In questo saggio si propone un’analisi delle opere di Valle Inclán considerate sia come testi individuali sia come composizione d’insieme poiché la scrittura valleinclanesca, nonostante differenze importanti tra le varie opere ed epoche, forma un sistema artistico in cui emergono strategie testuali ricorrenti, tese a provocare un effetto ironico costante e destrutturante. In quanto forma di comunicazione indiretta, l’ironia si sovrappone ai contenuti e ai conflitti presenti nei testi dell’autore e ha la funzione pragmatica di rifiutare e deridere modelli sociali e culturali preordinati, mette in risalto ciò che non è corrente e distrugge la vecchia immagine di un mondo che era stato sublimato nel culto religioso, nella storia ufficiale, nei generi della letteratura ed in altre forme ideologiche tradizionali. Il bersaglio dell’ironia diventa, quindi, il linguaggio convenzionale attraverso cui si pretende di trasmettere la realtà, la versione pubblica e condivisa di ogni tipo di avvenimento (politico, letterario, di cronaca). Per questo l’autore abolisce gerarchie, degrada immagini consacrate, deforma ironicamente ambienti e personaggi creando una rete di sottotesti, di codici linguistici derivanti dalla stilizzazione e parodizzazione di fonti diversissime: la letteratura colta, la tradizione orale e popolare, il luogo comune e il modo di dire, ma anche la storia, il giornalismo, il cinema, la musica, la pittura, ecc. Mettendo in risalto tutto ciò che è eccentrico, improprio, carnevalesco, profano, grottesco, assurdo, stravagante e triviale, egli rende impossibile l’epica e la tragedia e crea un mondo deformato.
Contadini, L. (2002). Ironia e potere nell'opera di Valle Inclán. Fasamo-Brindisi : Schena.
Ironia e potere nell'opera di Valle Inclán
Luigi Contadini
2002
Abstract
In questo saggio si propone un’analisi delle opere di Valle Inclán considerate sia come testi individuali sia come composizione d’insieme poiché la scrittura valleinclanesca, nonostante differenze importanti tra le varie opere ed epoche, forma un sistema artistico in cui emergono strategie testuali ricorrenti, tese a provocare un effetto ironico costante e destrutturante. In quanto forma di comunicazione indiretta, l’ironia si sovrappone ai contenuti e ai conflitti presenti nei testi dell’autore e ha la funzione pragmatica di rifiutare e deridere modelli sociali e culturali preordinati, mette in risalto ciò che non è corrente e distrugge la vecchia immagine di un mondo che era stato sublimato nel culto religioso, nella storia ufficiale, nei generi della letteratura ed in altre forme ideologiche tradizionali. Il bersaglio dell’ironia diventa, quindi, il linguaggio convenzionale attraverso cui si pretende di trasmettere la realtà, la versione pubblica e condivisa di ogni tipo di avvenimento (politico, letterario, di cronaca). Per questo l’autore abolisce gerarchie, degrada immagini consacrate, deforma ironicamente ambienti e personaggi creando una rete di sottotesti, di codici linguistici derivanti dalla stilizzazione e parodizzazione di fonti diversissime: la letteratura colta, la tradizione orale e popolare, il luogo comune e il modo di dire, ma anche la storia, il giornalismo, il cinema, la musica, la pittura, ecc. Mettendo in risalto tutto ciò che è eccentrico, improprio, carnevalesco, profano, grottesco, assurdo, stravagante e triviale, egli rende impossibile l’epica e la tragedia e crea un mondo deformato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


