Se vi è un aspetto intorno al quale le riflessioni sulla sostenibilità e sulla città ecologica del futuro hanno portato risultati concreti e hanno indicato una via, questo consiste nell’impossibilità di prescindere dall’approccio interscalare. Dal dettaglio architettonico alla pianificazione urbana, dai materiali dell’involucro all’esposizione: tutto concorre e deve concorrere all’interno di una nuova concezione dell’abitare, ove il concetto di innovazione non consiste nell’ideare nuovi edifici dalle prestazioni tecnologiche sempre più spinte, quanto nel mettere mano all’enorme volume costruito già esistente. L’edilizia storica - in particolar modo le costruzioni del Dopoguerra - ne rappresenta la quota più consistente, inadeguata sia da un punto di vista formale che funzionale. Riqualificare socialmente e energeticamente un edificio, oggi, s’impone come passaggio-chiave per la costruzione delle città sostenibili del domani, ove sarà necessario applicare una visione integrata e qualitativa del quadro di vita, dai più generali concetti di comfort e benessere, agli aspetti economici, estetici e sociali, che superano il puro dato tecnologico. Esperienze europee di Housing sociale forniscono interessanti percorsi di studio e trasformazione: in particolare in Germania e Francia, ove la ricerca di modelli diversi di rigenerazione urbana, propone, non solo in centro città ma soprattutto in periferia, una qualità urbana e formale elevata in una mixité sociale ri-equilibrata. Tale esito è ottenuto con strategie complesse che presuppongono livelli diversificati di intervento: dalla nuova edificazione al retrofitting energetico come mezzo per mutare la scena urbana sia dal punto di vista percettivo che prestazionale. La gamma di azioni possibili è rivolta altresì agli interventi di “sottrazione ed addizione volumetrica”, volti a rimodellare e riequilibrare, anche dal punto di vista delle masse, l’impatto visivo dei “grands ensembles” abitativi. Attraverso la presentazione di alcuni case histories particolarmente significativi il testo si pone l’obiettivo di approfondire quei progetti innovativi capaci di stabilire relazioni tra concept progettuali originali e soluzioni tecniche performanti, per migliorare la qualità architettonica ed il comfort nella riqualificazione dell’abitato esistente. La città ecologica è dunque, già presente, potenzialmente, intorno a noi. Essa dev’essere riportata alla luce e valorizzata, con l’ausilio delle discipline morfo-tipologiche urbane e l’analisi delle matrici culturali che l’hanno determinata.

A. Milan, M. Pellegrino (2010). Città ecologica in nuce: le periferie urbane. NAPOLI : CLEAN.

Città ecologica in nuce: le periferie urbane

MILAN, ANDREINA;
2010

Abstract

Se vi è un aspetto intorno al quale le riflessioni sulla sostenibilità e sulla città ecologica del futuro hanno portato risultati concreti e hanno indicato una via, questo consiste nell’impossibilità di prescindere dall’approccio interscalare. Dal dettaglio architettonico alla pianificazione urbana, dai materiali dell’involucro all’esposizione: tutto concorre e deve concorrere all’interno di una nuova concezione dell’abitare, ove il concetto di innovazione non consiste nell’ideare nuovi edifici dalle prestazioni tecnologiche sempre più spinte, quanto nel mettere mano all’enorme volume costruito già esistente. L’edilizia storica - in particolar modo le costruzioni del Dopoguerra - ne rappresenta la quota più consistente, inadeguata sia da un punto di vista formale che funzionale. Riqualificare socialmente e energeticamente un edificio, oggi, s’impone come passaggio-chiave per la costruzione delle città sostenibili del domani, ove sarà necessario applicare una visione integrata e qualitativa del quadro di vita, dai più generali concetti di comfort e benessere, agli aspetti economici, estetici e sociali, che superano il puro dato tecnologico. Esperienze europee di Housing sociale forniscono interessanti percorsi di studio e trasformazione: in particolare in Germania e Francia, ove la ricerca di modelli diversi di rigenerazione urbana, propone, non solo in centro città ma soprattutto in periferia, una qualità urbana e formale elevata in una mixité sociale ri-equilibrata. Tale esito è ottenuto con strategie complesse che presuppongono livelli diversificati di intervento: dalla nuova edificazione al retrofitting energetico come mezzo per mutare la scena urbana sia dal punto di vista percettivo che prestazionale. La gamma di azioni possibili è rivolta altresì agli interventi di “sottrazione ed addizione volumetrica”, volti a rimodellare e riequilibrare, anche dal punto di vista delle masse, l’impatto visivo dei “grands ensembles” abitativi. Attraverso la presentazione di alcuni case histories particolarmente significativi il testo si pone l’obiettivo di approfondire quei progetti innovativi capaci di stabilire relazioni tra concept progettuali originali e soluzioni tecniche performanti, per migliorare la qualità architettonica ed il comfort nella riqualificazione dell’abitato esistente. La città ecologica è dunque, già presente, potenzialmente, intorno a noi. Essa dev’essere riportata alla luce e valorizzata, con l’ausilio delle discipline morfo-tipologiche urbane e l’analisi delle matrici culturali che l’hanno determinata.
2010
Abitare il futuro... dopo Copenhagen | Inhabiting the Future ... after Copenhagen.
905
915
A. Milan, M. Pellegrino (2010). Città ecologica in nuce: le periferie urbane. NAPOLI : CLEAN.
A. Milan; M. Pellegrino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/108217
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