Da alcuni anni le scienze sociali hanno ‘scoperto’ un tipo di beni che non sono né cose materiali, né idee, né prestazioni, ma consistono di relazioni sociali, e per tale ragione sono chiamati ‘beni relazionali’. Il libro intende mettere chiarezza su questo concetto, utilizzato da varie discipline come la sociologia, l’economia, la politologia, la filosofia. Ci si chiede: che cosa sono i beni relazionali? Come facciamo a sapere dove stanno e come emergono? Come possiamo ‘misurarli’? Qual è il loro valore pratico? A tutte queste domande il volume risponde mediante l’approccio sociologico relazionale, il quale mostra come questi beni costituiscano una realtà sui generis. Il criterio per riconoscerli e trattarli è il seguente: bisogna chiedersi che cos’è che i soggetti osservati non possono ottenere se non attraverso la relazione con gli altri. In conclusione, gli Autori arrivano a definire i beni relazionali come quelle entità immateriali (intangible goods) che consistono delle relazioni sociali che emergono da soggetti riflessivamente orientati a produrre e fruire assieme di un bene che essi non potrebbero ottenere altrimenti. Una ricerca empirica mostra la validità di questa definizione non solo con riferimento al mondo del non profit (gruppi di auto e mutuo aiuto), ma anche delle imprese economiche che stanno sul mercato. Donati ha scritto la introduzione e i capitoli 1,4,5. Solci ha scritto i capitoli 2 e 3.
I beni relazionali. Che cosa sono e quali effetti producono / Donati, P.; Solci, R.. - STAMPA. - (2011), pp. 1-244.
I beni relazionali. Che cosa sono e quali effetti producono
P. Donati;
2011
Abstract
Da alcuni anni le scienze sociali hanno ‘scoperto’ un tipo di beni che non sono né cose materiali, né idee, né prestazioni, ma consistono di relazioni sociali, e per tale ragione sono chiamati ‘beni relazionali’. Il libro intende mettere chiarezza su questo concetto, utilizzato da varie discipline come la sociologia, l’economia, la politologia, la filosofia. Ci si chiede: che cosa sono i beni relazionali? Come facciamo a sapere dove stanno e come emergono? Come possiamo ‘misurarli’? Qual è il loro valore pratico? A tutte queste domande il volume risponde mediante l’approccio sociologico relazionale, il quale mostra come questi beni costituiscano una realtà sui generis. Il criterio per riconoscerli e trattarli è il seguente: bisogna chiedersi che cos’è che i soggetti osservati non possono ottenere se non attraverso la relazione con gli altri. In conclusione, gli Autori arrivano a definire i beni relazionali come quelle entità immateriali (intangible goods) che consistono delle relazioni sociali che emergono da soggetti riflessivamente orientati a produrre e fruire assieme di un bene che essi non potrebbero ottenere altrimenti. Una ricerca empirica mostra la validità di questa definizione non solo con riferimento al mondo del non profit (gruppi di auto e mutuo aiuto), ma anche delle imprese economiche che stanno sul mercato. Donati ha scritto la introduzione e i capitoli 1,4,5. Solci ha scritto i capitoli 2 e 3.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.