Alessandro Schiavi è una figura di intellettuale-politico riformista di cui oggi vorremmo avere più esemplari. Come mostra la grave crisi della sinistra italiana di questi giorni, è cosa vana ripetere di essere «riformisti», se poi il termine si rivela svuotato, incapace di agganciarsi a una tradizione di cultura politica, a una storia, o forse sarebbe meglio dire a più storie. Il lungo percorso biografico di Schiavi ci porta a recuperare la vicenda profonda della sinistra italiana ed europea, i tanti filoni di pensiero e di azione sociale che l’animavano nell’800 e nei decenni a cavallo del 1900, rendendola un universo plurale, prima che la rivoluzione d’Ottobre e l’avvento dei fascismi, ne scompaginassero le fila. In questo quadro, il saggio rintraccia il rapporto tra Alessandro Schiavi e Carlo Rosselli nel solco della tradizione riformista milanese, partendo dal fallito tentativo di costituire, nel 1925, un centro studi intitolato a Giacomo Matteotti. L’iniziativa aveva affiancato l’attività dell’Università proletaria di Milano, che trovava in Schiavi il principale animatore, accanto a giovani intellettuali che negli anni successivi avrebbero fatto scelte molto diverse fra loro.
De Maria C. (2010). Alessandro Schiavi, Carlo Rosselli e le tradizioni del socialismo. MILANO : Biblion.
Alessandro Schiavi, Carlo Rosselli e le tradizioni del socialismo
DE MARIA, CARLO
2010
Abstract
Alessandro Schiavi è una figura di intellettuale-politico riformista di cui oggi vorremmo avere più esemplari. Come mostra la grave crisi della sinistra italiana di questi giorni, è cosa vana ripetere di essere «riformisti», se poi il termine si rivela svuotato, incapace di agganciarsi a una tradizione di cultura politica, a una storia, o forse sarebbe meglio dire a più storie. Il lungo percorso biografico di Schiavi ci porta a recuperare la vicenda profonda della sinistra italiana ed europea, i tanti filoni di pensiero e di azione sociale che l’animavano nell’800 e nei decenni a cavallo del 1900, rendendola un universo plurale, prima che la rivoluzione d’Ottobre e l’avvento dei fascismi, ne scompaginassero le fila. In questo quadro, il saggio rintraccia il rapporto tra Alessandro Schiavi e Carlo Rosselli nel solco della tradizione riformista milanese, partendo dal fallito tentativo di costituire, nel 1925, un centro studi intitolato a Giacomo Matteotti. L’iniziativa aveva affiancato l’attività dell’Università proletaria di Milano, che trovava in Schiavi il principale animatore, accanto a giovani intellettuali che negli anni successivi avrebbero fatto scelte molto diverse fra loro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.