Presentazione: L'altra faccia del "bel paesaggio"

È un’affascinante operazione culturale quella che Marco Jacoviello fa con questo libro. Da appassionato lettore di Carlo Ginzburg quale sono stato in gioventù, non ho potuto non notare da subito come la storia di Mosè da Gualdo, assieme a quella del mugnaio Menocchio e di molti altri, trovi il suo posto tra le microstorie dei dimenticati e dei perseguitati di ogni tempo e di ogni luogo. In questo caso, sulla base di un solido lavoro sulle fonti archivistiche, l’autore inserisce esplicitamente questa storia in un discorso militate in cui “il passato si pone in maniera critica e contestatrice al presente”. Denunciando le persecuzioni che qualcuno subì per la sua identità comunitaria e religiosa cinque secoli fa, si stimola una riflessione su quanto oggi siamo lontani dall’avere eliminato i razzismi, i fanatismi, le persecuzioni e le discriminazioni, in una parola l’odio nei confronti di chi si percepisce a qualche titolo differente, su cui tanti politici hanno costruito carriere e tante persone hanno vissuto drammi di ogni genere.