Già Norbert Elias nei primi scritti di Sociologia dello sport aveva mostrato una percezione acuta delle feconde e piacevoli conseguenze che derivano dalla «controllata assenza di controllo», che lo sport consente ai protetti ma annoiati abitanti delle società moderne. Negli stadi è consentito esprimere emozioni e passioni in modi pittoreschi e chiassosi, mentre queste sono solitamente represse nelle altre occasioni della vita sociale, altamente razionalizzate e routinizzate. Ma negli anni ‘60, quando Elias aveva elaborato la sua visione del processo di civilizzazione, non si era ancora affermato lo sport-spettacolo, né si era stabilito un’allenza globale fra questo, la televisione e le aziende sponsor dei grandi eventi sportivi. Il volume pone l’accento sulla struttura sociale emergente, che negli ultimi anni ha collegato in un circuito “virtuoso” lo sport, i media e le aziende sponsor; essa coinvolge un pubblico –composto al tempo stesso da sportivi, da telespettatori e da consumatori–, al quale vengono offerti intrattenimenti che hanno una crescente rilevanza sociale, economica e politica. Riflessioni teoriche ed analisi dei dati raccolti dall’Istat nel corso delle tre indagini nazionali sullo sport i media e il tempo libero (1995, 2000 e 2006) consentono di proseguire nel contesto italiano la riflessione di Elias e Dunning sullo sport e il processo di civilizzazione. In particolare emergono dubbi sul fatto che questi sviluppi socio-culturali abbiano dato luogo a un modello positivo di controllo e di auto-regolamentazione; si assiste invece all'esaltazione nei media degli aspetti emozionali e dei comportamenti irrazionali, e ciò solleva gravi interrogativi sull’avvenire della società nella fase “post”-moderna.
Martelli S. (2011). Sport, media e intrattenimento. Emozioni in/controllate e struttura sociale emergente,. MILANO : Franco Angeli.
Sport, media e intrattenimento. Emozioni in/controllate e struttura sociale emergente,
MARTELLI, STEFANO
2011
Abstract
Già Norbert Elias nei primi scritti di Sociologia dello sport aveva mostrato una percezione acuta delle feconde e piacevoli conseguenze che derivano dalla «controllata assenza di controllo», che lo sport consente ai protetti ma annoiati abitanti delle società moderne. Negli stadi è consentito esprimere emozioni e passioni in modi pittoreschi e chiassosi, mentre queste sono solitamente represse nelle altre occasioni della vita sociale, altamente razionalizzate e routinizzate. Ma negli anni ‘60, quando Elias aveva elaborato la sua visione del processo di civilizzazione, non si era ancora affermato lo sport-spettacolo, né si era stabilito un’allenza globale fra questo, la televisione e le aziende sponsor dei grandi eventi sportivi. Il volume pone l’accento sulla struttura sociale emergente, che negli ultimi anni ha collegato in un circuito “virtuoso” lo sport, i media e le aziende sponsor; essa coinvolge un pubblico –composto al tempo stesso da sportivi, da telespettatori e da consumatori–, al quale vengono offerti intrattenimenti che hanno una crescente rilevanza sociale, economica e politica. Riflessioni teoriche ed analisi dei dati raccolti dall’Istat nel corso delle tre indagini nazionali sullo sport i media e il tempo libero (1995, 2000 e 2006) consentono di proseguire nel contesto italiano la riflessione di Elias e Dunning sullo sport e il processo di civilizzazione. In particolare emergono dubbi sul fatto che questi sviluppi socio-culturali abbiano dato luogo a un modello positivo di controllo e di auto-regolamentazione; si assiste invece all'esaltazione nei media degli aspetti emozionali e dei comportamenti irrazionali, e ciò solleva gravi interrogativi sull’avvenire della società nella fase “post”-moderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.