Nella cultura russa le donne scrittrici, e in particolare le prosatrici hanno faticato molto ad emergere sulla scena letteraria. Il canone annovera ben pochi nomi di scrittrici, quasi esclusivamente poetesse. I nomi di Anna Achmatova e Marina Cvetaeva sono forse gli unici noti ad un pubblico straniero di non specialisti. Il mestiere del tradurre ha rappresentato a lungo nella società russa, e soprattutto in quella sovietica, una sorta di rifugio espressivo, e spesso l’unica fonte di reddito, per scrittrici a cui era preclusa la pubblicazione, vuoi per ragioni di censura politica, vuoi per la riluttanza dell’editoria a dare spazio a voci femminili. Al tradurre veniva in definitiva attribuita una funzione “ancillare” rispetto alla scrittura “alta”, delegandolo perciò spesso alle donne scrittrici. In questo articolo ci si sofferma in particolare sulla attività di Anna Achmatova come traduttrice, sulle circostanze che la portarono a questa occupazione, tracciando anche una tipologia dei testi da lei affrontati e facendo l'analisi di alcuni tra i più significativi.
G. Imposti (2011). «Una faticosa forma di ozio»: Anna Achmatova e la traduzione letteraria. TRENTO : Tangram Edizioni Scientifiche.
«Una faticosa forma di ozio»: Anna Achmatova e la traduzione letteraria
IMPOSTI, GABRIELLA ELINA
2011
Abstract
Nella cultura russa le donne scrittrici, e in particolare le prosatrici hanno faticato molto ad emergere sulla scena letteraria. Il canone annovera ben pochi nomi di scrittrici, quasi esclusivamente poetesse. I nomi di Anna Achmatova e Marina Cvetaeva sono forse gli unici noti ad un pubblico straniero di non specialisti. Il mestiere del tradurre ha rappresentato a lungo nella società russa, e soprattutto in quella sovietica, una sorta di rifugio espressivo, e spesso l’unica fonte di reddito, per scrittrici a cui era preclusa la pubblicazione, vuoi per ragioni di censura politica, vuoi per la riluttanza dell’editoria a dare spazio a voci femminili. Al tradurre veniva in definitiva attribuita una funzione “ancillare” rispetto alla scrittura “alta”, delegandolo perciò spesso alle donne scrittrici. In questo articolo ci si sofferma in particolare sulla attività di Anna Achmatova come traduttrice, sulle circostanze che la portarono a questa occupazione, tracciando anche una tipologia dei testi da lei affrontati e facendo l'analisi di alcuni tra i più significativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.