Perché gli artisti moderni e contemporanei hanno esplorato e utilizzato così ostinatamente le risorse dell’impronta, cioè di un modo in un certo senso preistorico di generare le forme? – Come può accedere alla complessità di una tecnica e di un pensiero della «procedura» il gioco, in apparenza così semplice, dell’organo (la mano…), del gesto (affondare, piantare…) e della materia (il gesso…)? – Come può questa tecnica, che presuppone innanzi tutto il contatto, trasformare le condizioni essenziali della somiglianza e della rappresentazione? – A che tipo di erotismo dà luogo questo lavoro del contatto? – Quale tipo di memoria e di presente, quale tipo di anacronismo propone l’impronta alla storia dell’arte di oggi? Il saggio cerca di rispondere a queste domande, tracciando una diversa storia sinottica dell’impronta e trasformando il nostro modo abituale di guardare l’immagine nella sua singolarità: dal modello ottico o metafisico dell’imitazione verso quello tattile e tecnico del suo lavoro in atto. Tutto ciò allo scopo di trasformare la nostra maniera abituale di intendere ogni opera d’arte – quella di Marcel Duchamp è presa qui come caso esemplare – nella sua storicità: dal modello deduttivo, che può farci immaginare un movimento di «progresso» dal modernismo al postmodernismo, a un modello più complesso, che tiene conto degli intrecci di temporalità eterogenee di cui si compone ogni immagine.
Titolo: | La somiglianza per contatto. Archeologia, anacronismo e modernità dell'impronta |
Autore/i: | TARTARINI, CHIARA |
Autore/i Unibo: | |
Anno: | 2009 |
Titolo dell'opera originale: | La ressemblance par contact |
Autore/i dell'opera originale: | Georges Didi-Huberman |
ISBN: | 9788833920122 |
Abstract: | Perché gli artisti moderni e contemporanei hanno esplorato e utilizzato così ostinatamente le risorse dell’impronta, cioè di un modo in un certo senso preistorico di generare le forme? – Come può accedere alla complessità di una tecnica e di un pensiero della «procedura» il gioco, in apparenza così semplice, dell’organo (la mano…), del gesto (affondare, piantare…) e della materia (il gesso…)? – Come può questa tecnica, che presuppone innanzi tutto il contatto, trasformare le condizioni essenziali della somiglianza e della rappresentazione? – A che tipo di erotismo dà luogo questo lavoro del contatto? – Quale tipo di memoria e di presente, quale tipo di anacronismo propone l’impronta alla storia dell’arte di oggi? Il saggio cerca di rispondere a queste domande, tracciando una diversa storia sinottica dell’impronta e trasformando il nostro modo abituale di guardare l’immagine nella sua singolarità: dal modello ottico o metafisico dell’imitazione verso quello tattile e tecnico del suo lavoro in atto. Tutto ciò allo scopo di trasformare la nostra maniera abituale di intendere ogni opera d’arte – quella di Marcel Duchamp è presa qui come caso esemplare – nella sua storicità: dal modello deduttivo, che può farci immaginare un movimento di «progresso» dal modernismo al postmodernismo, a un modello più complesso, che tiene conto degli intrecci di temporalità eterogenee di cui si compone ogni immagine. |
Data prodotto definitivo in UGOV: | 29-giu-2013 |
Appare nelle tipologie: | 5.01 Libro (Traduzione) |