Il saggio analizza l’evoluzione del suffragio universale in Corea del Sud dal 1948 a oggi, mettendo in luce come tale diritto sia passato da una concessione istituzionale formale a un autentico strumento di partecipazione democratica grazie al ruolo decisivo della società civile. Sebbene il voto fosse previsto sin dalla fondazione della Repubblica, i regimi autoritari di Yi Sŭngman e, successivamente, di Pak Chŏnghŭi e Chŏn Tuhwan ne limitarono pesantemente l’esercizio attraverso brogli, intimidazioni e restrizioni politiche. A partire dalla Rivoluzione d’Aprile del 1960, e soprattutto durante il lungo periodo di dittatura militare, mobilitazioni studentesche, sindacali e religiose si sono battute per trasformare il suffragio in una pratica realmente libera e inclusiva. Il punto di svolta è rappresentato dal Movimento di Giugno del 1987, che impose il ritorno alle elezioni presidenziali dirette e sancì un avanzamento decisivo nel processo di democratizzazione. Il contributo esamina inoltre le lotte successive volte ad ampliare la base degli aventi diritto, come la riduzione dell’età di voto, il riconoscimento del voto ai cittadini all’estero, l’eliminazione delle barriere per le persone con disabilità e l’introduzione di misure per una maggiore rappresentanza femminile. Attraverso questa prospettiva storica, il capitolo sostiene che la democratizzazione del suffragio sudcoreano sia stata un processo non lineare, profondamente segnato dal conflitto tra Stato e società civile, e tuttora in evoluzione.

Fiori, A. (2025). Voci di piazza, voti di popolo: la mobilitazione democratica in Corea del Sud. Ancona : affinità elettive.

Voci di piazza, voti di popolo: la mobilitazione democratica in Corea del Sud

Antonio FIORI
2025

Abstract

Il saggio analizza l’evoluzione del suffragio universale in Corea del Sud dal 1948 a oggi, mettendo in luce come tale diritto sia passato da una concessione istituzionale formale a un autentico strumento di partecipazione democratica grazie al ruolo decisivo della società civile. Sebbene il voto fosse previsto sin dalla fondazione della Repubblica, i regimi autoritari di Yi Sŭngman e, successivamente, di Pak Chŏnghŭi e Chŏn Tuhwan ne limitarono pesantemente l’esercizio attraverso brogli, intimidazioni e restrizioni politiche. A partire dalla Rivoluzione d’Aprile del 1960, e soprattutto durante il lungo periodo di dittatura militare, mobilitazioni studentesche, sindacali e religiose si sono battute per trasformare il suffragio in una pratica realmente libera e inclusiva. Il punto di svolta è rappresentato dal Movimento di Giugno del 1987, che impose il ritorno alle elezioni presidenziali dirette e sancì un avanzamento decisivo nel processo di democratizzazione. Il contributo esamina inoltre le lotte successive volte ad ampliare la base degli aventi diritto, come la riduzione dell’età di voto, il riconoscimento del voto ai cittadini all’estero, l’eliminazione delle barriere per le persone con disabilità e l’introduzione di misure per una maggiore rappresentanza femminile. Attraverso questa prospettiva storica, il capitolo sostiene che la democratizzazione del suffragio sudcoreano sia stata un processo non lineare, profondamente segnato dal conflitto tra Stato e società civile, e tuttora in evoluzione.
2025
Dire, fare, votare. Dalle piazze alle urne
103
122
Fiori, A. (2025). Voci di piazza, voti di popolo: la mobilitazione democratica in Corea del Sud. Ancona : affinità elettive.
Fiori, Antonio
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