Il saggio pone sul tappeto i nodi del dibattito sulla Didattica museale applicata ai Beni musicali: come si può stimolare e favorire l’accostamento dei giovani e degli adulti ai Beni musicali esposti nei musei della musica? quale valore pedagogico-didattico assumono le testimonianze materiali della musica (partiture, libri, strumenti, dipinti, ecc.) nella formazione culturale del cittadino? Tali interrogativi sono gravati dalla costitutiva ambivalenza del concetto stesso di ‘bene culturale’ applicato alla musica, ossia ad un’arte intrinsecamente immateriale. A differenza dei musei artistici, i musei della musica puntano ai significati più che alle opere, all’apprendimento più che al godimento estetico: perché ciò avvenga, occorre però che le collezioni siano valorizzate da una didattica museale qualificata, nutrita di apporti disciplinari diversi. È dunque necessario discutere le specificità e le condizioni d’accesso a tale categoria di beni (cosiddetti “non consueti”), nonché le azioni e strategie didattiche che fanno della frequentazione dei musei un’esperienza durevole e qualitativamente apprezzabile sul piano degli apprendimenti.
E. PASQUINI (2011). Quale didattica museale per i Beni musicali?. MILANO : FrancoAngeli.
Quale didattica museale per i Beni musicali?
PASQUINI, ELISABETTA
2011
Abstract
Il saggio pone sul tappeto i nodi del dibattito sulla Didattica museale applicata ai Beni musicali: come si può stimolare e favorire l’accostamento dei giovani e degli adulti ai Beni musicali esposti nei musei della musica? quale valore pedagogico-didattico assumono le testimonianze materiali della musica (partiture, libri, strumenti, dipinti, ecc.) nella formazione culturale del cittadino? Tali interrogativi sono gravati dalla costitutiva ambivalenza del concetto stesso di ‘bene culturale’ applicato alla musica, ossia ad un’arte intrinsecamente immateriale. A differenza dei musei artistici, i musei della musica puntano ai significati più che alle opere, all’apprendimento più che al godimento estetico: perché ciò avvenga, occorre però che le collezioni siano valorizzate da una didattica museale qualificata, nutrita di apporti disciplinari diversi. È dunque necessario discutere le specificità e le condizioni d’accesso a tale categoria di beni (cosiddetti “non consueti”), nonché le azioni e strategie didattiche che fanno della frequentazione dei musei un’esperienza durevole e qualitativamente apprezzabile sul piano degli apprendimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.