La croce di Santa Maria Maggiore, di pietra aurisina, restaurata e ricomposta nei suoi frammenti da Giovanni Giannelli, direttore tecnico del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l., e collocata su una colonna di pietra gialla ramata di Vicenza, foggiata dal Laboratorio Morseletto, torna ad essere patrimonio archeologico visibile della città di Bologna. Dopo essere rimasta a lungo nascosta, è stata rinvenuta durante i recenti lavori di consolidamento del portico della basilica di Via Galliera, dove è attesa per la definitiva collocazione all’interno della chiesa. (Mons. Rino Magnani) Si tratta di un tassello archeologico importante che reca la data certa del 1143, ma potrebbe anche trasformarsi in chiave determinante di interpretazione per rileggere le maestranze di quegli anni.
Cova, P. (2017). La croce del 1143: interferenze e derivazioni dalla scultura antica nel romanico bolognese. Bologna : Comune di Bologna (Istituzione Bologna Musei).
La croce del 1143: interferenze e derivazioni dalla scultura antica nel romanico bolognese
Cova P
2017
Abstract
La croce di Santa Maria Maggiore, di pietra aurisina, restaurata e ricomposta nei suoi frammenti da Giovanni Giannelli, direttore tecnico del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale S.r.l., e collocata su una colonna di pietra gialla ramata di Vicenza, foggiata dal Laboratorio Morseletto, torna ad essere patrimonio archeologico visibile della città di Bologna. Dopo essere rimasta a lungo nascosta, è stata rinvenuta durante i recenti lavori di consolidamento del portico della basilica di Via Galliera, dove è attesa per la definitiva collocazione all’interno della chiesa. (Mons. Rino Magnani) Si tratta di un tassello archeologico importante che reca la data certa del 1143, ma potrebbe anche trasformarsi in chiave determinante di interpretazione per rileggere le maestranze di quegli anni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


