Il rapporto tra uomo e farmaco ha subìto, nel corso degli ultimi due secoli, molteplici cambiamenti. Il medicinale, sia esso un estratto vegetale o una specialità farmacologica, si presenta sempre all’incrocio di più dimensioni. Chi lo prepara deve seguire regole specifiche, chi lo dispensa deve possedere determinate cognizioni richieste dalla legge, chi lo usa lo carica di aspettative che solo in parte sono immediatamente collegate alla biologia perché, più spesso, sono un effetto di particolari rappresentazioni socioculturali. Al centro di questi processi sta colui che media, in modo significante e significativo, tra farmaco e cittadino, caricandosi la responsabilità inerente alla produzione del farmaco e al suo successivo uso terapeutico da parte del cittadino. In questo contesto, il farmacista e la farmacia italiana sembrano avviati verso un nuovo ruolo nella cura sanitaria. Oggi, accanto, alla dispensazione, il farmacista ha l’opportunità/responsabilità di fornire servizi cognitivi aggiuntivi. Così facendo la sua posizione diventa quella di un vero e proprio diffusore di fiducia che ricompone ambiti complessi e scoordinati tra loro: la ricerca bio-medica, il servizio sociosanitario, le rappresentazioni psico-sociali del farmaco, le professioni sanitarie. Senza rimanere ancorati al vecchio paradigma (farmacia tradizionale) ed evitando di cedere alle lusinghe delle sirene del mercato (farmacia commerciale), proponiamo che la farmacia dei servizi divenga il luogo della qualità sociale del farmaco.

La farmacia dei servizi: un'introduzione

MATURO, ANTONIO FRANCESCO
2005

Abstract

Il rapporto tra uomo e farmaco ha subìto, nel corso degli ultimi due secoli, molteplici cambiamenti. Il medicinale, sia esso un estratto vegetale o una specialità farmacologica, si presenta sempre all’incrocio di più dimensioni. Chi lo prepara deve seguire regole specifiche, chi lo dispensa deve possedere determinate cognizioni richieste dalla legge, chi lo usa lo carica di aspettative che solo in parte sono immediatamente collegate alla biologia perché, più spesso, sono un effetto di particolari rappresentazioni socioculturali. Al centro di questi processi sta colui che media, in modo significante e significativo, tra farmaco e cittadino, caricandosi la responsabilità inerente alla produzione del farmaco e al suo successivo uso terapeutico da parte del cittadino. In questo contesto, il farmacista e la farmacia italiana sembrano avviati verso un nuovo ruolo nella cura sanitaria. Oggi, accanto, alla dispensazione, il farmacista ha l’opportunità/responsabilità di fornire servizi cognitivi aggiuntivi. Così facendo la sua posizione diventa quella di un vero e proprio diffusore di fiducia che ricompone ambiti complessi e scoordinati tra loro: la ricerca bio-medica, il servizio sociosanitario, le rappresentazioni psico-sociali del farmaco, le professioni sanitarie. Senza rimanere ancorati al vecchio paradigma (farmacia tradizionale) ed evitando di cedere alle lusinghe delle sirene del mercato (farmacia commerciale), proponiamo che la farmacia dei servizi divenga il luogo della qualità sociale del farmaco.
2005
Manuale di sociologia della salute, vol.III, Spendibilità
314
330
A. Maturo
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