Situarsi al principio e porre fine

Partire da sé e dalla prima effettività del nostro essere e esserci – la corporeità – può costituire un punto di partenza per esercitare un continuo affinamento della consapevolezza di sé e dell’altro. Nella consapevolezza si può fare valere la libertà di scegliere di astenersi dal male, dal nutrire uno spirito violento, penetrando in modo profondo e autentico le proprie intenzioni, sviluppando vigilanza sulla qualità delle proprie emozioni, parole e gesti. Il gesto è ciò che concorre a dare densità, concretezza, consistenza ai valori in cui si crede: non è solo specchio del pensare e del sentire, ma di essi è nutrimento. L’Embodiment ci ricorda che le aree e le funzioni del cervello sono strettamente connesse con la gestualità, e altrettanto la neurobiologia interpersonale ci ricorda che la mente non può definirsi in base a ciò che il cervello fa (sebbene esso sia, come organo fisico, il substrato neuronale), ma è piuttosto un fenomeno emergente, cioè un processo complesso e in continua evoluzione, che si manifesta attraverso l’attività neurobiologica e l’interazione con il mondo