La ricerca pedagogica speciale ha progressivamente riconosciuto nell’operosità un principio istituente di inclusione e cittadinanza, fondato sulla capacità di ciascuno di generare valore e appartenenza attraverso attività socialmente significative (Canevaro, 2007). In continuità con il capabilities approach di Sen (1999) e Nussbaum (2011), essa si configura come dimensione antropologica e politica che pone al centro la libertà sostanziale e l’agency delle persone, orientando la riflessione verso forme di partecipazione produttiva che restituiscono dignità e ruolo sociale anche a chi rimane escluso dall’occupazione ordinaria. Il seminario Costruire Operosità Produttiva (C.O.P.), promosso da AILeS nel 2025 in memoria di Andrea Canevaro, ha raccolto esperienze di cooperative sociali (Arcobaleno, Piazza Grande, Agriverde, Anima, CSAPSA) impegnate nell’offrire opportunità di inclusione e di riconoscimento a persone a occupabilità complessa (Errani, 2015; Sandri & Callegari, 2024). Le pratiche documentate — dall’agricoltura sociale alla ristorazione e ai servizi culturali — testimoniano la capacità di trasformare bisogni territoriali in occasioni di cittadinanza attiva e di dignità produttiva. Permane tuttavia un nodo politico cruciale: il mancato riconoscimento giuridico ed economico di molte esperienze di operosità, che restano ai margini del mercato e del welfare. Gli Atti del seminario propongono un ripensamento coevolutivo del sistema di welfare, fondato su un’economia mista pubblico–privato–terzo settore e sull’istituzione di incarichi e sostegni per l’operosità produttiva. In questa prospettiva, l’operosità emerge come bene comune e categoria generativa di cittadinanza democratica, capace di restituire dignità ai mestieri e valore politico alla partecipazione sociale.
Sandri, P. (2025). Operosità produttiva e inclusione: un principio istituente per la cittadinanza. Bologna : University Copy.
Operosità produttiva e inclusione: un principio istituente per la cittadinanza
Patrizia Sandri
2025
Abstract
La ricerca pedagogica speciale ha progressivamente riconosciuto nell’operosità un principio istituente di inclusione e cittadinanza, fondato sulla capacità di ciascuno di generare valore e appartenenza attraverso attività socialmente significative (Canevaro, 2007). In continuità con il capabilities approach di Sen (1999) e Nussbaum (2011), essa si configura come dimensione antropologica e politica che pone al centro la libertà sostanziale e l’agency delle persone, orientando la riflessione verso forme di partecipazione produttiva che restituiscono dignità e ruolo sociale anche a chi rimane escluso dall’occupazione ordinaria. Il seminario Costruire Operosità Produttiva (C.O.P.), promosso da AILeS nel 2025 in memoria di Andrea Canevaro, ha raccolto esperienze di cooperative sociali (Arcobaleno, Piazza Grande, Agriverde, Anima, CSAPSA) impegnate nell’offrire opportunità di inclusione e di riconoscimento a persone a occupabilità complessa (Errani, 2015; Sandri & Callegari, 2024). Le pratiche documentate — dall’agricoltura sociale alla ristorazione e ai servizi culturali — testimoniano la capacità di trasformare bisogni territoriali in occasioni di cittadinanza attiva e di dignità produttiva. Permane tuttavia un nodo politico cruciale: il mancato riconoscimento giuridico ed economico di molte esperienze di operosità, che restano ai margini del mercato e del welfare. Gli Atti del seminario propongono un ripensamento coevolutivo del sistema di welfare, fondato su un’economia mista pubblico–privato–terzo settore e sull’istituzione di incarichi e sostegni per l’operosità produttiva. In questa prospettiva, l’operosità emerge come bene comune e categoria generativa di cittadinanza democratica, capace di restituire dignità ai mestieri e valore politico alla partecipazione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


