La cirrosi epatica è un “processo diffuso caratterizzato da fibrosi e da trasformazione della normale architettura in noduli strutturalmente anormali”. Di questa definizione, fondata su criteri morfologici e fatta propria dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è opportuno sottolineare che 1) il processo patologico deve essere diffuso e coinvolgere tutto l’organo; le lesioni focali (ad es.: iperplasia nodulare focale, iperplasia rigenerativa) non costituiscono una cirrosi; 2) la fibrosi deve associarsi alla formazione di noduli ed al sovvertimento strutturale dell’organo; la fibrosi epatica congenita, ove la fibrosi circonda noduli nei quali l’architettura lobulare è conservata, non può essere definita cirrosi. Il sovvertimento strutturale del fegato rappresenta il fondamento patogenetico delle manifestazioni cliniche cardinali della cirrosi, conseguenti all’insufficienza funzionale dell’organo ed all’ipertensione portale. Entrambe, infatti, derivano dall’alterata organizzazione vascolare, con perdita dei rapporti fisiologici fra epatocita e rete sinusoidale e compressione delle venule a livello degli spazi portali e del centrolobulo. Una definizione morfologica è giustificata dal fatto che la cirrosi non costituisce un’entità nosologica unitaria, ma rappresenta l’esito di malattie diverse per eziologia, manifestazioni cliniche, decorso e prognosi. Su criteri morfologici è anche basata la tradizionale classificazione della malattia (Tab. 1), che, tuttavia, non assume un’effettiva importanza pratica, poiché manifestazioni cliniche ed implicazioni prognostiche delle diverse forme non differiscono sostanzialmente. La classificazione eziologico-patogenetica (Tab. 1), invece, riveste maggiori implicazioni cliniche, tali da influenzare decisioni sul piano terapeutico ed assumere importanza prognostica.

Cirrosi epatica e sue complicanze / Bernardi M; Lorenzini S.. - STAMPA. - (2011), pp. 1573-1590.

Cirrosi epatica e sue complicanze

BERNARDI, MAURO;
2011

Abstract

La cirrosi epatica è un “processo diffuso caratterizzato da fibrosi e da trasformazione della normale architettura in noduli strutturalmente anormali”. Di questa definizione, fondata su criteri morfologici e fatta propria dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è opportuno sottolineare che 1) il processo patologico deve essere diffuso e coinvolgere tutto l’organo; le lesioni focali (ad es.: iperplasia nodulare focale, iperplasia rigenerativa) non costituiscono una cirrosi; 2) la fibrosi deve associarsi alla formazione di noduli ed al sovvertimento strutturale dell’organo; la fibrosi epatica congenita, ove la fibrosi circonda noduli nei quali l’architettura lobulare è conservata, non può essere definita cirrosi. Il sovvertimento strutturale del fegato rappresenta il fondamento patogenetico delle manifestazioni cliniche cardinali della cirrosi, conseguenti all’insufficienza funzionale dell’organo ed all’ipertensione portale. Entrambe, infatti, derivano dall’alterata organizzazione vascolare, con perdita dei rapporti fisiologici fra epatocita e rete sinusoidale e compressione delle venule a livello degli spazi portali e del centrolobulo. Una definizione morfologica è giustificata dal fatto che la cirrosi non costituisce un’entità nosologica unitaria, ma rappresenta l’esito di malattie diverse per eziologia, manifestazioni cliniche, decorso e prognosi. Su criteri morfologici è anche basata la tradizionale classificazione della malattia (Tab. 1), che, tuttavia, non assume un’effettiva importanza pratica, poiché manifestazioni cliniche ed implicazioni prognostiche delle diverse forme non differiscono sostanzialmente. La classificazione eziologico-patogenetica (Tab. 1), invece, riveste maggiori implicazioni cliniche, tali da influenzare decisioni sul piano terapeutico ed assumere importanza prognostica.
2011
Trattato di Medicina Interna
1573
1590
Cirrosi epatica e sue complicanze / Bernardi M; Lorenzini S.. - STAMPA. - (2011), pp. 1573-1590.
Bernardi M; Lorenzini S.
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