Nello specifico, gli scopi di questo intervento sono: mettere il paziente nelle condizioni di poter gestire gli stress emotivi e comportamentali dovuti al disturbo e di adattare in senso positivo la sua vita; sostenere nella persona lo sviluppo di quelle abilità sociali che le permettono di parlare con gli altri della malattia, compensando così le difficoltà di espressione emotiva. Inoltre mette il caregiver nelle condizioni di poter gestire lo stress collegato alla malattia e sostenerlo nello sviluppo di capacità comunicative che possano migliorare la sua interazione con la persona con malattia di Parkinson. Per tali scopi sono state sviluppate linee guida che si occupano del supporto sociale. Per sostenere la capacità di autonomia gestionale, sono state incluse nella sessione del programma anche le informazioni sul disturbo, le attività piacevoli e l’autosservazione. Il contributo prevede inoltre materiale informativo e compiti a casa. Viene sottolineata dagli autori l’importanza di adattare i contenuti alle conoscenze dei partecipanti e la possibilità di suddividere caregiver e persone con malattia di Parkinson in due gruppi in base al livello di gravità della malattia. Questa dettagliata organizzazione, se da un lato ha il pregio di essere chiara, ripetibile e per questo utile per la ricerca, dall’altro richiede la disposizione di tempi e spazi in molti casi difficilmente fruibili all’interno di un contesto riabilitativo o ospedaliero. Inoltre, la presenza di compiti a casa richiede una serio impegno, sia da parte dei pazienti che dei loro familiari. Infine la natura prevalentemente psicologica dei contenuti si avvale di alcune tecniche mutuate dalla psicoterapia e necessita per questo di uno psicologo o psicoterapeuta in qualità di trainer.
Ricci Bitti P.E., Candini L., Carlini M., Melani P., Razzaboni E. (2006). Supporto Sociale. TRENTO : ERICKSON.
Supporto Sociale
RICCI BITTI, PIO ENRICO;CANDINI, LORENA;CARLINI, MANUELA;MELANI, PAOLO;RAZZABONI, ELISABETTA
2006
Abstract
Nello specifico, gli scopi di questo intervento sono: mettere il paziente nelle condizioni di poter gestire gli stress emotivi e comportamentali dovuti al disturbo e di adattare in senso positivo la sua vita; sostenere nella persona lo sviluppo di quelle abilità sociali che le permettono di parlare con gli altri della malattia, compensando così le difficoltà di espressione emotiva. Inoltre mette il caregiver nelle condizioni di poter gestire lo stress collegato alla malattia e sostenerlo nello sviluppo di capacità comunicative che possano migliorare la sua interazione con la persona con malattia di Parkinson. Per tali scopi sono state sviluppate linee guida che si occupano del supporto sociale. Per sostenere la capacità di autonomia gestionale, sono state incluse nella sessione del programma anche le informazioni sul disturbo, le attività piacevoli e l’autosservazione. Il contributo prevede inoltre materiale informativo e compiti a casa. Viene sottolineata dagli autori l’importanza di adattare i contenuti alle conoscenze dei partecipanti e la possibilità di suddividere caregiver e persone con malattia di Parkinson in due gruppi in base al livello di gravità della malattia. Questa dettagliata organizzazione, se da un lato ha il pregio di essere chiara, ripetibile e per questo utile per la ricerca, dall’altro richiede la disposizione di tempi e spazi in molti casi difficilmente fruibili all’interno di un contesto riabilitativo o ospedaliero. Inoltre, la presenza di compiti a casa richiede una serio impegno, sia da parte dei pazienti che dei loro familiari. Infine la natura prevalentemente psicologica dei contenuti si avvale di alcune tecniche mutuate dalla psicoterapia e necessita per questo di uno psicologo o psicoterapeuta in qualità di trainer.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.