La popolazione straniera è ancora oggi composta soprattutto da «immigrati». Negli ultimi anni, però, i margini di sovrapposizione fra componente straniera e immigrata si stanno via via contraendo. Gli attori principali dei flussi migratori verso l’Italia non sono più, o non solo, giovani adulti, che emigrano e si insediano come lavoratori nella società ospitante, ma sono anche donne e minori. Il processo di ridefinizione e riconfigurazione dell’assetto sociale si va definendo sotto la pressione dell’incremento dei permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare e l’aumento della proporzione dei minori entro la popolazione straniera. A questi ultimi, in particolare, si deve buona parte dello scollamento fra componente straniera e immigrata, e più precisamente si imputa a quella fetta crescente di giovani, nota sotto il nome di «seconda generazione», che nascono, crescono e vivono in Italia, ma rimangono giuridicamente stranieri in quanto figli di genitori non italiani. In questo contesto di trasformazione dell’assetto socio-demografico, il tema dell’integrazione del giovane straniero nella società di accoglienza diviene cruciale per la comprensione e la previsione di quella che potrà essere la società di domani. In questa prospettiva, è evidente il ruolo che assume l’esperienza scolastica e formativa per i minori stranieri. A partire da un’indagine che ha coinvolto più di 3 mila studenti, italiani e stranieri, iscritti nelle prime tre classi di un insieme di istituti tecnici e professionali della provincia di Bologna nell’anno scolastico 2006/07, il volume mette in evidenza come la presenza di figli di immigrati sia destinata a divenire un fenomeno molto rilevante anche nella scuola secondaria superiore. I dati raccolti in fase di ricognizione della popolazione di riferimento hanno consentito di sviluppare importanti considerazioni su quanti sono i giovani che partecipano ai diversi gradi del sistema educativo e di rilevare ampie tracce della sovrarappresentazione dei figli degli immigrati nei rami più professionalizzanti e meno prestigiosi del sistema formativo. Inoltre, le molteplici informazioni ottenute grazie alla somministrazione di un questionario autocompilato in aula hanno permesso di raccogliere indicazioni su quanto gli studenti apprendono e di constatare la presenza di un sistematico svantaggio fra i figli degli immigrati dovuto a una molteplicità di fattori: sovrarappresentazione nelle classi sociali inferiori, scarsa conoscenza della lingua italiana, esperienza migratoria, ripetenza e ritardo scolastico. Tuttavia, è bene sottolineare che non solo si registrano marcate differenze nella riuscita scolastica tra figli di nativi e figli di stranieri, ma anche tra i diversi tipi di studenti figli di immigrati. Non è affatto detto che lo studente nato e cresciuto in Italia abbia esiti scolastici migliori di chi è giunto nel paese da relativamente poco tempo. Inoltre, dai dati analizzati emerge una situazione di sofferenza non tanto e non soltanto degli studenti figli di immigrati, quanto del complesso del sistema scolastico tecnico e professionale della provincia di Bologna. Quando meno della metà degli studenti che frequentano tali istituti è in grado di essere promosso all’anno successivo senza debiti formativi, le pur significative differenze di rendimento tra figli di nativi e figli di stranieri diventano la dimensione di una sofferenza istituzionale molto più radicata e problematica.
D. Mantovani (2008). Seconde generazioni all’appello. Studenti stranieri e istruzione secondaria superiore a Bologna. BOLOGNA : Istituto Cattaneo.
Seconde generazioni all’appello. Studenti stranieri e istruzione secondaria superiore a Bologna
MANTOVANI, DEBORA
2008
Abstract
La popolazione straniera è ancora oggi composta soprattutto da «immigrati». Negli ultimi anni, però, i margini di sovrapposizione fra componente straniera e immigrata si stanno via via contraendo. Gli attori principali dei flussi migratori verso l’Italia non sono più, o non solo, giovani adulti, che emigrano e si insediano come lavoratori nella società ospitante, ma sono anche donne e minori. Il processo di ridefinizione e riconfigurazione dell’assetto sociale si va definendo sotto la pressione dell’incremento dei permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare e l’aumento della proporzione dei minori entro la popolazione straniera. A questi ultimi, in particolare, si deve buona parte dello scollamento fra componente straniera e immigrata, e più precisamente si imputa a quella fetta crescente di giovani, nota sotto il nome di «seconda generazione», che nascono, crescono e vivono in Italia, ma rimangono giuridicamente stranieri in quanto figli di genitori non italiani. In questo contesto di trasformazione dell’assetto socio-demografico, il tema dell’integrazione del giovane straniero nella società di accoglienza diviene cruciale per la comprensione e la previsione di quella che potrà essere la società di domani. In questa prospettiva, è evidente il ruolo che assume l’esperienza scolastica e formativa per i minori stranieri. A partire da un’indagine che ha coinvolto più di 3 mila studenti, italiani e stranieri, iscritti nelle prime tre classi di un insieme di istituti tecnici e professionali della provincia di Bologna nell’anno scolastico 2006/07, il volume mette in evidenza come la presenza di figli di immigrati sia destinata a divenire un fenomeno molto rilevante anche nella scuola secondaria superiore. I dati raccolti in fase di ricognizione della popolazione di riferimento hanno consentito di sviluppare importanti considerazioni su quanti sono i giovani che partecipano ai diversi gradi del sistema educativo e di rilevare ampie tracce della sovrarappresentazione dei figli degli immigrati nei rami più professionalizzanti e meno prestigiosi del sistema formativo. Inoltre, le molteplici informazioni ottenute grazie alla somministrazione di un questionario autocompilato in aula hanno permesso di raccogliere indicazioni su quanto gli studenti apprendono e di constatare la presenza di un sistematico svantaggio fra i figli degli immigrati dovuto a una molteplicità di fattori: sovrarappresentazione nelle classi sociali inferiori, scarsa conoscenza della lingua italiana, esperienza migratoria, ripetenza e ritardo scolastico. Tuttavia, è bene sottolineare che non solo si registrano marcate differenze nella riuscita scolastica tra figli di nativi e figli di stranieri, ma anche tra i diversi tipi di studenti figli di immigrati. Non è affatto detto che lo studente nato e cresciuto in Italia abbia esiti scolastici migliori di chi è giunto nel paese da relativamente poco tempo. Inoltre, dai dati analizzati emerge una situazione di sofferenza non tanto e non soltanto degli studenti figli di immigrati, quanto del complesso del sistema scolastico tecnico e professionale della provincia di Bologna. Quando meno della metà degli studenti che frequentano tali istituti è in grado di essere promosso all’anno successivo senza debiti formativi, le pur significative differenze di rendimento tra figli di nativi e figli di stranieri diventano la dimensione di una sofferenza istituzionale molto più radicata e problematica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.