La grande guerra segnò un momento di svolta fondamentale per l’organizzazione della ricerca scientifica a livello internazionale; anche in Italia coinvolse profondamente il mondo dell’Università, e delle connesse attività di ricerca, ma non tanto direttamente quanto indirettamente. Infatti l’eccezionale rilevanza degli aspetti legati alla tecnologia, alle nuove armi, alle invenzioni e ai ritrovati legati alle nuove tecniche di combattimento, ma anche alla organizzazione e alla razionalizzazione della produzione industriale in un periodo prolungato di belligeranza che comportava un enorme dispendio ed una relativa carenza di materie prime, tutto ciò indusse a una concentrazione di sforzi e di risorse sul piano della ricerca scientifica che assunse dimensioni e caratteri nuovi e molto spesso trovò canali nuovi e diversi da quelli universitari. In sintesi, si potrebbe dire che le novità portate dalla guerra riguardarono alcuni punti chiave, fra cui : - la fine dell’internazionalismo scientifico d’anteguerra, con tutto quello che comportava in termini di rapporti interaccademici, di rapporti di collaborazione, interscambio e anche interdipendenza fra gli ambienti e le strutture organizzative a livello nazionale e internazionale; - un forte impulso alla ricerca applicata in confronto alla ricerca pura; - una forte accelerazione del passaggio, già in atto, dalla figura dell’inventore ottocentesco alla concentrazione della ricerca e dell’innovazione in ambiti organizzati, sia privati (aziendali) sia pubblici, ma in quest’ultimo caso spesso diversi e distinti dai laboratori universitari; - una forte ideologizzazione della scienza, con prese di posizione “politiche” degli scienziati, e forme di “mobilitazione” degli intellettuali non solo delle aree umanistiche, ma anche propriamente tecnico-scientifiche - la costituzione di alcuni grandi strutture di ricerca finalizzate al coordinamento della ricerca su base nazionale (i Consigli Nazionali delle Ricerche) con finalità apertamente legate ad obiettivi bellici e di espansione economico produttiva, per il dominio delle risorse e dei mercati.
L. Tomassini (2011). Per una scienza “nazionale”. L’organizzazione della ricerca scientifica in Italia (1915-1924). BOLOGNA : CLUEB [10.1400/176186].
Per una scienza “nazionale”. L’organizzazione della ricerca scientifica in Italia (1915-1924)
TOMASSINI, LUIGI
2011
Abstract
La grande guerra segnò un momento di svolta fondamentale per l’organizzazione della ricerca scientifica a livello internazionale; anche in Italia coinvolse profondamente il mondo dell’Università, e delle connesse attività di ricerca, ma non tanto direttamente quanto indirettamente. Infatti l’eccezionale rilevanza degli aspetti legati alla tecnologia, alle nuove armi, alle invenzioni e ai ritrovati legati alle nuove tecniche di combattimento, ma anche alla organizzazione e alla razionalizzazione della produzione industriale in un periodo prolungato di belligeranza che comportava un enorme dispendio ed una relativa carenza di materie prime, tutto ciò indusse a una concentrazione di sforzi e di risorse sul piano della ricerca scientifica che assunse dimensioni e caratteri nuovi e molto spesso trovò canali nuovi e diversi da quelli universitari. In sintesi, si potrebbe dire che le novità portate dalla guerra riguardarono alcuni punti chiave, fra cui : - la fine dell’internazionalismo scientifico d’anteguerra, con tutto quello che comportava in termini di rapporti interaccademici, di rapporti di collaborazione, interscambio e anche interdipendenza fra gli ambienti e le strutture organizzative a livello nazionale e internazionale; - un forte impulso alla ricerca applicata in confronto alla ricerca pura; - una forte accelerazione del passaggio, già in atto, dalla figura dell’inventore ottocentesco alla concentrazione della ricerca e dell’innovazione in ambiti organizzati, sia privati (aziendali) sia pubblici, ma in quest’ultimo caso spesso diversi e distinti dai laboratori universitari; - una forte ideologizzazione della scienza, con prese di posizione “politiche” degli scienziati, e forme di “mobilitazione” degli intellettuali non solo delle aree umanistiche, ma anche propriamente tecnico-scientifiche - la costituzione di alcuni grandi strutture di ricerca finalizzate al coordinamento della ricerca su base nazionale (i Consigli Nazionali delle Ricerche) con finalità apertamente legate ad obiettivi bellici e di espansione economico produttiva, per il dominio delle risorse e dei mercati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.