Con questo numero l'Annale introduce due importanti cambiamenti. In primo luogo è stato formalizzato il referaggio in forma anonima. La redazione e il comitato scientifico della rivista si erano sempre riservati il diritto e il dovere di rifiutare saggi ancora troppo acerbi o di chiedere ulteriori approfondimenti, tuttavia a partire da questo numero la procedura è stata formalizzata introducendo due fasi di referaggio. Ringraziamo pertanto i numerosi colleghi, molti dei quali esterni al comitato scientifico, che hanno accettato di valutare, respingendo o suggerendo modifiche in forma anonima ai saggi pervenuti nel corso dell'anno. In secondo luogo, come si può vedere, si è optato per un taglio monografico, che verrà periodicamente riproposto. Infatti, pur rimando la possibilitò di ricevere e selezionare saggi sui vari aspetti della storia del turismo e quindi di comporre volumi più eterogenei, si è ritenuto utile stimolare l'analisi di determinati temi. Si è proposto come primo filone di studio, quello dell'impresa turistica italiana, ovviamente nella sua evoluzione storica, perchè ancora in parte inesplorata. La mancanza di grandi imprese di riferimento e dei loro archivi rende, infatti, molto complessa l'analisi del settore turistico secondo un'approccio di business history. Per tale ragione uno dei motivi di interesse di questo numero monografico risiede proprio nell'individuazione di una molteplicità di fonti archivistiche attorno alle quali avviare la ricostruzione e l'analisi delle imprese turistiche e delle reti da esse create. Il lavoro di Ivana Ait e Donatella Strangio ricostruisce la vicenda di un primo tipo di “catena alberghiera” che si sviluppò a Roma nel corso del Cinquecento, rendendo la città uno dei riferimenti per l'ospitalità più importanti d'Europa. Grazie al Fondo Ospedale del S. Salvatore e al Fondo CNC conservati presso l' Archivio di Stato di Roma, il saggio ricostruisce la vicenda di due hospitator, Buzio di Cola Raynerii del rione Colonna e Giacomo di Giovanni detto Murello, che raggruppando la proprietà di diverse unità immobiliari diedero appunto vita a qualcosa che può ricordare le odierne catene alberghiere. Il quadro generale viene poi completato con le informazioni sulle attività, i contratti e gli investimenti di locandieri e tavernieri di cui si può trovare traccia nei materiali dell' Archivio Storico Capitolino e dell'Archivio di S. Maria dell'Anima. Il lavoro di Andrea Zanini ci riporta, invece, all'epoca contemporanea e in particolare al periodo in cui si afferma anche in Italia una nuova generazione di albergatori, più attenti alla dimensione tecnica e organizzativa della professione e con una prospettiva internazionale. Le vicende di Federico Fioroni e della rete di alberghi da lui gestiti, consentono così di tracciare non solo le tappe salienti dell'affermazione di un'hotellerie di fascia alta a Genova, ma anche di comprendere perchè la forma dell'impresa famigliare e del gruppo di impresa viene preferita alla costruzione di un'unica società per azioni. Anche in questo caso, il ricorso a nuove fonti aggiunge interesse al saggio che si giova, tra l'altro, della ricca documentazione conservata presso l'archivio della famiglia Fioroni, comunque integrata con i materiali conservati presso l'archivio di stato di Como, l'Archivio storico del Comune di Genova e l'Archivio notarile distrettuale di Genova. I saggi di Giuliana Geronimo sugli alberghi milanesi, di Maria Sirago sulle imprese balneari e termali napoletane, di Elisabetta Caroppo sull'imprenditorialità turistica dell'area brindisina, spostano l'attenzione dalle singole storie di impresa al territorio nel suo complesso. Anche in questo caso vale la pena ricordare le fonti, spesso precedentemete inesplorate, dalle quali le autrici hanno attinto informazioni. Nel saggio su Milano, fra le varie fonti consultate, che vanno dal materiale a stampa al Fondo Registro Ditte della Camera di Commercio di Milano, si sono rivelate di particolare interesse le pratiche edilizie conservate all'interno del Fondo Ornato Fabbriche dell'Archivio Civico del Castello Sforzesco di Milano, in alcuni casi arricchete dai disegni dei progettisti. Tali materiali, consentendo di ricostruire l'evoluzione degli edifici e della loro organizzazione interna aprono importanti prospettive di ricerca sul rapporto fra ospitalità e innovazione tecnologica. Ad una molteplicità di fonti fanno ricorso anche Maria Sirago ed Elisabetta Caroppo allo scopo di ricostruire le vicende di un'imprenditorialità minuta e priva di archivi famigliali o aziendali come quella che contribuì alla nascita del settore turistico napoletano fra otto e novecento nonché del comparto turistico brindisino nella seconda metà del novecento. Ricordiamone brevemente alcune: l'Archivio privato Nunziante, l'Archivio di Stato di Napoli, la Casa Reale Antica, l' Intendenza di Napoli, l'Archivio della Prefettura di Polizia, l'Archivio di Stato di Brindisi, l'Archivio della Provincia di Brindisi, l' Archivio storico del Comune di Fasano. Ricordiamo da ultimo l'archivio del Gabinetto della Prefettura di Lucca, ancora in gran parte inesplorato nonostante la ricchezza del materiale, che Elisa Tizzoni ha utilizzato per l'analisi dell'impatto prodotto dagli scambi turistici organizzati dalle associazioni dopolavoristiche italiane e tedesche negli anni trenta sul settore alberghiero di Viareggio. Nel complesso i saggi qui raccolti offrono un quadro molto ampio delle fonti documentarie alle quali è possibile ricorrere, quando si avviano progetti di business history, pur in assenza di archivi aziendali veri e propri. Ad esse vanno poi aggiunte le fonti più tradizionali, come i bilanci e i verbali dei consigli di amministrazione, che sono in genere disponibili per la storia delle imprese di maggiori dimensioni e che, in questo volume, sono stati utilizzati da Maria Luisa Ferrari per ricostruire le vicende della Società Incremento Turistico Canazei e da Andrea Varini per gli alberghi della famiglia Fioroni. Nonostante il taglio monografico di questa edizione degli Annali, i saggi proposti analizzano temi piuttosto differenziati che spesso varcano i confini della business history per portarsi sul terreno della storia urbana o regionale. 1. L'emergere di forme societarie più o meno complesse nella gestione della ricettività in epoca rinascimentale e quindi la partecipazione del settore alberghiero a quella stagione di innovazione istituzionale che caratterizza la crescita economica di quell'epoca. 2. I limiti e le potenzialità dell'impresa famigliare nel settore ricettivo e il suo mancato passaggio ad imprese di capitali vere e proprie 3. Il rapporto fra innovazione tecnologica e gestione di impresa in un settore, quello alberghiero, in cui il cambiamento tecnologico deve essere incorporato negli edifici stessi e sposarsi con le tecniche costruttive. 4. I fattori che hanno rallentato e rallentano la formazione di un' imprenditorialità turistica 5. La collaborazione fra pubblico e privato nella gestione e nella definizione delle politiche di investimento degli impianti di risalita 6. Il rapporto fra i diversi livelli di governo del territorio nel periodo fascista e il suo impatto sul settore alberghiero. La varietà dei temi, degli approcci e delle fonti ci offrono un quadro abbastanza ampio delle ricerche in corso attorno alle imprese turistiche italiane nonchè dei percorsi non ancora intrapresi. A conclusione di questa breve presentazione non ci resta allora che auspicare un ulteriore sviluppo di questo approccio nell'ambito della ricerca storica sul turismo e soprattutto un collegamento fra quest'ultima e la letteratura che la business history ha prodotto sull'organizzazione, sulla forma e sull'evoluzione dell'impresa in generale. Come si può intuire dalla frammentarietà delle fonti e dalla necessità di consultare molteplici archivi per arrivare alla proposta di un quadro di insieme coerente, non si tratta di un obiettivo facile. Tuttavia è difficile pensare di poter fare a meno per un settore importante come quello turistico di studi che, in prospettiva storica, analizzino l'organizzazione funzionale delle imprese di media e grande dimensione, le strategie di marketing, le politiche di investimento e, ultimo, ma non meno importante la presenza di reti di imprese. Questo annale vuole essere semplicemente un primo passo nella direzione di ulteriori studi e ricerche.
P.Battilani (2011). Storia del turismo. Annale n.8. Le imprese. MILANO : FrancoAngeli.
Storia del turismo. Annale n.8. Le imprese
BATTILANI, PATRIZIA
2011
Abstract
Con questo numero l'Annale introduce due importanti cambiamenti. In primo luogo è stato formalizzato il referaggio in forma anonima. La redazione e il comitato scientifico della rivista si erano sempre riservati il diritto e il dovere di rifiutare saggi ancora troppo acerbi o di chiedere ulteriori approfondimenti, tuttavia a partire da questo numero la procedura è stata formalizzata introducendo due fasi di referaggio. Ringraziamo pertanto i numerosi colleghi, molti dei quali esterni al comitato scientifico, che hanno accettato di valutare, respingendo o suggerendo modifiche in forma anonima ai saggi pervenuti nel corso dell'anno. In secondo luogo, come si può vedere, si è optato per un taglio monografico, che verrà periodicamente riproposto. Infatti, pur rimando la possibilitò di ricevere e selezionare saggi sui vari aspetti della storia del turismo e quindi di comporre volumi più eterogenei, si è ritenuto utile stimolare l'analisi di determinati temi. Si è proposto come primo filone di studio, quello dell'impresa turistica italiana, ovviamente nella sua evoluzione storica, perchè ancora in parte inesplorata. La mancanza di grandi imprese di riferimento e dei loro archivi rende, infatti, molto complessa l'analisi del settore turistico secondo un'approccio di business history. Per tale ragione uno dei motivi di interesse di questo numero monografico risiede proprio nell'individuazione di una molteplicità di fonti archivistiche attorno alle quali avviare la ricostruzione e l'analisi delle imprese turistiche e delle reti da esse create. Il lavoro di Ivana Ait e Donatella Strangio ricostruisce la vicenda di un primo tipo di “catena alberghiera” che si sviluppò a Roma nel corso del Cinquecento, rendendo la città uno dei riferimenti per l'ospitalità più importanti d'Europa. Grazie al Fondo Ospedale del S. Salvatore e al Fondo CNC conservati presso l' Archivio di Stato di Roma, il saggio ricostruisce la vicenda di due hospitator, Buzio di Cola Raynerii del rione Colonna e Giacomo di Giovanni detto Murello, che raggruppando la proprietà di diverse unità immobiliari diedero appunto vita a qualcosa che può ricordare le odierne catene alberghiere. Il quadro generale viene poi completato con le informazioni sulle attività, i contratti e gli investimenti di locandieri e tavernieri di cui si può trovare traccia nei materiali dell' Archivio Storico Capitolino e dell'Archivio di S. Maria dell'Anima. Il lavoro di Andrea Zanini ci riporta, invece, all'epoca contemporanea e in particolare al periodo in cui si afferma anche in Italia una nuova generazione di albergatori, più attenti alla dimensione tecnica e organizzativa della professione e con una prospettiva internazionale. Le vicende di Federico Fioroni e della rete di alberghi da lui gestiti, consentono così di tracciare non solo le tappe salienti dell'affermazione di un'hotellerie di fascia alta a Genova, ma anche di comprendere perchè la forma dell'impresa famigliare e del gruppo di impresa viene preferita alla costruzione di un'unica società per azioni. Anche in questo caso, il ricorso a nuove fonti aggiunge interesse al saggio che si giova, tra l'altro, della ricca documentazione conservata presso l'archivio della famiglia Fioroni, comunque integrata con i materiali conservati presso l'archivio di stato di Como, l'Archivio storico del Comune di Genova e l'Archivio notarile distrettuale di Genova. I saggi di Giuliana Geronimo sugli alberghi milanesi, di Maria Sirago sulle imprese balneari e termali napoletane, di Elisabetta Caroppo sull'imprenditorialità turistica dell'area brindisina, spostano l'attenzione dalle singole storie di impresa al territorio nel suo complesso. Anche in questo caso vale la pena ricordare le fonti, spesso precedentemete inesplorate, dalle quali le autrici hanno attinto informazioni. Nel saggio su Milano, fra le varie fonti consultate, che vanno dal materiale a stampa al Fondo Registro Ditte della Camera di Commercio di Milano, si sono rivelate di particolare interesse le pratiche edilizie conservate all'interno del Fondo Ornato Fabbriche dell'Archivio Civico del Castello Sforzesco di Milano, in alcuni casi arricchete dai disegni dei progettisti. Tali materiali, consentendo di ricostruire l'evoluzione degli edifici e della loro organizzazione interna aprono importanti prospettive di ricerca sul rapporto fra ospitalità e innovazione tecnologica. Ad una molteplicità di fonti fanno ricorso anche Maria Sirago ed Elisabetta Caroppo allo scopo di ricostruire le vicende di un'imprenditorialità minuta e priva di archivi famigliali o aziendali come quella che contribuì alla nascita del settore turistico napoletano fra otto e novecento nonché del comparto turistico brindisino nella seconda metà del novecento. Ricordiamone brevemente alcune: l'Archivio privato Nunziante, l'Archivio di Stato di Napoli, la Casa Reale Antica, l' Intendenza di Napoli, l'Archivio della Prefettura di Polizia, l'Archivio di Stato di Brindisi, l'Archivio della Provincia di Brindisi, l' Archivio storico del Comune di Fasano. Ricordiamo da ultimo l'archivio del Gabinetto della Prefettura di Lucca, ancora in gran parte inesplorato nonostante la ricchezza del materiale, che Elisa Tizzoni ha utilizzato per l'analisi dell'impatto prodotto dagli scambi turistici organizzati dalle associazioni dopolavoristiche italiane e tedesche negli anni trenta sul settore alberghiero di Viareggio. Nel complesso i saggi qui raccolti offrono un quadro molto ampio delle fonti documentarie alle quali è possibile ricorrere, quando si avviano progetti di business history, pur in assenza di archivi aziendali veri e propri. Ad esse vanno poi aggiunte le fonti più tradizionali, come i bilanci e i verbali dei consigli di amministrazione, che sono in genere disponibili per la storia delle imprese di maggiori dimensioni e che, in questo volume, sono stati utilizzati da Maria Luisa Ferrari per ricostruire le vicende della Società Incremento Turistico Canazei e da Andrea Varini per gli alberghi della famiglia Fioroni. Nonostante il taglio monografico di questa edizione degli Annali, i saggi proposti analizzano temi piuttosto differenziati che spesso varcano i confini della business history per portarsi sul terreno della storia urbana o regionale. 1. L'emergere di forme societarie più o meno complesse nella gestione della ricettività in epoca rinascimentale e quindi la partecipazione del settore alberghiero a quella stagione di innovazione istituzionale che caratterizza la crescita economica di quell'epoca. 2. I limiti e le potenzialità dell'impresa famigliare nel settore ricettivo e il suo mancato passaggio ad imprese di capitali vere e proprie 3. Il rapporto fra innovazione tecnologica e gestione di impresa in un settore, quello alberghiero, in cui il cambiamento tecnologico deve essere incorporato negli edifici stessi e sposarsi con le tecniche costruttive. 4. I fattori che hanno rallentato e rallentano la formazione di un' imprenditorialità turistica 5. La collaborazione fra pubblico e privato nella gestione e nella definizione delle politiche di investimento degli impianti di risalita 6. Il rapporto fra i diversi livelli di governo del territorio nel periodo fascista e il suo impatto sul settore alberghiero. La varietà dei temi, degli approcci e delle fonti ci offrono un quadro abbastanza ampio delle ricerche in corso attorno alle imprese turistiche italiane nonchè dei percorsi non ancora intrapresi. A conclusione di questa breve presentazione non ci resta allora che auspicare un ulteriore sviluppo di questo approccio nell'ambito della ricerca storica sul turismo e soprattutto un collegamento fra quest'ultima e la letteratura che la business history ha prodotto sull'organizzazione, sulla forma e sull'evoluzione dell'impresa in generale. Come si può intuire dalla frammentarietà delle fonti e dalla necessità di consultare molteplici archivi per arrivare alla proposta di un quadro di insieme coerente, non si tratta di un obiettivo facile. Tuttavia è difficile pensare di poter fare a meno per un settore importante come quello turistico di studi che, in prospettiva storica, analizzino l'organizzazione funzionale delle imprese di media e grande dimensione, le strategie di marketing, le politiche di investimento e, ultimo, ma non meno importante la presenza di reti di imprese. Questo annale vuole essere semplicemente un primo passo nella direzione di ulteriori studi e ricerche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.