Oggetto del saggio è il modo in cui il fascismo elaborò sul piano politico, ideologico e propagandistico gli obiettivi e la natura della partecipazione alla Seconda guerra mondiale. L’idea della guerra, gli obiettivi e i valori in nome dei quali si decise di combattere orientarono infatti il rapporto del regime con la popolazione: da un lato improntarono la discussione ideologica, e quindi la formazione delle idee e dei miti capaci di mobilitare i militanti fascisti; dall’altro, determinarono la scelta dei contenuti della propaganda bellica, attraverso cui il regime si proponeva di favorire il consenso della popolazione al conflitto e ottenere una maggiore disponibilità a sostenerne costi e sacrifici. Non solo, ma la visione generale della guerra – quale mezzo per realizzare obiettivi di carattere militare e diplomatico ma anche come occasione per modificare gli assetti politici, sociali e culturali dell’Italia – influì in maniera decisiva sulla scelta delle politiche rivolte al fronte interno: gli interventi sociali e assistenziali ma anche l’azione di organismi pubblici o di partito per garantire condizioni accettabili di vita anche nei momenti più difficili. La combinazione di politiche economiche di guerra e di politiche sociali capaci di compensare anche solo in parte i sacrifici o di distribuirli in maniera più equa su tutta la popolazione fu perseguita, almeno in linea ideale, da tutti i paesi belligeranti. Ovunque, infatti, la guerra mise alla prova le istituzioni esistenti e la loro capacità di garantire le funzioni sociali dello Stato. In questo senso, il conflitto costituì un banco di prova decisivo per i governi e per i regimi politici. Nel caso italiano, non meno rilevante fu poi la mobilitazione ideologica promossa dal fascismo. Mussolini aveva cominciato a preparare la “sua” guerra con scopi che andavano oltre i tradizionali obiettivi della politica di potenza, e quegli scopi furono decisivi nell’impostare il modo in cui gli italiani percepirono e vissero la guerra, soprattutto nella fase iniziale. La dimensione ideologica fu importante non solo perché chiamò in causa valori e miti mobilitanti, capaci tra l’altro di offrire nuove armi alla propaganda, ma perché, delineando un nuovo rapporto tra il paese e il regime, indicava un orientamento delle scelte politiche. D’altra parte, come si evince dal dibattito ideologico del 1939-1940, era convinzione diffusa che la guerra avrebbe consentito la più ampia realizzazione della «rivoluzione fascista». Fu proprio questo intreccio di politica estera e militare, intervento a sostegno del fronte interno, ideologia e propaganda a dare forma alla «guerra fascista». E furono i contenuti di quell’intreccio, e la loro maggiore o minore riuscita, a determinare le sorti del rapporto tra la società italiana e la guerra. A questo proposito, è innegabile, come da più parti è stato sottolineato, che il conflitto fu affrontato in uno stato di confusione ideologica e politica che rese quanto mai indefiniti, agli occhi degli italiani, i principali motivi e obiettivi della guerra. Proprio la confusione e le contraddizioni con cui venne costruita, propagandata e resa effettiva la «guerra fascista» ostacolarono, almeno in una prima lunga fase, la mobilitazione e la partecipazione della popolazione e, al tempo stesso, resero meno efficace il funzionamento degli apparati pubblici e ostacolarono l’individuazione di obiettivi politici e sociali chiari e coerentemente perseguiti. In questo senso, emergono numerosi campi di tensione, vere e proprie contraddizioni che attraversarono le parole, le idee e il funzionamento degli apparati. Schematizzando, ne possiamo individuare cinque, che sono oggetto di esame specifico del saggio: 1. «Guerra rivoluzionaria» / compromesso con il mondo industriale 2. Mobilitazione sottotono / militarizzazione della società 3. Nazione in armi / universalismo dell’idea fascista 4. Guerra dello Stato / guerra del partito 5. Guerra dell’Italia / guerra dell’Asse

Gagliardi, A. (2025). Le contraddizioni irrisolte della “guerra fascista”. Roma : Viella.

Le contraddizioni irrisolte della “guerra fascista”

Gagliardi Alessio
2025

Abstract

Oggetto del saggio è il modo in cui il fascismo elaborò sul piano politico, ideologico e propagandistico gli obiettivi e la natura della partecipazione alla Seconda guerra mondiale. L’idea della guerra, gli obiettivi e i valori in nome dei quali si decise di combattere orientarono infatti il rapporto del regime con la popolazione: da un lato improntarono la discussione ideologica, e quindi la formazione delle idee e dei miti capaci di mobilitare i militanti fascisti; dall’altro, determinarono la scelta dei contenuti della propaganda bellica, attraverso cui il regime si proponeva di favorire il consenso della popolazione al conflitto e ottenere una maggiore disponibilità a sostenerne costi e sacrifici. Non solo, ma la visione generale della guerra – quale mezzo per realizzare obiettivi di carattere militare e diplomatico ma anche come occasione per modificare gli assetti politici, sociali e culturali dell’Italia – influì in maniera decisiva sulla scelta delle politiche rivolte al fronte interno: gli interventi sociali e assistenziali ma anche l’azione di organismi pubblici o di partito per garantire condizioni accettabili di vita anche nei momenti più difficili. La combinazione di politiche economiche di guerra e di politiche sociali capaci di compensare anche solo in parte i sacrifici o di distribuirli in maniera più equa su tutta la popolazione fu perseguita, almeno in linea ideale, da tutti i paesi belligeranti. Ovunque, infatti, la guerra mise alla prova le istituzioni esistenti e la loro capacità di garantire le funzioni sociali dello Stato. In questo senso, il conflitto costituì un banco di prova decisivo per i governi e per i regimi politici. Nel caso italiano, non meno rilevante fu poi la mobilitazione ideologica promossa dal fascismo. Mussolini aveva cominciato a preparare la “sua” guerra con scopi che andavano oltre i tradizionali obiettivi della politica di potenza, e quegli scopi furono decisivi nell’impostare il modo in cui gli italiani percepirono e vissero la guerra, soprattutto nella fase iniziale. La dimensione ideologica fu importante non solo perché chiamò in causa valori e miti mobilitanti, capaci tra l’altro di offrire nuove armi alla propaganda, ma perché, delineando un nuovo rapporto tra il paese e il regime, indicava un orientamento delle scelte politiche. D’altra parte, come si evince dal dibattito ideologico del 1939-1940, era convinzione diffusa che la guerra avrebbe consentito la più ampia realizzazione della «rivoluzione fascista». Fu proprio questo intreccio di politica estera e militare, intervento a sostegno del fronte interno, ideologia e propaganda a dare forma alla «guerra fascista». E furono i contenuti di quell’intreccio, e la loro maggiore o minore riuscita, a determinare le sorti del rapporto tra la società italiana e la guerra. A questo proposito, è innegabile, come da più parti è stato sottolineato, che il conflitto fu affrontato in uno stato di confusione ideologica e politica che rese quanto mai indefiniti, agli occhi degli italiani, i principali motivi e obiettivi della guerra. Proprio la confusione e le contraddizioni con cui venne costruita, propagandata e resa effettiva la «guerra fascista» ostacolarono, almeno in una prima lunga fase, la mobilitazione e la partecipazione della popolazione e, al tempo stesso, resero meno efficace il funzionamento degli apparati pubblici e ostacolarono l’individuazione di obiettivi politici e sociali chiari e coerentemente perseguiti. In questo senso, emergono numerosi campi di tensione, vere e proprie contraddizioni che attraversarono le parole, le idee e il funzionamento degli apparati. Schematizzando, ne possiamo individuare cinque, che sono oggetto di esame specifico del saggio: 1. «Guerra rivoluzionaria» / compromesso con il mondo industriale 2. Mobilitazione sottotono / militarizzazione della società 3. Nazione in armi / universalismo dell’idea fascista 4. Guerra dello Stato / guerra del partito 5. Guerra dell’Italia / guerra dell’Asse
2025
Il fascismo, un regime di guerra
323
341
Gagliardi, A. (2025). Le contraddizioni irrisolte della “guerra fascista”. Roma : Viella.
Gagliardi, Alessio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/1029237
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