la lettura di documenti, dei quotidiani locali e di «Vita Nova», ricostruisce la vicenda dell’Università fascista bolognese per capire, attraverso un caso locale, cosa il fascismo intendesse per cultura e quali fossero le finalità di indottrinamento che il regime andava delineando per gli intellettuali italiani.
S. Salustri (2011). L’Universita` Fascista di Bologna: un modello di accademia per il regime?. MILANO : Giuffré.
L’Universita` Fascista di Bologna: un modello di accademia per il regime?
SALUSTRI, SIMONA
2011
Abstract
L'università fascista, inaugurata da Giovanni Gentile nel 1925, fu per Bologna un importante centro culturale cittadino durante gli anni del regime. Il filosofo del fascismo scelse la città del più antico Ateneo del mondo per il ruolo esercitato dal ras locale Leandro Arpinati e fondò l’Università pochi mesi prima che a Bologna si tenesse il Congresso degli intellettuali fascisti. L’Università fascista, erede delle vecchie università popolari, divenne uno dei modelli per l’articolazione territoriale dell’Istituto nazionale fascista di Cultura. L’Università accolse molti docenti dell’Ateneo chiamati a tenere lezioni e cicli di conferenze su problemi di cultura e attualità politica poi ripresi in atti pubblicati a scadenza fissa, mentre il suo organo di stampa divenne il periodico mensile «Vita Nova», diretto da Giuseppe Saitta professore presso l’Ateneo bolognese di Storia della filosofia e allievo di Gentile. Sia l’Università che la rivista avevano la loro sede presso la Casa del Fascio di Bologna. Il contributo, attraverso la lettura di documenti, dei quotidiani locali e di «Vita Nova», ricostruisce la vicenda dell’Università fascista bolognese per capire, attraverso un caso locale, cosa il fascismo intendesse per cultura e quali fossero le finalità di indottrinamento che il regime andava delineando per gli intellettuali italiani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.