Il sito di età del Bronzo di Ca’ Nova di Albareto nel contesto territoriale dell’alta valle del Taro

While in the Po Valley in the 2nd millennium BC the Emilian region was inhabited by populations sharing the same material culture (Terramare culture), in the western Emilian Apennines the archaeological evidence shows a boundary area between the Terramare culture and the BINO (Bronze Age of North-West Italy) culture. Even though the Emilian Apennines are mainly known from surface surveys and finds, it should be noted that the number of sites per square kilometre in the eastern part of the province of Parma and in the provinces of Reggio Emilia and Modena is significantly higher than in the western provinces of Parma and Piacenza, perhaps due to the different settlement pattern of the two cultures. The area where this boundary has been identified is the valley of the Taro and Ceno rivers (the latter being a tributary of the former), and a GIS analysis of viewshed and intervisibility has already been carried out to try to distinguish the different sub-regional districts. The importance of the cultural affiliation of the material culture of Ca’ Nova to BINO (the first excavated site with only genuine BINO and no Terramare material culture in the eastern Taro valley) and its apparently isolated position, suggested that the wider aerial context of the site should be investigated also using slope analysis and LCPA to study the possible pathway system that would connect the Po plain with Liguria and Tuscany. The results of these analyses, together with the high level of territorial control attributed to the site by the viewshed analysis, seem to demonstrate that the position of Ca’ Nova was highly strategic for the control of a possible system of routes that crossed the Apennine ridge to reach important resources such as salt or metals, or (as documented in the Middle Ages) for the movement of transhumant livestock.

Durante il II millennio BC, mentre nella pianura l’ intera Emilia condivide la cultura delle Terramare, nell’ Appennino dell’ Emilia occidentale l’ evidenza archeologica mostra un’ area di confine tra la cultura delle Terramare e la cultura denominata BINO (età del Bronzo del Nord-Ovest). Si nota che il numero di siti per Km2 nell’ Appennino parmense orientale, reggiano e modenese è molto maggiore che in quello parmense occidentale, pur tendo presente che quest’ ultimo territorio è noto più che altro da ricerche di superficie. L’ area in cui il confine è stato identificato è la valle del Taro e del Ceno; l’ analisi della visibilità e inter-visibilità dei siti, condotta in ambiente GIS, aiuta a distinguere i diversi distretti regionali. L’ importanza dell’ afferenza della cultura materiale del sito di Ca’ Nova alla cultura BINO (il primo sito scavato puramente BINO, senza testimonianze terramaricole, sul lato orientale della Val Taro), insieme alla sua posizione apparentemente isolata incoraggia a studiare l’ intera area circostante anche valutando l’ acclività dei terreni e applicando la Least Cost Path Analisys (LCPA) per individuare la rete dei percorsi che connettevano la pianura padana con la Liguria e la Toscana. I risultati di queste analisi, insieme all’ alto livello di controllo territoriale attribuito al sito dall’ analisi di visibilità, dimostra che il sito di Ca’ Nova poteva essere strategico per il controllo di un sistema di strade che incrociavano l’ Appennino per raggiungere risorse importanti quali il sale o il metallo o, come è documentato per il Medio Evo, per la transumanza.