Nell'ultimo ventennio, anche in Italia la rappresentanza democratica è stata investita da importanti mutamenti, tra cui il ridimensionato ruolo dei partiti come detentori privilegiati dell'accesso alle sedi decisionali, l'emergere di nuovi attori o la trasformazione organizzativa dei vecchi, la diffusione di nuovi stili amministrativi e lo sviluppo di forme di regolazione di tipo concertativo, specie a livello regionale e locale. Il volume offre un'interpretazione originale di tali fenomeni, scegliendo il processo di europeizzazione e, soprattutto, i fondi strutturali come lente attraverso cui guardare alle trasformazioni avvenute in questi anni. Viene così ricostruito l'intreccio di fattori endogeni ed esogeni che, con tempi e modalità differenti, hanno attribuito alle regioni italiane un inedito ruolo di "arene" e "attori" della rappresentanza territoriale. Tra i risultati più interessanti di tale processo vi è stato lo spostamento di equilibrio nel rapporto centro-periferia a livello nazionale e lo svilupparsi di rapporti diretti con le istituzioni europee e con le altre regioni presenti a Bruxelles. Una vera e propria "rivoluzione silenziosa" a intensità variabile, che in questo contributo viene per la prima volta indagata a fondo.
V. Fargion, L. Morlino, S. Profeti (2006). Europeizzazione e rappresentanza territoriale. Il caso italiano. BOLOGNA : Il Mulino.
Europeizzazione e rappresentanza territoriale. Il caso italiano
PROFETI, STEFANIA
2006
Abstract
Nell'ultimo ventennio, anche in Italia la rappresentanza democratica è stata investita da importanti mutamenti, tra cui il ridimensionato ruolo dei partiti come detentori privilegiati dell'accesso alle sedi decisionali, l'emergere di nuovi attori o la trasformazione organizzativa dei vecchi, la diffusione di nuovi stili amministrativi e lo sviluppo di forme di regolazione di tipo concertativo, specie a livello regionale e locale. Il volume offre un'interpretazione originale di tali fenomeni, scegliendo il processo di europeizzazione e, soprattutto, i fondi strutturali come lente attraverso cui guardare alle trasformazioni avvenute in questi anni. Viene così ricostruito l'intreccio di fattori endogeni ed esogeni che, con tempi e modalità differenti, hanno attribuito alle regioni italiane un inedito ruolo di "arene" e "attori" della rappresentanza territoriale. Tra i risultati più interessanti di tale processo vi è stato lo spostamento di equilibrio nel rapporto centro-periferia a livello nazionale e lo svilupparsi di rapporti diretti con le istituzioni europee e con le altre regioni presenti a Bruxelles. Una vera e propria "rivoluzione silenziosa" a intensità variabile, che in questo contributo viene per la prima volta indagata a fondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.