Nella prima parte del contributo, a cura di P. Licciardello (Problemi filologici. La ‘Leggenda prima’. La ‘Leggenda seconda’), si ricostruiscono la genesi, la trasmissione e i modelli narrativi della ‘Leggenda’ del beato Guido da Cortona, che ci è giunta in due redazioni in volgare. Una redazione originaria, forse in latino, databile al 1247/1261, è andata perduta. La prima redazione, trasmessa da un manoscritto cortonese di fine XIV-in. XV sec. di proprietà privata (Codice Petrella), di cui esiste una copia quattrocentesca conservata nel monastero delle Clarisse di Cortona (senza segnatura), è un volgarizzamento e proviene dall’ambiente francescano “spirituale” di Cortona, legato all’eremo suburbano delle Celle. Il modello di santità proposto è vicino all’eremitismo e attinge a memorie orali, da cui proviene il ricordo della visita di san Francesco a Cortona. La seconda redazione, trasmessa da alcuni manoscritti cortonesi di età moderna (Cortona, Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca 473, 543, 554, 581, 604, 691), è scritta in volgare nel 1450 dal notaio ser Gaspero di Silvestro di Ristoro. Questa versione arricchisce la narrazione della ‘Leggenda prima’ con particolari aggiunti, come il ritrovamento delle reliquie nel 1261, alcune notizie sui signori Casali che si leggono anche nella Continuazione della Cronaca di Boncitolo (del tardo Trecento) e presenta una ricostruzione ‘archeologica’ delle vicende di Cortona preromana.
Licciardello, P. (2025). La Leggenda del Beato Guido: tra agiografia francescana e identità civica cortonese. Pisa : Edizioni della Normale.
La Leggenda del Beato Guido: tra agiografia francescana e identità civica cortonese
Pierluigi Licciardello
2025
Abstract
Nella prima parte del contributo, a cura di P. Licciardello (Problemi filologici. La ‘Leggenda prima’. La ‘Leggenda seconda’), si ricostruiscono la genesi, la trasmissione e i modelli narrativi della ‘Leggenda’ del beato Guido da Cortona, che ci è giunta in due redazioni in volgare. Una redazione originaria, forse in latino, databile al 1247/1261, è andata perduta. La prima redazione, trasmessa da un manoscritto cortonese di fine XIV-in. XV sec. di proprietà privata (Codice Petrella), di cui esiste una copia quattrocentesca conservata nel monastero delle Clarisse di Cortona (senza segnatura), è un volgarizzamento e proviene dall’ambiente francescano “spirituale” di Cortona, legato all’eremo suburbano delle Celle. Il modello di santità proposto è vicino all’eremitismo e attinge a memorie orali, da cui proviene il ricordo della visita di san Francesco a Cortona. La seconda redazione, trasmessa da alcuni manoscritti cortonesi di età moderna (Cortona, Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca 473, 543, 554, 581, 604, 691), è scritta in volgare nel 1450 dal notaio ser Gaspero di Silvestro di Ristoro. Questa versione arricchisce la narrazione della ‘Leggenda prima’ con particolari aggiunti, come il ritrovamento delle reliquie nel 1261, alcune notizie sui signori Casali che si leggono anche nella Continuazione della Cronaca di Boncitolo (del tardo Trecento) e presenta una ricostruzione ‘archeologica’ delle vicende di Cortona preromana.| File | Dimensione | Formato | |
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