In questo saggio ci proponiamo, in primo luogo, di presentare le linee generali di un nostro progetto di ricerca sul “confine come metodo”, che stiamo sviluppando nella forma di un libro, e al tempo stesso di affrontare tre questioni rilevanti per quello che viene sempre più spesso discusso come "approccio topologico alle dinamiche culturali". Ci chiediamo prima di tutto come l’approccio topologico possa essere applicato all’interno dello spazio eterogeneo della globalizzazione, che si pone, a nostro avviso, oltre la dialettica dell’inclusione e dell’esclusione (ma anche oltre l’immagine dei flussi). L’approccio topologico, dal nostro punto di vista, coglie efficacemente i caratteri mobili ed elusivi delle geografie globali contemporanee: non si tratta, dunque, di contrapporre, nei termini introdotti da Deleuze e Guattari, lo spazio “striato” dei confini allo spazio “liscio” dei flussi. I processi di moltiplicazione dei confini che evidenziamo nella nostra ricerca sono piuttosto a nostro giudizio fattori essenziali nell’articolazione dello spazio globale contemporaneo. Costituiscono cioè una delle sue condizioni di possibilità, e devono essere indagati in questo senso, con uno spostamento significativo di prospettiva rispetto a molte analisi topologiche, che tuttavia non intende negarne il portato “conoscitivo”. In secondo luogo, e coerentemente con questo spostamento di prospettiva, discutiamo la pretesa neutralità dell’approccio topologico, spesso enfatizzata nei dibattiti contemporanei soprattutto quando più marcata è l’influenza dei modelli matematici e fisici. La nostra convinzione è che, nel mappare lo spazio dei flussi e dei confini porosi, l’approccio topologico debba essere colto nella sua ambivalenza: può divenire uno strumento per affinare le tecniche e i dispositivi di controllo così come uno strumento a disposizione di chi lotta per affermare e approfondire la libertà e l’uguaglianza. Infine, sosteniamo che è particolarmente produttivo, forse addirittura necessario, situare l’approccio topologico sul confine, assumendo come riferimento concrete pratiche di border crossing che sfidano la possibilità stessa di cartografie neutrali. Deriva da qui l’importanza dei movimenti migratori contemporanei, che sono del resto anche all’origine del nostro lavoro sui confini.

S. Mezzadra, B. Neilson (2011). Oltre il muro: topologia dello spazio globale sul confine tra inclusione ed esclusione. BIOLOGNA : I Libri di Emil.

Oltre il muro: topologia dello spazio globale sul confine tra inclusione ed esclusione

MEZZADRA, SANDRO;
2011

Abstract

In questo saggio ci proponiamo, in primo luogo, di presentare le linee generali di un nostro progetto di ricerca sul “confine come metodo”, che stiamo sviluppando nella forma di un libro, e al tempo stesso di affrontare tre questioni rilevanti per quello che viene sempre più spesso discusso come "approccio topologico alle dinamiche culturali". Ci chiediamo prima di tutto come l’approccio topologico possa essere applicato all’interno dello spazio eterogeneo della globalizzazione, che si pone, a nostro avviso, oltre la dialettica dell’inclusione e dell’esclusione (ma anche oltre l’immagine dei flussi). L’approccio topologico, dal nostro punto di vista, coglie efficacemente i caratteri mobili ed elusivi delle geografie globali contemporanee: non si tratta, dunque, di contrapporre, nei termini introdotti da Deleuze e Guattari, lo spazio “striato” dei confini allo spazio “liscio” dei flussi. I processi di moltiplicazione dei confini che evidenziamo nella nostra ricerca sono piuttosto a nostro giudizio fattori essenziali nell’articolazione dello spazio globale contemporaneo. Costituiscono cioè una delle sue condizioni di possibilità, e devono essere indagati in questo senso, con uno spostamento significativo di prospettiva rispetto a molte analisi topologiche, che tuttavia non intende negarne il portato “conoscitivo”. In secondo luogo, e coerentemente con questo spostamento di prospettiva, discutiamo la pretesa neutralità dell’approccio topologico, spesso enfatizzata nei dibattiti contemporanei soprattutto quando più marcata è l’influenza dei modelli matematici e fisici. La nostra convinzione è che, nel mappare lo spazio dei flussi e dei confini porosi, l’approccio topologico debba essere colto nella sua ambivalenza: può divenire uno strumento per affinare le tecniche e i dispositivi di controllo così come uno strumento a disposizione di chi lotta per affermare e approfondire la libertà e l’uguaglianza. Infine, sosteniamo che è particolarmente produttivo, forse addirittura necessario, situare l’approccio topologico sul confine, assumendo come riferimento concrete pratiche di border crossing che sfidano la possibilità stessa di cartografie neutrali. Deriva da qui l’importanza dei movimenti migratori contemporanei, che sono del resto anche all’origine del nostro lavoro sui confini.
2011
Topografia delle culture
29
55
S. Mezzadra, B. Neilson (2011). Oltre il muro: topologia dello spazio globale sul confine tra inclusione ed esclusione. BIOLOGNA : I Libri di Emil.
S. Mezzadra; B. Neilson
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