Introduzione. La pratica clinica attuale per il trattamento della sclerosi multipla, in termini di terapia con farmaci disease-modifying, prevede il ricorso all’interferone-β o a glatiramer, e in seconda istanza a trattamenti immunosoppressivi (es. azatioprina, mitoxantrone). I primi hanno una sufficiente documentazione in questo ambito, ma presentano l’inconveniente dell’alto costo. I secondi sono di uso ampiamente consolidato per altre situazioni che richiedono immunosoppressione, ma ancora in corso di indagine nella sclerosi multipla. Per identificare elementi aggiuntivi riguardo i criteri alla base della scelta dei farmaci e sull’efficacia comparativa dei vari trattamenti, i Centri per la sclerosi multipla in Emilia- Romagna collaborano tra loro in un progetto di monitoraggio delle terapie farmacologiche prescritte. Metodi. Da maggio 2006 è attivo un database regionale in cui, per ogni paziente in trattamento, vengono inserite dal medico specialista le informazioni relative a: dati anagrafici del paziente, storia della malattia, criteri diagnostici della malattia, trattamento scelto, ricadute, modifica del trattamento, reazioni avverse. I dati pervenuti al settembre 2006, sono stati raccolti in un’analisi descrittiva e analizzati statisticamente. Risultati. Sono stati raccolti i dati relativi a 138 pazienti (75% femmine, 48% con meno di 40 anni). Il decorso relapsing remitting è quello maggiormente presente (77%). La scelta del trattamento è ricaduta nell’85% dei casi sull’interferone-β, nell’8% sul glatiramer e nel 6% sul mitoxantrone; 1 solo soggetto ha ricevuto azatioprina. L’interferone-β1a ha rappresentato la scelta più frequente (74%) nel decorso relapsing remitting, mentre nelle forme progressive è prevalso il ricorso a interferone-β1b (42%), seguito da interferone-β1a e mitoxantrone (21%, ciascuno). L’interferone-β1a è stato usato a tutti i gradi di disabilità, e maggiormente nei casi con bassi punteggi EDSS (46%, EDSS tra 1 e 1,5), mentre il β1b ha trovato maggior impiego nei casi di disabilità più gravi e nei pazienti con un elevato numero di riaccensioni a 12 mesi dalla diagnosi. I pazienti trattati con glatiramer o mitoxantrone presentavano un basso grado di disabilità (in entrambi i casi, EDSS <2 per oltre il 50%). Conclusioni. Il database realizzato si è dimostrato un utile strumento per monitorare e gestire la terapia disease modifying nella sclerosi multipla; esso potrebbe rappresentare un efficace strumento per colmare la lacuna di informazione relativa agli effetti di questi farmaci.

Poluzzi E., Piccinni C., Raschi E., Mazzolani M., D’Alessandro R., Tola M.R., et al. (2006). Progetto di monitoraggio della prescrizione di farmaci disease-modifying nella sclerosi multipla in Emilia-Romagna. Roma : ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ.

Progetto di monitoraggio della prescrizione di farmaci disease-modifying nella sclerosi multipla in Emilia-Romagna

POLUZZI, ELISABETTA;PICCINNI, CARLO;RASCHI, EMANUEL;MONTANARO, NICOLA
2006

Abstract

Introduzione. La pratica clinica attuale per il trattamento della sclerosi multipla, in termini di terapia con farmaci disease-modifying, prevede il ricorso all’interferone-β o a glatiramer, e in seconda istanza a trattamenti immunosoppressivi (es. azatioprina, mitoxantrone). I primi hanno una sufficiente documentazione in questo ambito, ma presentano l’inconveniente dell’alto costo. I secondi sono di uso ampiamente consolidato per altre situazioni che richiedono immunosoppressione, ma ancora in corso di indagine nella sclerosi multipla. Per identificare elementi aggiuntivi riguardo i criteri alla base della scelta dei farmaci e sull’efficacia comparativa dei vari trattamenti, i Centri per la sclerosi multipla in Emilia- Romagna collaborano tra loro in un progetto di monitoraggio delle terapie farmacologiche prescritte. Metodi. Da maggio 2006 è attivo un database regionale in cui, per ogni paziente in trattamento, vengono inserite dal medico specialista le informazioni relative a: dati anagrafici del paziente, storia della malattia, criteri diagnostici della malattia, trattamento scelto, ricadute, modifica del trattamento, reazioni avverse. I dati pervenuti al settembre 2006, sono stati raccolti in un’analisi descrittiva e analizzati statisticamente. Risultati. Sono stati raccolti i dati relativi a 138 pazienti (75% femmine, 48% con meno di 40 anni). Il decorso relapsing remitting è quello maggiormente presente (77%). La scelta del trattamento è ricaduta nell’85% dei casi sull’interferone-β, nell’8% sul glatiramer e nel 6% sul mitoxantrone; 1 solo soggetto ha ricevuto azatioprina. L’interferone-β1a ha rappresentato la scelta più frequente (74%) nel decorso relapsing remitting, mentre nelle forme progressive è prevalso il ricorso a interferone-β1b (42%), seguito da interferone-β1a e mitoxantrone (21%, ciascuno). L’interferone-β1a è stato usato a tutti i gradi di disabilità, e maggiormente nei casi con bassi punteggi EDSS (46%, EDSS tra 1 e 1,5), mentre il β1b ha trovato maggior impiego nei casi di disabilità più gravi e nei pazienti con un elevato numero di riaccensioni a 12 mesi dalla diagnosi. I pazienti trattati con glatiramer o mitoxantrone presentavano un basso grado di disabilità (in entrambi i casi, EDSS <2 per oltre il 50%). Conclusioni. Il database realizzato si è dimostrato un utile strumento per monitorare e gestire la terapia disease modifying nella sclerosi multipla; esso potrebbe rappresentare un efficace strumento per colmare la lacuna di informazione relativa agli effetti di questi farmaci.
2006
Riassunti
83
83
Poluzzi E., Piccinni C., Raschi E., Mazzolani M., D’Alessandro R., Tola M.R., et al. (2006). Progetto di monitoraggio della prescrizione di farmaci disease-modifying nella sclerosi multipla in Emilia-Romagna. Roma : ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ.
Poluzzi E.; Piccinni C.; Raschi E.; Mazzolani M.; D’Alessandro R.; Tola M.R.; Galeotti M.; Neri W.; Malagù S.; Motti L.; Montanaro N....espandi
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