Questo numeronasce dall’esigenza di approfondire, su unpiano meto-dologico,il discorso critico generato da pratiche artistiche che,in modo più sistematico a partire dagli anni Duemila, hanno iniziato a interagire con la dimensione sociale e urbana secondo una logica processuale. Si tratta di pratiche che si sono progressivamente svincolate dall’idea di produrre un oggetto artistico–o un intervento inteso in senso tradizionale–per aprire un dialogo fertile tra discipline, prospettive e ambiti di riconoscimento. Tuttavia, proprio questa processualità e questo allontanarsi da un preciso campo di riferimento sembra aver creato una certa distanza tra una possibile definizione–in continuità con esperienze del passato–e una sua interpretazione attuale. Il punto dal quale siamo partiti, si muove da questa distanza, o disallineamento, tra le pratiche e la teoria che operazioni socially engaged, partecipative e community based hanno dimostrato. La domanda di ricerca, pertanto, è stata rivolta ai metodi per analizzare, comprendere e studiare una tipologia di pratiche le cui ragioni e i cui esiti non possono essere discussi all’interno di un rigido modello storico-critico. Piuttosto, la scelta di interrogare unacomunità ampia di studiose e studiosi è stata indirizzata dalla necessità di ripensare collettivamente strumenti di indagine e modalità di racconti, più efficaci rispetto alla natura ambigua e allo stesso tempo specifica di tali pratiche artistiche che la critica si sforza di tenere insieme in una stessa tipologia unificante.
Meschini, E.R., Mancini, M.G., Pinto, R. (2025). La partecipazione nelle pratiche artistiche: metodologia ed esperienze.. Bologna : Piano B [10.6092/issn.2531-9876/22074].
La partecipazione nelle pratiche artistiche: metodologia ed esperienze.
Emanuele Rinaldo Meschini;Maria Giovanna Mancini;Roberto Pinto
2025
Abstract
Questo numeronasce dall’esigenza di approfondire, su unpiano meto-dologico,il discorso critico generato da pratiche artistiche che,in modo più sistematico a partire dagli anni Duemila, hanno iniziato a interagire con la dimensione sociale e urbana secondo una logica processuale. Si tratta di pratiche che si sono progressivamente svincolate dall’idea di produrre un oggetto artistico–o un intervento inteso in senso tradizionale–per aprire un dialogo fertile tra discipline, prospettive e ambiti di riconoscimento. Tuttavia, proprio questa processualità e questo allontanarsi da un preciso campo di riferimento sembra aver creato una certa distanza tra una possibile definizione–in continuità con esperienze del passato–e una sua interpretazione attuale. Il punto dal quale siamo partiti, si muove da questa distanza, o disallineamento, tra le pratiche e la teoria che operazioni socially engaged, partecipative e community based hanno dimostrato. La domanda di ricerca, pertanto, è stata rivolta ai metodi per analizzare, comprendere e studiare una tipologia di pratiche le cui ragioni e i cui esiti non possono essere discussi all’interno di un rigido modello storico-critico. Piuttosto, la scelta di interrogare unacomunità ampia di studiose e studiosi è stata indirizzata dalla necessità di ripensare collettivamente strumenti di indagine e modalità di racconti, più efficaci rispetto alla natura ambigua e allo stesso tempo specifica di tali pratiche artistiche che la critica si sforza di tenere insieme in una stessa tipologia unificante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


