La salvaguardia ed il recupero dei contesti insediativi minori e rurali pongono numerosi problemi, sia di ordine pratico che metodologico. In particolare, visto che il valore di memoria storica di questi insediamenti è affidato più alla loro contestualità che a singoli edifici “di pregio”, occorre affrontare il problema del loro recupero con un approccio che tenga conto di questo carattere. In primo luogo sono necessari strumenti operativi che consentano di ricondurre i singoli interventi ad un indirizzo conservativo comune: a questo proposito lo strumento più idoneo appare quello dei Codici di Pratica, o comunque di strumenti operativi integrati e interdisciplinari flessibili che forniscano ai progettisti (anche grazie all’intervento delle Amministrazioni Locali) una base conoscitiva ed un orientamento metodologico comuni attorno a cui costruire il singolo progetto di recupero. E’ evidente quindi come la redazione di simili Codici debba passare attraverso uno studio approfondito dei caratteri del singolo insediamento ed in particolare attraverso: - l’identificazione storico-tipologica del costruito (tecnologie costruttive, elementi tecnologici, caratteri distributivi, invarianti territoriali, ecc.); - l’identificazione dei materiali e delle relative tecniche di posa. L’integrazione di questi due aspetti, spesso purtroppo carente nella prassi del restauro/recupero architettonico, è un’esigenza imprescindibile per il miglioramento della qualità degli interventi. La prima finalità dell’analisi tipologica e materica dell’esistente è infatti l’individuazione della reale omogeneità dei contesti insediativi (pur con le inevitabili differenze connesse con l’evoluzione storica del costruito), i quali possano essere trattati come oggetti unitari dai vari Codici di Pratica locali. Tale analisi integrata permette l’individuazione, per la redazione dei successivi piani di recupero, dei materiali, delle tecnologie e delle soluzioni progettuali più adeguate, ovvero compatibili con l’esistente, sia dal punto di vista chimico-fisico-biologico-meccanico (per quanto concerne i materiali), che filologico (per quanto concerne lo spirito architettonico), che, naturalmente, ambientale. L’identificazione dei materiali e delle tecnologie di posa caratteristici di un contesto insediativo rurale dell’area emiliano-romagnola, che è l’aspetto di diretto interesse della presente ricerca, è stata condotta con gli strumenti propri della cosiddetta “diagnostica edilizia”, strettamente e continuamente integrata con il rilievo tipologico. In particolare sono stati trattati, nel corso di diverse campagne di rilevazione in situ, alcuni edifici-campione rappresentativi degli insediamenti studiati.
F. Sandrolini, E. Franzoni (2011). Materiali e procedimenti del costruire negli insediamenti minori storicamente consolidati. FIRENZE : Alinea Editrice.
Materiali e procedimenti del costruire negli insediamenti minori storicamente consolidati
SANDROLINI, FRANCO;FRANZONI, ELISA
2011
Abstract
La salvaguardia ed il recupero dei contesti insediativi minori e rurali pongono numerosi problemi, sia di ordine pratico che metodologico. In particolare, visto che il valore di memoria storica di questi insediamenti è affidato più alla loro contestualità che a singoli edifici “di pregio”, occorre affrontare il problema del loro recupero con un approccio che tenga conto di questo carattere. In primo luogo sono necessari strumenti operativi che consentano di ricondurre i singoli interventi ad un indirizzo conservativo comune: a questo proposito lo strumento più idoneo appare quello dei Codici di Pratica, o comunque di strumenti operativi integrati e interdisciplinari flessibili che forniscano ai progettisti (anche grazie all’intervento delle Amministrazioni Locali) una base conoscitiva ed un orientamento metodologico comuni attorno a cui costruire il singolo progetto di recupero. E’ evidente quindi come la redazione di simili Codici debba passare attraverso uno studio approfondito dei caratteri del singolo insediamento ed in particolare attraverso: - l’identificazione storico-tipologica del costruito (tecnologie costruttive, elementi tecnologici, caratteri distributivi, invarianti territoriali, ecc.); - l’identificazione dei materiali e delle relative tecniche di posa. L’integrazione di questi due aspetti, spesso purtroppo carente nella prassi del restauro/recupero architettonico, è un’esigenza imprescindibile per il miglioramento della qualità degli interventi. La prima finalità dell’analisi tipologica e materica dell’esistente è infatti l’individuazione della reale omogeneità dei contesti insediativi (pur con le inevitabili differenze connesse con l’evoluzione storica del costruito), i quali possano essere trattati come oggetti unitari dai vari Codici di Pratica locali. Tale analisi integrata permette l’individuazione, per la redazione dei successivi piani di recupero, dei materiali, delle tecnologie e delle soluzioni progettuali più adeguate, ovvero compatibili con l’esistente, sia dal punto di vista chimico-fisico-biologico-meccanico (per quanto concerne i materiali), che filologico (per quanto concerne lo spirito architettonico), che, naturalmente, ambientale. L’identificazione dei materiali e delle tecnologie di posa caratteristici di un contesto insediativo rurale dell’area emiliano-romagnola, che è l’aspetto di diretto interesse della presente ricerca, è stata condotta con gli strumenti propri della cosiddetta “diagnostica edilizia”, strettamente e continuamente integrata con il rilievo tipologico. In particolare sono stati trattati, nel corso di diverse campagne di rilevazione in situ, alcuni edifici-campione rappresentativi degli insediamenti studiati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.