L’articolo tratta della ricezione della cultura inglese in quella nazione a parte che è costituita dalla comunità dei rifugiati ugonotti nella Londra di fine Seicento. Se è vero che, come è stato affermato, il giudizio di Voltaire non accompagnerà solo la fortuna di Shakespeare in Francia, ma avrà delle conseguenze per la valutazione di tutta la letteratura inglese, non meno sorprendente è notare quanto la critica novecentesca sia stata a sua volta influenzata dal giudizio voltairiano al momento di illustrare la posizione di coloro che l’avevano preceduto; quanto gli autori degli studi ‘canonici’ relativi alla ricezione della cultura d’oltremanica in Francia abbiano di fatto forzato i testi di quei precursori in funzione dell’autorevole punto d’arrivo. È ciò che sembra emergere chiaramente anche dall’interpretazione del testo di cui ci siamo occupati in questo articolo, un dizionario sui generis, trattandosi di Memoires et observations faites par un voyageur en Angleterre, dato alle stampe nel 1698, trentasei anni prima, dunque, delle Lettres philosophiques. Senza voler nulla togliere all’apporto indiscutibile dei fautori della crisi della coscienza europea all’ideologia dei Lumi, magistralmente messo in luce negli anni ’30 del secolo scorso da Paul Hazard, quello che abbiamo auspicato è semplicemente di cambiare la direzione dello sguardo: non è tra i passi più vistosamente voltairiani, dunque inevitabilmente più citati, che il lettore dei Memoires troverà infatti le posizioni più innovative; al contrario, come abbiamo voluto mostrare, se c’è un momento in cui il loro autore sembra superare limiti apparentemente invalicabili quali costituiranno ancora per l’autore delle Lettres philosophiques, e persino per la romantica Madame de Staël, le sacrosante “règles”, esso è paradossalmente determinato dall’elemento meno scontatamente voltairiano, meno stereotipicamente settecentesco: l’elemento religioso.

B. Conconi (2011). “On se moque ici de toutes les loix du Théatre d’Aristote et des nôtres”: limiti ed intuizioni di un osservatore ugonotto oltremanica ai tempi della crisi della coscienza europea. BOLOGNA : Bononia University Press.

“On se moque ici de toutes les loix du Théatre d’Aristote et des nôtres”: limiti ed intuizioni di un osservatore ugonotto oltremanica ai tempi della crisi della coscienza europea

CONCONI, BRUNA
2011

Abstract

L’articolo tratta della ricezione della cultura inglese in quella nazione a parte che è costituita dalla comunità dei rifugiati ugonotti nella Londra di fine Seicento. Se è vero che, come è stato affermato, il giudizio di Voltaire non accompagnerà solo la fortuna di Shakespeare in Francia, ma avrà delle conseguenze per la valutazione di tutta la letteratura inglese, non meno sorprendente è notare quanto la critica novecentesca sia stata a sua volta influenzata dal giudizio voltairiano al momento di illustrare la posizione di coloro che l’avevano preceduto; quanto gli autori degli studi ‘canonici’ relativi alla ricezione della cultura d’oltremanica in Francia abbiano di fatto forzato i testi di quei precursori in funzione dell’autorevole punto d’arrivo. È ciò che sembra emergere chiaramente anche dall’interpretazione del testo di cui ci siamo occupati in questo articolo, un dizionario sui generis, trattandosi di Memoires et observations faites par un voyageur en Angleterre, dato alle stampe nel 1698, trentasei anni prima, dunque, delle Lettres philosophiques. Senza voler nulla togliere all’apporto indiscutibile dei fautori della crisi della coscienza europea all’ideologia dei Lumi, magistralmente messo in luce negli anni ’30 del secolo scorso da Paul Hazard, quello che abbiamo auspicato è semplicemente di cambiare la direzione dello sguardo: non è tra i passi più vistosamente voltairiani, dunque inevitabilmente più citati, che il lettore dei Memoires troverà infatti le posizioni più innovative; al contrario, come abbiamo voluto mostrare, se c’è un momento in cui il loro autore sembra superare limiti apparentemente invalicabili quali costituiranno ancora per l’autore delle Lettres philosophiques, e persino per la romantica Madame de Staël, le sacrosante “règles”, esso è paradossalmente determinato dall’elemento meno scontatamente voltairiano, meno stereotipicamente settecentesco: l’elemento religioso.
2011
Minding the Gap: Studies in Linguistic and Cultural Exchange. For Rosa Maria Bollettieri Bosinelli
347
359
B. Conconi (2011). “On se moque ici de toutes les loix du Théatre d’Aristote et des nôtres”: limiti ed intuizioni di un osservatore ugonotto oltremanica ai tempi della crisi della coscienza europea. BOLOGNA : Bononia University Press.
B. Conconi
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