Nell'itinerario, mosso e perfino tormentoso, degli studi vichiani di Eugenio Garin, accanto a talune costanti di metodo, quali la larga erudizione in grado di ricostruire la fitta rete di rimandi intercorsi tra il pensiero di Vico e la cultura napoletana di fine Seicento e primo Settecento, l'analisi sistematica dei lavori di Garin mostra notevoli metamorfosi critiche, al limite della palinodia. Mentre nel volume vallardiano del 1947, dedicato alla «Filosofia», si accentuava la dimensione metafisica del pensiero vichiano, garante della trascendenza e della centralità della religione, nella monografia di dieci anni dopo, dedicata all'«Educazione in Europa», si insiste piuttosto sulla «critica radicale del fenomeno religioso, che lo avvicina singolarmente agli illuministi». Su questo abbrivo, i saggi di argomento vichiano degli anni successivi, soprattutto a partire da «Vico e l'eredità del pensieo del Rinascimento», un testo presentato nel 1978 a un convegno veneziano, difendono la tesi della modernità di Vico, in grado di comprendere «talune delle più profonde esigenze del secolo» XVIII. Tale conclusione, polemica con quanti viceversa ne accenttuarono la sua arretratezza, sollevò critiche da parte di altri studiosi, alle quali Garin seppe replicare con vigore nella sua ultima stagione di storico della filosofia.
Battistini A. (2011). Vico e il nuovo umanesimo del Settecento. ROMA : Edizioni di storia e letteratura.
Vico e il nuovo umanesimo del Settecento
BATTISTINI, ANDREA
2011
Abstract
Nell'itinerario, mosso e perfino tormentoso, degli studi vichiani di Eugenio Garin, accanto a talune costanti di metodo, quali la larga erudizione in grado di ricostruire la fitta rete di rimandi intercorsi tra il pensiero di Vico e la cultura napoletana di fine Seicento e primo Settecento, l'analisi sistematica dei lavori di Garin mostra notevoli metamorfosi critiche, al limite della palinodia. Mentre nel volume vallardiano del 1947, dedicato alla «Filosofia», si accentuava la dimensione metafisica del pensiero vichiano, garante della trascendenza e della centralità della religione, nella monografia di dieci anni dopo, dedicata all'«Educazione in Europa», si insiste piuttosto sulla «critica radicale del fenomeno religioso, che lo avvicina singolarmente agli illuministi». Su questo abbrivo, i saggi di argomento vichiano degli anni successivi, soprattutto a partire da «Vico e l'eredità del pensieo del Rinascimento», un testo presentato nel 1978 a un convegno veneziano, difendono la tesi della modernità di Vico, in grado di comprendere «talune delle più profonde esigenze del secolo» XVIII. Tale conclusione, polemica con quanti viceversa ne accenttuarono la sua arretratezza, sollevò critiche da parte di altri studiosi, alle quali Garin seppe replicare con vigore nella sua ultima stagione di storico della filosofia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.