Il monumento offre una visualizzazione storica tripartita e allo stesso tempo contemporanea. Ad un primo livello rappresenta la storia che fu, ad un secondo come quella data storia vuole ricordarsi e radicarsi nel presente, ad un terzo come effettivamente quel messaggio può diventare monito futuro. Questi piani viaggiano su una contemporaneità di lettura ed esperienza, che non permette di separarli e, dunque, non concede al monumento la possibilità di essere solo-oggetto. A partire dalle teorie del filosofo francese Paul Ricoeur sul rapporto tra memoria e storia, si cercherà di proporre una lettura del monumento come aporia/impossibilità tra le ragioni della sua costruzione collettiva e ufficiale e quella della sua rimozione come atto critico. Non si tratta di un’analisi esclusivamente storico artistica, bensì di una critica visuale che muove da una determinata concezione psicoanalitica. La costruzione del monumento è intesa nella dialettica tra memoria e storia, tra fedeltà e verità. La rimozione, invece, è intesa sia dal punto di vista del rimosso che crea ostacolo e frizione, sia dal punto di vista fisico della rimozione che, invece, libera spazio e attiva memoria. Il monumento è visto, innanzitutto, come fatto sociale pertanto la presentazione dei casi studio prevede la prevalenza di casi non direttamente ascrivibili al mondo dell’arte propriamente detto. I casi studio prevedono: l’abbattimento della statua di Edward Colston avvenuta il 7 giugno 2020 a Bristol a seguito delle proteste del movimento Black Lives Matters; la rimozione delle statue confederate americane iniziata nel 2015 nella città di New Orleans; il caso della monumentalizzazione della tragedia del Grande Torino a Superga ed infine l’operazione di Jeremy Deller, It is what it is, che ha trasformato in opera il relitto di una macchina esplosa in un attentato a Baghdad nel 2007.
Meschini, E.R. (2023). Come leggere il monumento o la sua rimozione. Milano : Postmedia Books.
Come leggere il monumento o la sua rimozione
Emanuele Rinaldo Meschini
2023
Abstract
Il monumento offre una visualizzazione storica tripartita e allo stesso tempo contemporanea. Ad un primo livello rappresenta la storia che fu, ad un secondo come quella data storia vuole ricordarsi e radicarsi nel presente, ad un terzo come effettivamente quel messaggio può diventare monito futuro. Questi piani viaggiano su una contemporaneità di lettura ed esperienza, che non permette di separarli e, dunque, non concede al monumento la possibilità di essere solo-oggetto. A partire dalle teorie del filosofo francese Paul Ricoeur sul rapporto tra memoria e storia, si cercherà di proporre una lettura del monumento come aporia/impossibilità tra le ragioni della sua costruzione collettiva e ufficiale e quella della sua rimozione come atto critico. Non si tratta di un’analisi esclusivamente storico artistica, bensì di una critica visuale che muove da una determinata concezione psicoanalitica. La costruzione del monumento è intesa nella dialettica tra memoria e storia, tra fedeltà e verità. La rimozione, invece, è intesa sia dal punto di vista del rimosso che crea ostacolo e frizione, sia dal punto di vista fisico della rimozione che, invece, libera spazio e attiva memoria. Il monumento è visto, innanzitutto, come fatto sociale pertanto la presentazione dei casi studio prevede la prevalenza di casi non direttamente ascrivibili al mondo dell’arte propriamente detto. I casi studio prevedono: l’abbattimento della statua di Edward Colston avvenuta il 7 giugno 2020 a Bristol a seguito delle proteste del movimento Black Lives Matters; la rimozione delle statue confederate americane iniziata nel 2015 nella città di New Orleans; il caso della monumentalizzazione della tragedia del Grande Torino a Superga ed infine l’operazione di Jeremy Deller, It is what it is, che ha trasformato in opera il relitto di una macchina esplosa in un attentato a Baghdad nel 2007.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


