Caveat emptor , “stia attento il compratore”, e la sua espressione simmetrica caveat venditor sono formule giuridiche latine, vive ancor oggi soprattutto nel linguaggio della giurisprudenza anglosassone; indicano l’obbligo di diligenza e acume richiesto al compratore nel controllare la merce che gli viene proposta, e al venditore nel garantirne le caratteristiche, per contrastare la presunta reciproca astuzia. La libera compravendita è percepita insomma come un “duello” sociale, in cui le parti si affrontano in un ruolo paritetico che supera le differenze economiche e sociali; gli spazi, l’arredo, la disposizione e l’esibizione delle merci, l’abbigliamento e la gestualità del venditore e del compratore sono la mise-en-scène di questa operazione. Quindi le rappresentazioni figurate delle scene di compravendita possono fornire, se correttamente decodificate, indici sociali, economici e culturali di grande importanza, che integrano in modo “vitale” i resti architettonici, e che mai si potrebbero ottenere attraverso le fonti storiche. Si pensi, per citare un es. notissimo, alle pitture sulla facciata dell’officina coactilaria di Verecundus a Pompei (IX 7, 5): sotto le immagini di Venus Physica e di Mercurius, le scene di produzione di feltri e tessuti, ars sordida, banausica, si concludono con la vendita, ars nobilis: il proprietario, che indossa le calzature di feltro prodotte nel suo laboratorio, esibisce orgogliosamente un panno; una “commessa”, in un ambiente arredato con eleganza, serve un cliente, seduto su una cathedra. Queste fonti figurate (pitture, rilievi, più raramente mosaici) sono in parte assai note e divulgate per il loro carattere pittoresco: ma in realtà questo ricco repertorio non è mai stato studiato in modo sistematico. Ci si propone invece di affrontarlo con un approccio metodologico rigoroso e complesso: studio integrale e sistematico di tutta la documentazione, avendo come obiettivo il riconoscimento dei codici iconografici e dei loro corrispettivi semantici.La ricerca verterà sui seguenti punti: - ricostruzione dei contesti di provenienza (da cui spesso i quadretti sono stati avulsi: commerciali, artigianali, domestici, funerari ecc) - ambito cronologico dalla metà del I sec a.C. al II sec. d.C. , uno dei periodi di maggior dinamismo socio-economico nella storia di Roma - ambito geografico di partenza non può che essere quello vesuviano per la completezza documentaria, che consentirà di impostare i parametri della ricerca. La ricerca si allargherà poi a Ostia e ai confronti con l’Italia settentrionale, in particolare la Regio VIII, Aemilia - rappresentazioni di vendita, a carattere narrativo o anche solo allusivo; saranno considerati anche i temi mitologici (Ulisse “mercante” a Sciro), fabulistici/epigrammatici (gli amorini mestieranti, la “vendita degli amorini”) - caratterizzazione dei soggetti umani: gestualità, abbigliamento, rappresentazione fisiognomica, elementi iconografici canonici e ricorrenti: i gesti del venditore e del compratore; la derivazione dei gesti da schemata dell’arte colta ecc - ruoii di genere: la presenza femminile nelle scene di compravendita, nel ruolo di compratore o di acquirente, è frequente e informa sul ruolo economico della donna nella società. Per inquadrare i contenuti delle scene figurate nel contesto culturale contemporaneo saranno necessari tre approfondimenti: linguistico, letterario, epigrafico ricerca lessicografica sulla terminologia dell’attività commerciale in latino ricerca letteraria sulle fonti latine, fondata sui risultati dell’indagine lessicale e dedicata ai testi della commedia, della poesia satirica ed epigrammatica, dell’epistolografia, del romanzo ricerca epigrafica in tutti i casi in cui l’immagine figurata è associata ad un testo (stele funerarie, scene di bottega “parlanti”, ecc). Un aspetto importante della ricerca, nelle fasi sia di studio che di comunicazione finale dei risultati si svolgerà in collaborazione con il CINECA e...

D. SCAGLIARINI (2013). Caveat emptor: le raffigurazioni del commercio nell’Italia romana.

Caveat emptor: le raffigurazioni del commercio nell’Italia romana

SCAGLIARINI, DANIELA
2013

Abstract

Caveat emptor , “stia attento il compratore”, e la sua espressione simmetrica caveat venditor sono formule giuridiche latine, vive ancor oggi soprattutto nel linguaggio della giurisprudenza anglosassone; indicano l’obbligo di diligenza e acume richiesto al compratore nel controllare la merce che gli viene proposta, e al venditore nel garantirne le caratteristiche, per contrastare la presunta reciproca astuzia. La libera compravendita è percepita insomma come un “duello” sociale, in cui le parti si affrontano in un ruolo paritetico che supera le differenze economiche e sociali; gli spazi, l’arredo, la disposizione e l’esibizione delle merci, l’abbigliamento e la gestualità del venditore e del compratore sono la mise-en-scène di questa operazione. Quindi le rappresentazioni figurate delle scene di compravendita possono fornire, se correttamente decodificate, indici sociali, economici e culturali di grande importanza, che integrano in modo “vitale” i resti architettonici, e che mai si potrebbero ottenere attraverso le fonti storiche. Si pensi, per citare un es. notissimo, alle pitture sulla facciata dell’officina coactilaria di Verecundus a Pompei (IX 7, 5): sotto le immagini di Venus Physica e di Mercurius, le scene di produzione di feltri e tessuti, ars sordida, banausica, si concludono con la vendita, ars nobilis: il proprietario, che indossa le calzature di feltro prodotte nel suo laboratorio, esibisce orgogliosamente un panno; una “commessa”, in un ambiente arredato con eleganza, serve un cliente, seduto su una cathedra. Queste fonti figurate (pitture, rilievi, più raramente mosaici) sono in parte assai note e divulgate per il loro carattere pittoresco: ma in realtà questo ricco repertorio non è mai stato studiato in modo sistematico. Ci si propone invece di affrontarlo con un approccio metodologico rigoroso e complesso: studio integrale e sistematico di tutta la documentazione, avendo come obiettivo il riconoscimento dei codici iconografici e dei loro corrispettivi semantici.La ricerca verterà sui seguenti punti: - ricostruzione dei contesti di provenienza (da cui spesso i quadretti sono stati avulsi: commerciali, artigianali, domestici, funerari ecc) - ambito cronologico dalla metà del I sec a.C. al II sec. d.C. , uno dei periodi di maggior dinamismo socio-economico nella storia di Roma - ambito geografico di partenza non può che essere quello vesuviano per la completezza documentaria, che consentirà di impostare i parametri della ricerca. La ricerca si allargherà poi a Ostia e ai confronti con l’Italia settentrionale, in particolare la Regio VIII, Aemilia - rappresentazioni di vendita, a carattere narrativo o anche solo allusivo; saranno considerati anche i temi mitologici (Ulisse “mercante” a Sciro), fabulistici/epigrammatici (gli amorini mestieranti, la “vendita degli amorini”) - caratterizzazione dei soggetti umani: gestualità, abbigliamento, rappresentazione fisiognomica, elementi iconografici canonici e ricorrenti: i gesti del venditore e del compratore; la derivazione dei gesti da schemata dell’arte colta ecc - ruoii di genere: la presenza femminile nelle scene di compravendita, nel ruolo di compratore o di acquirente, è frequente e informa sul ruolo economico della donna nella società. Per inquadrare i contenuti delle scene figurate nel contesto culturale contemporaneo saranno necessari tre approfondimenti: linguistico, letterario, epigrafico ricerca lessicografica sulla terminologia dell’attività commerciale in latino ricerca letteraria sulle fonti latine, fondata sui risultati dell’indagine lessicale e dedicata ai testi della commedia, della poesia satirica ed epigrammatica, dell’epistolografia, del romanzo ricerca epigrafica in tutti i casi in cui l’immagine figurata è associata ad un testo (stele funerarie, scene di bottega “parlanti”, ecc). Un aspetto importante della ricerca, nelle fasi sia di studio che di comunicazione finale dei risultati si svolgerà in collaborazione con il CINECA e...
2013
2011
D. SCAGLIARINI (2013). Caveat emptor: le raffigurazioni del commercio nell’Italia romana.
D. SCAGLIARINI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/110042
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