Questo libro racconta come l’Europa cattolica della prima età moderna imparò un altro modo di pensare nel confronto, spesso diseguale, talvolta violento, con le culture che chiamava “orientali”, non solo attraverso relazioni inaspettate fra gli uomini, ma anche nel rapporto con animali, piante e oggetti. Dalle biblioteche di Venezia agli ospedali per animali in India, dagli eremi del Monte Libano alle carceri di Malta, Saperi viventi segue le tracce materiali di quegli apprendistati attraverso una serie di casi di studio, articolati in quattro capitoli intrecciati dedicati a libri, animali, piante e maestri: manoscritti saccheggiati, lezioni impartite da schiavi, erbari condivisi, esperimenti di traduzione tra fedi e lingue diverse. Ne emerge un primo orientalismo non come disciplina unitaria, ma come insieme di saperi precari, nati dentro una crisi politica e teologica. L’incontro con altri modi di abitare il mondo naturale diventa spazio di dominio e stupore: iconoclastie del vivente che abbattono e profanano, ma anche immagini di “mitezza orientale” che possono deridere o invitare a mutare. Da questi frammenti prende forma una conoscenza fragile ma viva, segnata dal conflitto e dal caso: non la marcia trionfante di un sapere che conquista, ma la cronaca minuta di un sapere che si lascia trasformare da ciò che tocca.
Petrolini, C. (2025). Saperi viventi : libri, relazioni e natura nel primo orientalismo cattolico. Napoli : FedOA - Federico II University Press [10.6093/978-88-6887-377-6].
Saperi viventi : libri, relazioni e natura nel primo orientalismo cattolico
Chiara Petrolini
2025
Abstract
Questo libro racconta come l’Europa cattolica della prima età moderna imparò un altro modo di pensare nel confronto, spesso diseguale, talvolta violento, con le culture che chiamava “orientali”, non solo attraverso relazioni inaspettate fra gli uomini, ma anche nel rapporto con animali, piante e oggetti. Dalle biblioteche di Venezia agli ospedali per animali in India, dagli eremi del Monte Libano alle carceri di Malta, Saperi viventi segue le tracce materiali di quegli apprendistati attraverso una serie di casi di studio, articolati in quattro capitoli intrecciati dedicati a libri, animali, piante e maestri: manoscritti saccheggiati, lezioni impartite da schiavi, erbari condivisi, esperimenti di traduzione tra fedi e lingue diverse. Ne emerge un primo orientalismo non come disciplina unitaria, ma come insieme di saperi precari, nati dentro una crisi politica e teologica. L’incontro con altri modi di abitare il mondo naturale diventa spazio di dominio e stupore: iconoclastie del vivente che abbattono e profanano, ma anche immagini di “mitezza orientale” che possono deridere o invitare a mutare. Da questi frammenti prende forma una conoscenza fragile ma viva, segnata dal conflitto e dal caso: non la marcia trionfante di un sapere che conquista, ma la cronaca minuta di un sapere che si lascia trasformare da ciò che tocca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


