Negli ultimi anni nei registri di classe delle scuole italiane di ogni ordine e grado si leggono sempre più spesso i nomi di studenti stranieri, effetto concreto dell’onda lunga di quel processo di insediamento della popolazione alloctona iniziato sul nostro territorio ormai quasi trent’anni fa. Il notevole incremento numerico dei giovani stranieri nelle nostre scuole ha contribuito a rendere cruciale il tema della loro integrazione e riuscita scolastica, in quanto dimensione fondamentale lungo la quale si costruisce la propria professionalità e si definisce il proprio progetto di vita nel paese di adozione. Le indagini nazionali sugli esiti scolastici hanno finora registrato una situazione di cronica difficoltà degli studenti stranieri, soprattutto se paragonata a quella dei compagni italiani. In particolare, il rischio di incorrere nell’esperienza negativa della ripetenza, e accumulare così un ritardo scolastico, è sistematicamente più alto fra gli studenti stranieri, e questo svantaggio – già visibile a partire dalla scuola primaria – si amplifica man mano si avanza da un grado scolastico all’altro. Nella percezione pubblica il concetto di «ritardo» scolastico è solitamente sovrapposto a quello di «ripetenza»: in presenza di uno scarso impegno e di un mediocre rendimento, lo studente rischia di incorrere nella ripetenza, che determina un allungamento dei tempi di permanenza all’interno del circuito formativo (e non di rado una fuoriuscita precoce da esso). Ma, in realtà, questo parallelismo non è affatto scontato, soprattutto se si ha a che fare con studenti stranieri. L’esperienza diretta della migrazione e le difficoltà linguistiche, che spesso contraddistinguono questi giovani, finiscono per minare fortemente la regolarità del percorso scolastico, poiché il più delle volte incentivano l’inserimento dello studente neo-arrivato in classi non corrispondenti alla sua età, sebbene la normativa di riferimento prema per il cosiddetto «inserimento alla pari». Questa pratica è spesso vista come il rimedio per favorire l’apprendimento delle basi linguistiche e produce, nel caso degli studenti stranieri, una situazione di scollamento fra ritardo e ripetenza scolastica. Il presente contributo intende affrontare e approfondire il complesso tema del ritardo scolastico degli studenti stranieri a partire dai dati raccolti, nel corso di un’indagine condotta durante l’anno scolastico 2006/07, con un questionario auto-compilato da 3.020 studenti, italiani e stranieri, frequentanti un insieme di istituti tecnici e professionali della provincia di Bologna.

Ritardo e ripetenza scolastica fra gli studenti stranieri nella provincia di Bologna / D. Mantovani. - STAMPA. - (2011), pp. 149-195.

Ritardo e ripetenza scolastica fra gli studenti stranieri nella provincia di Bologna

MANTOVANI, DEBORA
2011

Abstract

Negli ultimi anni nei registri di classe delle scuole italiane di ogni ordine e grado si leggono sempre più spesso i nomi di studenti stranieri, effetto concreto dell’onda lunga di quel processo di insediamento della popolazione alloctona iniziato sul nostro territorio ormai quasi trent’anni fa. Il notevole incremento numerico dei giovani stranieri nelle nostre scuole ha contribuito a rendere cruciale il tema della loro integrazione e riuscita scolastica, in quanto dimensione fondamentale lungo la quale si costruisce la propria professionalità e si definisce il proprio progetto di vita nel paese di adozione. Le indagini nazionali sugli esiti scolastici hanno finora registrato una situazione di cronica difficoltà degli studenti stranieri, soprattutto se paragonata a quella dei compagni italiani. In particolare, il rischio di incorrere nell’esperienza negativa della ripetenza, e accumulare così un ritardo scolastico, è sistematicamente più alto fra gli studenti stranieri, e questo svantaggio – già visibile a partire dalla scuola primaria – si amplifica man mano si avanza da un grado scolastico all’altro. Nella percezione pubblica il concetto di «ritardo» scolastico è solitamente sovrapposto a quello di «ripetenza»: in presenza di uno scarso impegno e di un mediocre rendimento, lo studente rischia di incorrere nella ripetenza, che determina un allungamento dei tempi di permanenza all’interno del circuito formativo (e non di rado una fuoriuscita precoce da esso). Ma, in realtà, questo parallelismo non è affatto scontato, soprattutto se si ha a che fare con studenti stranieri. L’esperienza diretta della migrazione e le difficoltà linguistiche, che spesso contraddistinguono questi giovani, finiscono per minare fortemente la regolarità del percorso scolastico, poiché il più delle volte incentivano l’inserimento dello studente neo-arrivato in classi non corrispondenti alla sua età, sebbene la normativa di riferimento prema per il cosiddetto «inserimento alla pari». Questa pratica è spesso vista come il rimedio per favorire l’apprendimento delle basi linguistiche e produce, nel caso degli studenti stranieri, una situazione di scollamento fra ritardo e ripetenza scolastica. Il presente contributo intende affrontare e approfondire il complesso tema del ritardo scolastico degli studenti stranieri a partire dai dati raccolti, nel corso di un’indagine condotta durante l’anno scolastico 2006/07, con un questionario auto-compilato da 3.020 studenti, italiani e stranieri, frequentanti un insieme di istituti tecnici e professionali della provincia di Bologna.
2011
La generazione dopo
149
195
Ritardo e ripetenza scolastica fra gli studenti stranieri nella provincia di Bologna / D. Mantovani. - STAMPA. - (2011), pp. 149-195.
D. Mantovani
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