La presenza femminile nella costruzione e diffusione del sapere costituisce un percorso che oggi si va sempre più popolando di nomi, scoperte, luoghi, relazioni. E’ nella seconda metà dell’Ottocento che le donne ottennero il libero acceso alle aule universitarie attraverso prassi spesso accidentate e poi all’esercizio della professione superando ostacoli assai impervi. Se è questo è vero in generale lo è stato in modo particolare nelle facoltà scientifiche e tecniche, dove le donne hanno scontato una maggiore difficoltà: quella di un’ipotetica debolezza delle loro menti a confrontarsi con le ardue prove che la scienza richiedeva. Per fortuna su questo sfondo, tra XIX e XX secolo, non mancarono alcuni professori illuminati che trattarono alla pari le (poche) colleghe scienziate e che, senza farsi condizionare dalla falsità del pregiudizio che considerava donne e scienza come due concetti tra loro incompatibili, incoraggiarono e giudicarono parimenti allievi e allieve unicamente sulla base delle capacità e del merito. Vito Volterra fu uno di questi maestri illuminati, il quale promosse un’organizzazione della ricerca ove anche le donne avevano diritto di cittadinanza. Un diritto pieno giacché esso non si fermava al conseguimento della laurea, ma proseguiva con l’esercizio dell’insegnamento, della pratica in laboratorio, con una visibilità in prestigiose riviste e con una partecipazione a livello istituzionale ed editoriale. Questo intervento tratteggia le relazioni intessute da Volterra con grandi menti femminili come Sofja Kovalevskaja e Marie Curie; lo fotografa nei suoi rapporti quotidiani con le donne di casa e in particolare con la figlia Luisa, biologa; mentre, attraverso l’analisi di corrispondenze inedite e il recupero di note a lui indirizzate da sue allieve, si sofferma sull’attività finora poco visibile di figure quali Cornelia Fabri, Elena ed Eleonora Freda, Emma Sciolette, Cesira Orlandi, Pierina Quintili, Giuditta Graziani e Gina Zanoni. Queste (e altre) donne sono state in gran parte dimenticate da una narrazione storiografica che per lungo tempo ha guardato in modo esclusivo alle grandi teorie e ai grandi personaggi. Il recupero del lavoro serio e “onesto” di queste studiose, se da un lato, favorisce una migliore comprensione dell’impresa scientifica, grazie ad un’analisi dinamica volta a coglierne le innumerevoli e svariate sfaccettature; dall’altro, rende ancor più intrigante le vicende intellettuali e umane di un matematico e politico della ricerca di fama mondiale come Vito Volterra.
Linguerri, S. (2025). Vito Volterra e l'universo femminile. Roma : Bardi Edizioni.
Vito Volterra e l'universo femminile
Linguerri Sandra
2025
Abstract
La presenza femminile nella costruzione e diffusione del sapere costituisce un percorso che oggi si va sempre più popolando di nomi, scoperte, luoghi, relazioni. E’ nella seconda metà dell’Ottocento che le donne ottennero il libero acceso alle aule universitarie attraverso prassi spesso accidentate e poi all’esercizio della professione superando ostacoli assai impervi. Se è questo è vero in generale lo è stato in modo particolare nelle facoltà scientifiche e tecniche, dove le donne hanno scontato una maggiore difficoltà: quella di un’ipotetica debolezza delle loro menti a confrontarsi con le ardue prove che la scienza richiedeva. Per fortuna su questo sfondo, tra XIX e XX secolo, non mancarono alcuni professori illuminati che trattarono alla pari le (poche) colleghe scienziate e che, senza farsi condizionare dalla falsità del pregiudizio che considerava donne e scienza come due concetti tra loro incompatibili, incoraggiarono e giudicarono parimenti allievi e allieve unicamente sulla base delle capacità e del merito. Vito Volterra fu uno di questi maestri illuminati, il quale promosse un’organizzazione della ricerca ove anche le donne avevano diritto di cittadinanza. Un diritto pieno giacché esso non si fermava al conseguimento della laurea, ma proseguiva con l’esercizio dell’insegnamento, della pratica in laboratorio, con una visibilità in prestigiose riviste e con una partecipazione a livello istituzionale ed editoriale. Questo intervento tratteggia le relazioni intessute da Volterra con grandi menti femminili come Sofja Kovalevskaja e Marie Curie; lo fotografa nei suoi rapporti quotidiani con le donne di casa e in particolare con la figlia Luisa, biologa; mentre, attraverso l’analisi di corrispondenze inedite e il recupero di note a lui indirizzate da sue allieve, si sofferma sull’attività finora poco visibile di figure quali Cornelia Fabri, Elena ed Eleonora Freda, Emma Sciolette, Cesira Orlandi, Pierina Quintili, Giuditta Graziani e Gina Zanoni. Queste (e altre) donne sono state in gran parte dimenticate da una narrazione storiografica che per lungo tempo ha guardato in modo esclusivo alle grandi teorie e ai grandi personaggi. Il recupero del lavoro serio e “onesto” di queste studiose, se da un lato, favorisce una migliore comprensione dell’impresa scientifica, grazie ad un’analisi dinamica volta a coglierne le innumerevoli e svariate sfaccettature; dall’altro, rende ancor più intrigante le vicende intellettuali e umane di un matematico e politico della ricerca di fama mondiale come Vito Volterra.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
Vito Volterra e l_universo femminile.pdf
accesso riservato
Descrizione: Capitolo
Tipo:
Versione (PDF) editoriale / Version Of Record
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
5.54 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.54 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


