L'oggetto di questo saggio è il rapporto tra vecchie e nuove forme dei processi migratori caratteristici dell'Africa australe e la conflittualità sociale che in maniera crescente divide i migranti dai cittadini delle regioni in cui si dirigono o si trovano. In particolare, al centro di questa analisi vi è la grave ondata di xenofobia che in questi ultimi anni si è diffusa in Sudafrica. Presentando la cronaca degli ultimi anni in Sudafrica questo saggio mette in luce come gli immigrati in questo paese siano circondati da una società sempre più xenofoba. La xenofobia in Sudafrica è fiorita in un ambiente ideale per fenomeni come questo. Nell’era post-apartheid, mentre le aspettative della popolazione sono ovviamente aumentate dopo tanti anni di privazioni, discriminazioni e sfruttamento, il permanere di problemi e ingiustizie induce nella gente un grave senso di paura per il futuro. Il senso di urgenza che accompagna le aspettative sorte con la fine dell’apartheid non viene soddisfatto dai progressi effettivamente raggiunti nel paese, e rabbia e indignazione crescono. Il fatto più grave probabilmente è quando alcuni settori politici cavalcano il malcontento popolare per gestire le proprie difficoltà progettuali. Inoltre, la legislazione sull’immigrazione è in parte responsabile della costruzione di un ambiente favorevole ai sentimenti xenofobi, i quali a loro volta sono amplificati dai media e da alcuni settori delle istituzioni. Viene mostrato inoltre come il discorso xenofobo non sia così omogeneo, e soprattutto come molti dei presupposti su cui si basano questi sentimenti verso gli immigrati costituiscano degli stereotipi facilmente confutabili. L’analisi del sistema migratorio in Africa australe negli anni ‘90, presenta una migrazione molto più regolare, circolare e ben organizzata, di quella che l’opinione pubblica in genere ritiene. Rimane da vedere quindi come si svilupperà il rapporto reciproco tra le trasformazioni del sistema migratorio regionale e le varie forme di conflittualità di cui l'intolleranza sociale verso gli stranieri è una manifestazione. In questi sviluppi un grosso ruolo può e deve essere giocato dalle scelte politiche degli stati della regione, e il Sudafrica è forse l’attore più importante in questo momento. Una gestione accurata del sistema migratorio, non arroccata su facili politiche di chiusura, avrebbe la possibilità di rafforzare efficacemente i legami intra-regionali e intra-nazionali esistenti. Al contrario, una politica centrata esclusivamente sulle logiche del sospetto, del controllo, e dell’espulsione alimenterebbe nuove forme di conflittualità ed esclusione.

C. Tornimbeni (2006). Migrazioni e conflittualità sociale in Africa australe. ROMA : Aracne.

Migrazioni e conflittualità sociale in Africa australe

TORNIMBENI, CORRADO
2006

Abstract

L'oggetto di questo saggio è il rapporto tra vecchie e nuove forme dei processi migratori caratteristici dell'Africa australe e la conflittualità sociale che in maniera crescente divide i migranti dai cittadini delle regioni in cui si dirigono o si trovano. In particolare, al centro di questa analisi vi è la grave ondata di xenofobia che in questi ultimi anni si è diffusa in Sudafrica. Presentando la cronaca degli ultimi anni in Sudafrica questo saggio mette in luce come gli immigrati in questo paese siano circondati da una società sempre più xenofoba. La xenofobia in Sudafrica è fiorita in un ambiente ideale per fenomeni come questo. Nell’era post-apartheid, mentre le aspettative della popolazione sono ovviamente aumentate dopo tanti anni di privazioni, discriminazioni e sfruttamento, il permanere di problemi e ingiustizie induce nella gente un grave senso di paura per il futuro. Il senso di urgenza che accompagna le aspettative sorte con la fine dell’apartheid non viene soddisfatto dai progressi effettivamente raggiunti nel paese, e rabbia e indignazione crescono. Il fatto più grave probabilmente è quando alcuni settori politici cavalcano il malcontento popolare per gestire le proprie difficoltà progettuali. Inoltre, la legislazione sull’immigrazione è in parte responsabile della costruzione di un ambiente favorevole ai sentimenti xenofobi, i quali a loro volta sono amplificati dai media e da alcuni settori delle istituzioni. Viene mostrato inoltre come il discorso xenofobo non sia così omogeneo, e soprattutto come molti dei presupposti su cui si basano questi sentimenti verso gli immigrati costituiscano degli stereotipi facilmente confutabili. L’analisi del sistema migratorio in Africa australe negli anni ‘90, presenta una migrazione molto più regolare, circolare e ben organizzata, di quella che l’opinione pubblica in genere ritiene. Rimane da vedere quindi come si svilupperà il rapporto reciproco tra le trasformazioni del sistema migratorio regionale e le varie forme di conflittualità di cui l'intolleranza sociale verso gli stranieri è una manifestazione. In questi sviluppi un grosso ruolo può e deve essere giocato dalle scelte politiche degli stati della regione, e il Sudafrica è forse l’attore più importante in questo momento. Una gestione accurata del sistema migratorio, non arroccata su facili politiche di chiusura, avrebbe la possibilità di rafforzare efficacemente i legami intra-regionali e intra-nazionali esistenti. Al contrario, una politica centrata esclusivamente sulle logiche del sospetto, del controllo, e dell’espulsione alimenterebbe nuove forme di conflittualità ed esclusione.
2006
Conflitti d'Africa
155
165
C. Tornimbeni (2006). Migrazioni e conflittualità sociale in Africa australe. ROMA : Aracne.
C. Tornimbeni
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