Nel corso del Settecento, la “macchina” operistica, con la sua sempre maggiore richiesta di cantanti, portò a un rapido sviluppo delle scuole di canto, nei Conservatori o nelle case private dei maestri. Non si sviluppò però con altrettanta rapidità un’editoria a sostegno della didattica. Se nella seconda metà del secolo viene di moda la pubblicazione di solfeggi ed esercizi vari per lo studio del canto, mancano i testi teorici che parlino di canto con le parole, e non solo con la musica. Le uniche due eccezioni note sono le riflessioni di Pier Francesco Tosi (1723) e Giambattista Mancini (1774, 1777), che accanto ai precetti didattici inseriscono racconti storici e commenti polemici. È solo con il nuovo secolo che si assiste a un vero boom editoriale, a cominciare dal Metodo del Conservatorio di Parigi impostato da Bernardo Mengozzi (1804), per continuare con una serie di volumi che portavano in gran parte la firma di celebri cantanti. In queste pubblicazioni si parla di tecnica ma anche di stile, fornendo all’esecutore moderno indicazioni utili per l’esecuzione della musica vocale d’inizio Ottocento.
M. Beghelli (2013). I trattati di canto: una novità del Primo Ottocento. Kassel : Bärenreiter.
I trattati di canto: una novità del Primo Ottocento
BEGHELLI, MARCO
2013
Abstract
Nel corso del Settecento, la “macchina” operistica, con la sua sempre maggiore richiesta di cantanti, portò a un rapido sviluppo delle scuole di canto, nei Conservatori o nelle case private dei maestri. Non si sviluppò però con altrettanta rapidità un’editoria a sostegno della didattica. Se nella seconda metà del secolo viene di moda la pubblicazione di solfeggi ed esercizi vari per lo studio del canto, mancano i testi teorici che parlino di canto con le parole, e non solo con la musica. Le uniche due eccezioni note sono le riflessioni di Pier Francesco Tosi (1723) e Giambattista Mancini (1774, 1777), che accanto ai precetti didattici inseriscono racconti storici e commenti polemici. È solo con il nuovo secolo che si assiste a un vero boom editoriale, a cominciare dal Metodo del Conservatorio di Parigi impostato da Bernardo Mengozzi (1804), per continuare con una serie di volumi che portavano in gran parte la firma di celebri cantanti. In queste pubblicazioni si parla di tecnica ma anche di stile, fornendo all’esecutore moderno indicazioni utili per l’esecuzione della musica vocale d’inizio Ottocento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.