Nelle guerre moderne la città è divenuta uno degli obiettivi e delle vittime principali. Per riprendere l'efficace espressione di Paul Virilio, la strategia delle nuove guerre è oggi, essenzialmente, una "strategia anti-città". Lo spazio urbano è diventato bersaglio non solo per motivi strategici, ma soprattutto per i significati che incarna: valori identitari, sociali e culturali. Per questi motivi, spesso, le tracce lasciate dagli eventi bellici nei tessuti urbani si caricano di forti valenze simboliche e la fase della ricostruzione diventa un momento di riscrittura del paesaggio della memoria della città. I progetti e gli interventi di restauro/ricostruzione/demolizione dei dopoguerra sono, in questa prospettiva, espressione di narrazioni collettive che stabiliscono un rapporto ogni volta diverso tra la città, l'evento bellico e la sua memoria. Il tema delle trasformazioni urbane belliche e postbelliche viene affrontato qui attraverso l'analisi in profondità di tre città protagoniste delle guerre balcaniche degli anni '90: Belgrado, Sarajevo e Mostar. Queste città vengono osservate con la lente del metodo semiotico che ne mette in luce le diverse riconfigurazioni dei sensi dei luoghi, tra politiche del costruire e pratiche dell'abitare.
F. Mazzucchelli (2010). Urbicidio. Il senso dei luoghi tra distruzioni e ricostruzioni nella ex Jugoslavia.. BOLOGNA : Bononia University Press.
Urbicidio. Il senso dei luoghi tra distruzioni e ricostruzioni nella ex Jugoslavia.
MAZZUCCHELLI, FRANCESCO
2010
Abstract
Nelle guerre moderne la città è divenuta uno degli obiettivi e delle vittime principali. Per riprendere l'efficace espressione di Paul Virilio, la strategia delle nuove guerre è oggi, essenzialmente, una "strategia anti-città". Lo spazio urbano è diventato bersaglio non solo per motivi strategici, ma soprattutto per i significati che incarna: valori identitari, sociali e culturali. Per questi motivi, spesso, le tracce lasciate dagli eventi bellici nei tessuti urbani si caricano di forti valenze simboliche e la fase della ricostruzione diventa un momento di riscrittura del paesaggio della memoria della città. I progetti e gli interventi di restauro/ricostruzione/demolizione dei dopoguerra sono, in questa prospettiva, espressione di narrazioni collettive che stabiliscono un rapporto ogni volta diverso tra la città, l'evento bellico e la sua memoria. Il tema delle trasformazioni urbane belliche e postbelliche viene affrontato qui attraverso l'analisi in profondità di tre città protagoniste delle guerre balcaniche degli anni '90: Belgrado, Sarajevo e Mostar. Queste città vengono osservate con la lente del metodo semiotico che ne mette in luce le diverse riconfigurazioni dei sensi dei luoghi, tra politiche del costruire e pratiche dell'abitare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.