L’associazionismo in Toscana ha una diffusione molto forte che si mantiene continua nel tempo (a parte il riflusso e la crisi durante il periodo fascista), lungo tutto il periodo post-unitario, anche comparativamente con le altre regioni italiane. Si possono distinguere due periodi: il primo periodo post-unitario, fino alla prima guerra mondiale, nel quale predomina la forma del mutuo soccorso, che sarà quella che maggiormente trattiamo qui, ma sono presenti anche molte altre forme associative, culturali, politiche, cooperative, ricreative, musicali, ginnastiche, ecc., e il secondo periodo, quello successivo alla seconda guerra mondiale, nella quale le vecchie associazioni prefasciste vengono in parte rivitalizzate, molte altre ne sorgono ex novo, ma con un diverso rapporto con la politica e con funzioni sensibilmente diverse a livello di società civile. La Toscana si distingue in primo luogo per essere una regione in cui sono particolarmente accentuati alcuni caratteri tipici dell’associazionismo a livello nazionale. L’associazionismo di mutuo soccorso italiano si distingue da quello di altri paesi, del nord Europa e dell’Inghilterra, per essere caratterizzato dai seguenti elementi: • netta prevalenza di società territoriali, • insediamenti distribuiti sul territorio ma scarsa o nulla penetrazione nel settore agricolo • dimensioni alquanto ridotte, • patrimonio crescente, piccolo per le singole società, ma nel complesso considerevole • struttura economica e societaria flessibile e «leggera», • gamma delle attività sociali estesa in molte direzioni non istituzionali, quali attività ricreative, culturali, cooperative, ecc., • creazione di vere e proprie «Case del Popolo», che peraltro spesso mantengono ancor oggi la denominazione originaria legata al mutuo soccorso, • forti interazioni con la politica, ma rapporto complesso e variabile nel tempo.

La realtà associativa in Toscana tra ‘800 e ‘900 / L. Tomassini. - STAMPA. - (2011), pp. 15-33.

La realtà associativa in Toscana tra ‘800 e ‘900

TOMASSINI, LUIGI
2011

Abstract

L’associazionismo in Toscana ha una diffusione molto forte che si mantiene continua nel tempo (a parte il riflusso e la crisi durante il periodo fascista), lungo tutto il periodo post-unitario, anche comparativamente con le altre regioni italiane. Si possono distinguere due periodi: il primo periodo post-unitario, fino alla prima guerra mondiale, nel quale predomina la forma del mutuo soccorso, che sarà quella che maggiormente trattiamo qui, ma sono presenti anche molte altre forme associative, culturali, politiche, cooperative, ricreative, musicali, ginnastiche, ecc., e il secondo periodo, quello successivo alla seconda guerra mondiale, nella quale le vecchie associazioni prefasciste vengono in parte rivitalizzate, molte altre ne sorgono ex novo, ma con un diverso rapporto con la politica e con funzioni sensibilmente diverse a livello di società civile. La Toscana si distingue in primo luogo per essere una regione in cui sono particolarmente accentuati alcuni caratteri tipici dell’associazionismo a livello nazionale. L’associazionismo di mutuo soccorso italiano si distingue da quello di altri paesi, del nord Europa e dell’Inghilterra, per essere caratterizzato dai seguenti elementi: • netta prevalenza di società territoriali, • insediamenti distribuiti sul territorio ma scarsa o nulla penetrazione nel settore agricolo • dimensioni alquanto ridotte, • patrimonio crescente, piccolo per le singole società, ma nel complesso considerevole • struttura economica e societaria flessibile e «leggera», • gamma delle attività sociali estesa in molte direzioni non istituzionali, quali attività ricreative, culturali, cooperative, ecc., • creazione di vere e proprie «Case del Popolo», che peraltro spesso mantengono ancor oggi la denominazione originaria legata al mutuo soccorso, • forti interazioni con la politica, ma rapporto complesso e variabile nel tempo.
2011
Volontariato e mutua solidarietà. 150 anni di previdenza in Italia
15
33
La realtà associativa in Toscana tra ‘800 e ‘900 / L. Tomassini. - STAMPA. - (2011), pp. 15-33.
L. Tomassini
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