Il contributo analizza in modo puntuale il lessico politico-teologico di Agobardo di Lione, un vescovo ed intellettuale di primo piano nell'età di Ludovico il Pio, in connessione con le più ampie dinamiche politico-ideologiche che caratterizzano quel periodo storico. Viene evidenziata l'ideologia imperiale unitaria di Agobardo, il quale teorizza, in nome del fondamento cristiano dell'Impero, un superamento del pluralismo di leggi che caratterizza l'Impero carolingio e sottolinea la dimensione pubblica del potere istituzionalizzato; e la sua lotta contro il pensiero magico e contro pratiche giudiziarie di matrice germanica, come l'ordalia. Se l'uso del termine "res publica" (che si diffonderà soprattutto all'epoca di Nitardo) risulta ancora sporadico, il concetto di "imperator" viene distinto da quello di "rex", per lo più riservato ai sovrani delle singole genti, mentre all'imperatore spetta il compito di sottomettere le "barbarae nationes"; e mentre Agobardo evita per più di utilizzare il termine "natio", sottolinea piuttosto il ruolo del palazzo in quanto simbolo del potere e dell'onore imperiale, compromesso dai comportamenti puerili e scandalosi dell'imperatrice Giuditta e di Bernardo. Agobardo difende inoltre la sacralità del patrimonio ecclesiastico, la cui gestione è riservata al clero, la cui dignità appare esaltata dal potere di consacrare l'Eucarestia. La vivace polemica antigiudaica di Agobardo appare come l'altra faccia della sua utopia di una cristianità unanime. Se egli ribadisce il sacerdozio comune dei fedeli, la critica nei confronti dei potenti laici che cercano di privatizzare i beni della Chiesa si accompagna, dopo la penitenza imperiale dell'833, ad una tendenziale desacralizzazione del potere politico.
R. Savigni (2011). Agobardo di Lione tra Impero cristiano e genesi delle nationes: un sondaggio sul lessico politico carolingio. SPOLETO : CISAM.
Agobardo di Lione tra Impero cristiano e genesi delle nationes: un sondaggio sul lessico politico carolingio
SAVIGNI, RAFFAELE
2011
Abstract
Il contributo analizza in modo puntuale il lessico politico-teologico di Agobardo di Lione, un vescovo ed intellettuale di primo piano nell'età di Ludovico il Pio, in connessione con le più ampie dinamiche politico-ideologiche che caratterizzano quel periodo storico. Viene evidenziata l'ideologia imperiale unitaria di Agobardo, il quale teorizza, in nome del fondamento cristiano dell'Impero, un superamento del pluralismo di leggi che caratterizza l'Impero carolingio e sottolinea la dimensione pubblica del potere istituzionalizzato; e la sua lotta contro il pensiero magico e contro pratiche giudiziarie di matrice germanica, come l'ordalia. Se l'uso del termine "res publica" (che si diffonderà soprattutto all'epoca di Nitardo) risulta ancora sporadico, il concetto di "imperator" viene distinto da quello di "rex", per lo più riservato ai sovrani delle singole genti, mentre all'imperatore spetta il compito di sottomettere le "barbarae nationes"; e mentre Agobardo evita per più di utilizzare il termine "natio", sottolinea piuttosto il ruolo del palazzo in quanto simbolo del potere e dell'onore imperiale, compromesso dai comportamenti puerili e scandalosi dell'imperatrice Giuditta e di Bernardo. Agobardo difende inoltre la sacralità del patrimonio ecclesiastico, la cui gestione è riservata al clero, la cui dignità appare esaltata dal potere di consacrare l'Eucarestia. La vivace polemica antigiudaica di Agobardo appare come l'altra faccia della sua utopia di una cristianità unanime. Se egli ribadisce il sacerdozio comune dei fedeli, la critica nei confronti dei potenti laici che cercano di privatizzare i beni della Chiesa si accompagna, dopo la penitenza imperiale dell'833, ad una tendenziale desacralizzazione del potere politico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.