La ricerca ha perseguito l’obiettivo di individuare e definire il potere di un ente territoriale di sostituire, tramite i suoi organi o atti, quelli ordinari degli enti territoriali minori, per assumere ed esercitare compiutamente, in situazioni straordinarie, le funzioni proprie di questi. Dogmaticamente potremmo distinguere due generali categorie di sostituzione: quella amministrativa e quella legislativa, a seconda dell’attività giuridica nella quale il sostituto interviene. Nonostante tale distinzione riguardi in generale il rapporto tra organi o enti della stessa o di differenti amministrazioni, con eguale o diverso grado di autonomia; la ricerca ha mirato ad analizzare le due summenzionate categorie con stretto riferimento agli enti territoriali. La presente ricerca ha voluto inoltre ricostruire l’ingresso dei poteri sostitutivi nel ordinamento costituzionale italiano, analizzando le decisioni del Giudice delle leggi, che a partire dalla sentenza n. 142 del 1972 e dalla connessa pronuncia n. 39 del 1971 sui poteri di indirizzo e coordinamento dello Stato, pur non senza incertezze e difficoltà, ha finito per stabilire un vero e proprio “statuto” della sostituzione con la sentenza n. 177 del 1988, individuando requisiti sostanziali e procedurali, stimolando prima e correggendo successivamente gli interventi del legislatore. Da tale inquadramento si è poi passati allo studio della legge 18 ottobre 2001 n. 3, ed al variato sistema dei controlli sulle leggi regionali e gli atti amministrativi, con la modificazione degli artt. 117 e 127 della Costituzione, che ha spinto parte della dottrina a ritenere il potere sostitutivo previsto dall'art. 120 Cost. come un istituto di chiusura. Particolarmente innovativa è la parte dell'indagine in cui la ricerca ha verificato in concreto la prassi di esercizio della sostituzione statale, da cui sono sembrate emergere numerose tendenze. In primo luogo significativo sembra essere il numero esiguo di sostituzioni amministrative statali nei confronti delle amministrazioni regionali; tale dato sembra dimostrare ed essere causa della scarsa “forza” degli esecutivi che avrebbero dovuto esercitare la sostituzione.

Gli interventi sostitutivi nei confronti degli enti territoriali / E.C. Raffiotta. - STAMPA. - (2009), pp. 1-250.

Gli interventi sostitutivi nei confronti degli enti territoriali

RAFFIOTTA, EDOARDO CARLO
2009

Abstract

La ricerca ha perseguito l’obiettivo di individuare e definire il potere di un ente territoriale di sostituire, tramite i suoi organi o atti, quelli ordinari degli enti territoriali minori, per assumere ed esercitare compiutamente, in situazioni straordinarie, le funzioni proprie di questi. Dogmaticamente potremmo distinguere due generali categorie di sostituzione: quella amministrativa e quella legislativa, a seconda dell’attività giuridica nella quale il sostituto interviene. Nonostante tale distinzione riguardi in generale il rapporto tra organi o enti della stessa o di differenti amministrazioni, con eguale o diverso grado di autonomia; la ricerca ha mirato ad analizzare le due summenzionate categorie con stretto riferimento agli enti territoriali. La presente ricerca ha voluto inoltre ricostruire l’ingresso dei poteri sostitutivi nel ordinamento costituzionale italiano, analizzando le decisioni del Giudice delle leggi, che a partire dalla sentenza n. 142 del 1972 e dalla connessa pronuncia n. 39 del 1971 sui poteri di indirizzo e coordinamento dello Stato, pur non senza incertezze e difficoltà, ha finito per stabilire un vero e proprio “statuto” della sostituzione con la sentenza n. 177 del 1988, individuando requisiti sostanziali e procedurali, stimolando prima e correggendo successivamente gli interventi del legislatore. Da tale inquadramento si è poi passati allo studio della legge 18 ottobre 2001 n. 3, ed al variato sistema dei controlli sulle leggi regionali e gli atti amministrativi, con la modificazione degli artt. 117 e 127 della Costituzione, che ha spinto parte della dottrina a ritenere il potere sostitutivo previsto dall'art. 120 Cost. come un istituto di chiusura. Particolarmente innovativa è la parte dell'indagine in cui la ricerca ha verificato in concreto la prassi di esercizio della sostituzione statale, da cui sono sembrate emergere numerose tendenze. In primo luogo significativo sembra essere il numero esiguo di sostituzioni amministrative statali nei confronti delle amministrazioni regionali; tale dato sembra dimostrare ed essere causa della scarsa “forza” degli esecutivi che avrebbero dovuto esercitare la sostituzione.
2009
250
9788862591591
Gli interventi sostitutivi nei confronti degli enti territoriali / E.C. Raffiotta. - STAMPA. - (2009), pp. 1-250.
E.C. Raffiotta
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