Donne in fuga “oltre i margini” tra Linguadoca e Catalogna

Il saggio esamina le esperienze di fuga di persone perseguite per eresia attraverso una prospettiva di genere. Prendendo in esame documenti processuali del XIV secolo provenienti dall'Aragona e dalla Linguadoca, si rileva come, malgrado il loro fallimento, le esperienze di fuga schiudessero per le seguaci dei boni homines nuove opportunità all’interno delle comunità in esilio appena costituite. Queste fuggitive si spingono oltre i margini (geografici, istituzionali, religiosi e sociali) della loro comunità di provenienza, condizione che le espone a molteplici difficoltà, spingendole a dissimulare anche fisicamente la propria identità. Ma al contempo, mostrano capacità di resilienza, ricostituendo legami sociali, mantenendo viva la loro religiosità non conforme ed esercitando ruoli decisionali. Seppur indotto dagli effetti dirompenti della repressione inquisitoriale, il loro allontanamento dalla regione di provenienza può essere ricondotto alla volontà di configurare un tentativo di resistenza, tacita e sotterranea, nei confronti dell’officium.