Gli ultimi trenta anni sono stati testimoni di un profondo cambiamento nel settore turistico: l'emergere di una molteplicità di motivazioni e di esperienze tursitiche, il superamento dell'idea di vacanza come allontamento dalla vita quotidiana, sostituita dalla concezione di vacanza come approfondimento delle esperienze della vita di tutti i giorni; il passaggio dalla promozione delle singole destinazioni turistiche a quello dell'intero territorio con tutte le risorse naturali, artistiche e ricreative in esso insediate. Abitualmente gli studiosi li racchiudono nel termine turismo post-moderno. Tali cambiamenti hanno modificato anche la mappa delle località turistiche. Infatti, se dalla fine della seconda guerra mondiale alla seconda crisi petrolifera la crescita dei flussi turistici nel Mediterraneo era stata trainata dal segmento balneare, la fase successiva si è caratterizzata per l'emergere di nuovi prodotti e di conseguenza di nuove destinazioni. In generale tale andamento sembra aver rafforzato il turismo urbano a scapito di quello balneare, il quale dal 1945 in poi, era sempre risultato il più dinamico. Così le tradizionali mete balneari, sospinte dalla crescente competizione, hanno avviato percorsi di riqualificazione differenziati alla ricerca sia della rivitalizzazione del loro prodotto tradizionale sia di nuove proposte. Sia l' Italia sia gli altri paesi del Mediterraneo sono stati coinvolti in tali trasformazioni. In questa relazione analizzeremo il percorso intrapreso da alcune località della costa Adriatica e, in particolare, da Rimini. Infatti, sin dalla fine degli anni settanta molti centri balneari cominciarono ad investire nella costruzione di eventi culturali e nel recupero del loro patrimonio artistico e architettonico. Ricordiamo l’istituzione del Festival del teatro di Figura e l’avvio del recupero degli edifici legati alla produzione del sale a Cervia, l’invenzione del Rossini opera festival a Pesaro e il recupero di importanti monumenti nonché l’apertura di scavi archeologici a Rimini. Tuttavia non sempre la riscoperta del patrimonio culturale, spesso nata per rispondere ad una domanda di ricostruzione di identità e di memoria espressa dai residenti, ha determinato la creazione di un’immagine turistica diversa dal passato, come rivelano i manifesti pubblicitari degli ultimi 15 anni. Nelle località della costa Adriatica, l’elaborazione di un nuovo prodotto turistico, che comprenda al suo interno anche la dimensione culturale, non può ancora dirsi conclusa. Tale lentezza è in parte da imputare alle caratteristiche stesse del processo innovativo. Infatti, lungo la costa Adriatica, e soprattutto nella sua parte centro-settentrionale, esso non è mai stato guidato da un pianificatore centrale, sia esso privato (come nel caso statunitense) oppure pubblico (come nel caso francese), ma è emerso come risultato dell'interazione fra pubblico e privato a seguito di una lunga e progressiva accumulazione di investimenti.
P.Battilani (2011). Il ruolo della cultura nel turismo balneare post-moderno: il caso di Rimini e della costa adriatica. ILES BALEARIS : Institut Balear d'Economia.
Il ruolo della cultura nel turismo balneare post-moderno: il caso di Rimini e della costa adriatica
BATTILANI, PATRIZIA
2011
Abstract
Gli ultimi trenta anni sono stati testimoni di un profondo cambiamento nel settore turistico: l'emergere di una molteplicità di motivazioni e di esperienze tursitiche, il superamento dell'idea di vacanza come allontamento dalla vita quotidiana, sostituita dalla concezione di vacanza come approfondimento delle esperienze della vita di tutti i giorni; il passaggio dalla promozione delle singole destinazioni turistiche a quello dell'intero territorio con tutte le risorse naturali, artistiche e ricreative in esso insediate. Abitualmente gli studiosi li racchiudono nel termine turismo post-moderno. Tali cambiamenti hanno modificato anche la mappa delle località turistiche. Infatti, se dalla fine della seconda guerra mondiale alla seconda crisi petrolifera la crescita dei flussi turistici nel Mediterraneo era stata trainata dal segmento balneare, la fase successiva si è caratterizzata per l'emergere di nuovi prodotti e di conseguenza di nuove destinazioni. In generale tale andamento sembra aver rafforzato il turismo urbano a scapito di quello balneare, il quale dal 1945 in poi, era sempre risultato il più dinamico. Così le tradizionali mete balneari, sospinte dalla crescente competizione, hanno avviato percorsi di riqualificazione differenziati alla ricerca sia della rivitalizzazione del loro prodotto tradizionale sia di nuove proposte. Sia l' Italia sia gli altri paesi del Mediterraneo sono stati coinvolti in tali trasformazioni. In questa relazione analizzeremo il percorso intrapreso da alcune località della costa Adriatica e, in particolare, da Rimini. Infatti, sin dalla fine degli anni settanta molti centri balneari cominciarono ad investire nella costruzione di eventi culturali e nel recupero del loro patrimonio artistico e architettonico. Ricordiamo l’istituzione del Festival del teatro di Figura e l’avvio del recupero degli edifici legati alla produzione del sale a Cervia, l’invenzione del Rossini opera festival a Pesaro e il recupero di importanti monumenti nonché l’apertura di scavi archeologici a Rimini. Tuttavia non sempre la riscoperta del patrimonio culturale, spesso nata per rispondere ad una domanda di ricostruzione di identità e di memoria espressa dai residenti, ha determinato la creazione di un’immagine turistica diversa dal passato, come rivelano i manifesti pubblicitari degli ultimi 15 anni. Nelle località della costa Adriatica, l’elaborazione di un nuovo prodotto turistico, che comprenda al suo interno anche la dimensione culturale, non può ancora dirsi conclusa. Tale lentezza è in parte da imputare alle caratteristiche stesse del processo innovativo. Infatti, lungo la costa Adriatica, e soprattutto nella sua parte centro-settentrionale, esso non è mai stato guidato da un pianificatore centrale, sia esso privato (come nel caso statunitense) oppure pubblico (come nel caso francese), ma è emerso come risultato dell'interazione fra pubblico e privato a seguito di una lunga e progressiva accumulazione di investimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.